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La legge della notte. America anni '30 tra retorica WASP e Ku Klux Klan
In uscita il 2 marzo questi nuovo film con la regia di Ben Affleck tratto da un romanzo del 2012 dello scrittore di origini irlandesi Dennis Lehane: La legge della notte (in originale Live by Night). Lehane è famoso anche per altri due film tratti da suoi romanzi: Shutter Island di Martin Scorsese del 2010 e Mystic River del 2003 diretto da Clint Eastwood. Questa pellicola segna la seconda collaborazione tra l'attore qui anche regista e sceneggiatore in questa produzione Warner, dopo Gone Baby Gone (La casa buia in italiano) del 2007, ed anche quello ambientato in una delle città più europee degli Stati Uniti, Boston.
America fine anni Trenta, Proibizionismo: un bandito di nome Joe Coughlin interpretato da Ben Affleck e figlio del vicecommissario di polizia di Boston, il rinomato attore Brendan Gleeson, eccellente nella parte, vorrebbe continuare ad avere la sua banda per piccole rapine insieme a Dion Bartolo (Chris Messina) ed altri pochi uomini di fiducia. Questo però nella città di Boston in guerra fra clan di criminali sembra a dire il vero un pensiero piuttosto naïf e sarà avversato sia dal capoclan “americano” Albert White (Robert Glenister) sia dalla mafia italiana capitanata da Maso Pescatore (un Remo Girone uscito direttamente dal teatro o dagli sceneggiati televisivi anni '70). In più, tanto per non farsi mancare nulla, Joe ha come amante la ragazza del boss Alberrt White, ovvero Emma Gould, interpretata dalla biondissima Sienna Miller. Non spolieriamo troppo ma la storia non finirà troppo bene per Joe che si ritroverà “sotto padrone” nel quel di Tampa, nella calda ed assolata Florida, a fare contrabbando di rum con una bellissima Zoe Saldana che è Graciela Suarez, la sorella di Esteban Suarez (Miguel), che gli fornirà, oltre al “Rum del diavolo”, un piacevolissimo nuovo excursus in terre d'amore.
Una spruzzata di Ku Klux Klan, americani WASP (White Anglo-Saxon Protestant) che sparano dove gli pare e razzisti fino al midollo contro i cattolici e irlandesi come Coughlin, impepa il tutto insieme alla figlia dello sceriffo (Chris Cooper) divenuta predicatrice, la bravissima – interpretazione veramente convincente - Elle Fanning.
Risulta abbastanza chiaro che la carne sul fuoco della trama e di tutto il girato è fin troppa e che in tutto questo ci si perde in mezzo a notevoli stereotipi fin troppo abusati. La fotografia magnifica di Robert Richardson, che ha vinto l'Oscar alla migliore fotografia tre volte: per JFK - Un caso ancora aperto, The Aviator e per Hugo Cabret, è una carezza per gli occhi ma non basta. Falle plurime nella sceneggiatura fanno spesso sorridere e Remo Girone, credibile come mafioso italiano, ha la stessa recitazione semi.-mummificata di Affleck, che ci è piaciuto di più in altri film come Argo (regia di Affleck, 2012) – che ha vinto tre Premi Oscar, compreso quello al miglior film, tre British Academy Film Awards e due Golden Globe, chiaramente favorito per il tema trattato ma in sostanza un ottimo film - e in The Accountant (regia di Gavin O'Connor, 2016).