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Les Étoiles. Le primizie della danza
Gli scorsi 28 e 29 gennaio Daniele Cipriani Entertainment ha presentato all'Auditorium Parco della Musica, nella Sala Santa Cecilia Les Étoiles: il cosmo in danza, con un doppio programma A e B per tre kermesse di assoluta novità e delle premiere assolute grazie ad artisti internazionali sia nuovi sia "in residence" per le Stelle della Danza.
Con come scopo la ricreazione di un mondo migliore, Les Étoiles hanno presentato l'artista a sorpresa: il cubano Alejandro Virelles che ha danzato accanto a Polina Semionova (entrambi provenienti dallo Staatsballet Berlin) per due serate ed un après-midi tutti esuriti. L’evento preludio a Les Étoiles si è tenuto ed è stato dedicato al Giorno della memoria il venerdì 27 gennaio alle ore 17.30 nella Sala del Cenacolo, Complesso di Vicolo Valdina come omaggio della danza alle vittime della Shoah.Il pubblico partecipante è stato accolto dalla Vicepresidente della Camera dei Deputati, Anna Ascani (con un video messaggio), dal Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati e Fondatore ICAS, Federico Mollicone. Sono stati presenti alcuni dei protagonisti di Les Étoiles ed è stata trasmessa una videocoreografia, creata appositamente e filmata a Palazzo Valdina, dai coreografi Sasha Riva e Simone Repele. L'incontro è stato condotto dalla giornalista esperta di danza, nonché ufficio stampa di Daniele Cipriani, Simonetta Allder.
Ecco i ballerini che hanno composto il Galà: Marianela Nuñez, William Bracewell, Marcelino Sambé, Anna Rose O’Sullivan (Royal Ballet, London); Sergio Bernal (già Ballet National di Spagna); Maia Makhateli, Giorgi Potskhishvili (Het Nationale Ballet, Amsterdam); Paul Marque, Valentine Colasante (Opéra National de Paris). Figlia di italiani, quest’ultima viene raggiunta da altre eccellenze italiane della danza all’estero, Matteo Miccini (Stuttgart Ballet) e Alessandro Frola dello Hamburg Ballet, che ha danzato accanto a Madoka Sugai della medesima compagnia.
Aldilà delle performances maestose di tutti, ci piace sottolineare la freschezza e la novità dei due ballerini, estremamente affiatati ed in sincrono, entrambi provenienti dall'Hamburg Ballet Alessandro Frola e Madoka Sudai: in Spring and Fall con la coreografia di John Neumeier e la Serenata per archi in mi maggiore di Antonin Dvoràk, hanno presentato una danza moderna e à la page, ritmata e dai passi incrociati ed incatenati pur essendo allo stesso tempo "liberi" nel loro ordito, come se fossero stati inventati dal ballerino Frola in particolare, lì per lì. Una spontaneità riprodotta anche, con estrema puntualità ritmica, nella seconda parte dello spettacolo, ovvero in Shall We Dance, dello stesso coreografo con la musica di Gershwin.
Altra chicca per i musicofili è stato il cantante musicista Michael J. Benjamin che ha suonato e cantato dal vivo in un passo a due della coreografa olandese Wubkje Kuindersma, Two and Only interpretato da Matteo Miccini insieme a Timothy van Poucke. Bernjamin, prima alla chitarra e poi seduto al pianoforte, ha cantato dei brani dalle liriche semplici ed immediate con una voce colma di espressività ed estremamente profonda.
Entrambi i programmi, sia di sabato sia di domenica hanno previsto brani dal repertorio tradizionalecon i classici exploits dei pas de deux da Il Lago dei Cigni, Don Chisciotte o Il Corsaro e Coppelia. Una sofisticata modernità ha evidenziato invece la prima italiana di Cinque, con la coreografia di Mauro Bigonzetti e Polina Semionova solista sullo Stabat Mater dolorosa e poi Qui est homo di Vivaldi: una danza ritmica e veloce su pasi ben cadenzati sottolineati dall'agitarsi di un raso plissettato verde dell'abito di scena. Il cigno con Sergio Bernal e la coreografia di Ricardo Cue è stata un'esplorazione delle possibilità del corpo, con la sua muscolarità tormentata nelle sue estensioni. I due giorgiani Maia Makhateli, Giorgi Potskhishvili hanno guidato verso le Acque di primavera di Asaf Messerer su musica di Rachmaninov. Annotiamo poi l'asprezza postmoderna di Carbon Life di Wayne McGregor (O’Sullivan/Sambé), ed il piu' morbido pas de deux di Voices di David Dawson (Semionova/Virelles), su musiche di Max Richter.
Gran defilé finale applauditissimo da un pubblico festante e con molti giovani nel parterre.