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Lezioni di Tenebra. La tessitura allucinata del Giasone
Nel Teatro Studio, all'Auditorium Parco della Musica, per Contemporanea - rassegna di musica contemporanea alla 5a edizione della Fondazione Musica per Roma - è andata in scena. l'8 marzo 2011 una sua coproduzione con Konzerthaus Berlin, Lezioni di Tenebra di Lucia Ronchetti, ottenendo il consenso del pubblico presente, che ha lungamente applaudito.
Lezioni di tenebra è una riduzione del Giasone (1649) di Francesco Cavalli - (1602- 1676) il più importante operista della metà del XVII secolo operante da Venezia – su libretto di Giacinto Andrea Cicognini (1606-1651ca).
La vicenda immaginata inizia in Colchide dove Giasone è preso dal rapporto erotico con una sconosciuta; i loro incontri avvengono senza mai vedersi né svelare l'identità. Riportiamo i seguenti versi affascinanti e significativi dell'aria di Giasone (I atto).
...basta per ben gioire
riconoscer tra l'ombre il corpo amato,
e rassembra a chi gode
un vantaggioso patto
toccar con gl'occhi e rimirar col tatto.
Convocato da Medea, regina della Colchide, gli viene imposto di sposare la misteriosa donna, Giasone, pur riluttante, accetta e allora Medea gli rivela di essere la sconosciuta. Egeo, innamorato di Medea, disperato cerca di farle cambiare idea ma ella, incurante, invoca gli spiriti affinché aiutino Giasone a conquistare il Vello d'oro. Riuscita l'impresa Giasone e Medea stanno per partire con gli Argonauti ma prima decidono di dormire per parlarsi d'amore nel sogno.
Sto per dir che a chius'occhi
l'un con l'altro si mira,
e col fiato dell'un l'altro respira.
Così commenta Oreste confidente di Isifile, che abbandonata da Giasone, giunge in preda alla disperazione; l'uomo l'allontana promettendole che la raggiungerà, ma Medea, che simulava il sonno gli impone di ucciderla. Giasone ordina a Besso, capitano delle guardie, di uccidere, gettandola in mare, la prima persona che chiederà se gli ordini sono stati eseguiti. Sarà, però Medea la prima e dal mare sarà salvata da Egeo, mentre a Isifile, arrivata dopo, Besso risponde:
Torna a Giason e di'
ch'io solo uccido una persona il dì.
Giasone tormentato dal rimorso scopre che Isifile è viva mentre Medea è stata gettata in mare.
Ovunque il piè rivolgo
si splalanca un abisso;
Nel finale compare Medea che commossa dal salvataggio, è tornata ad amare Egeo, ed è decisa a vendicarsi, ma, chiarita la successione degli avvenimenti, perdona e nel lieto fine Giasone pentito si ricongiungerà con Isifile.
In quest'opera domina l'oscurità, quella del destino, ma anche la cecità umana e l'incapacità di dialogare e quindi di comprendersi degli amanti; il lieto fine è quindi solo apparente in quanto l'esito è in realtà tragico. Lucia Ronchetti, colpita dal libretto e dalla musica e dal loro rapporto dialettico che crea una forte tensione drammatica, ha scelto di ridurre il Giasone per analizzarne la composizione evidenziando con forza la struttura musicale e drammaturgica.
Nell'opera il testo di Cicognini sottolinea l'incertezza dei personaggi che brancolano nell'oscurità, agendo vittime della loro cecità e di un destino incerto. Cavalli, al contrario, crea una musica che delinea con chiarezza i personaggi principali caratterizzandoli magistralmente attraverso differenti stili vocali, l'uso espressivo della melodia e l'organizzazione delle sequenze armoniche.
La musicista ha ridotto drasticamente i personaggi a sette - nell'opera sono 17- affidando alla soprano i due ruoli più volitivi e collerici – Medea e Egeo – ed il ruolo buffo del servo Demo mentre al controtenore sono assegnati i personaggi più emotivi e fragili di Giasone, Isifile e Oreste; il coro, invece, dà vita a Besso e agli spiriti. La riduzione a due soli timbri vocali è stata scelta dalla compositrice per accentuare l'impossibilità di comunicare dei personaggi, i loro dubbi e la loro incapacità di comprendere sé stessi e gli altri amplificando la tensione drammatica.
La musica originale è presente nelle citazioni oppure è rielaborata, la Ronchetti accentua l'atmosfera allucinata in cui si muovono i protagonisti e i contrasti attraverso, soprattutto, l'uso delle dissonanze, dei differenti timbri degli strumenti utilizzati e delle pause. La vocalità si esprime attraverso una gamma sonora che va dalle voci soffocate, ai suoni striduli, al canto per sottolineare le caratteristiche dei personaggi.
Lezioni di tenebra esalta i caratteri dell'opera di Cavalli avvolgendo il pubblico in un'atmosfera oscura e angosciosa in cui, affascinati e partecipi, si è presi dalla difficoltà di dipanare gli eventi dei protagonisti. La messa in scena ci ha colpito per la sua essenziale efficacia; più fili paralleli, e in movimento su cui vengono poste, dai cantanti, marionette stilizzate che rappresentano i personaggi, avvolgono gli spettatori che sono immersi in un ambiente semibuio accentuando la sensazione delle tenebre. I fili sono simbolo appropriato dell'oscurità del Fato e delle Moire – Cloto, Lachesi e Atropo – che filano il destino dell'uomo, inconsapevole dell'inutilità del suo agire, in quanto nulla può cambiarne il corso.
Katia Guedes, soprano, e Daniel Gloger, controtenore, sono stati efficaci e duttili nell'interpretare i vari ruoli passando attraverso un ampia gamma espressiva; bravi anche il Vocalconsort Berlin e i componenti del PMCE - Parco della Musica Contemporanea Ensemble – tutti ben diretti da Tonino Battista. Grande il consenso del pubblico che ha lungamente applaudito Lucia Ronchetti e gli interpreti tutti.
Non si può che essere lieti dell'ampliamento dell'attività e delle collaborazioni del PMCE e ci auguriamo anche che con il cambio di presidenza, da Gianni Borgna ad Aurelio Regina, la Fondazione Musica per Roma prosegua il suo cammino, creando proposte autonome e continuando ad ampliare le collaborazioni con altre istituzioni.