Madredeus a Villa Ada. La sommessa malinconia del fado

Articolo di: 
Teo Orlando
Madredeus

L’ormai collaudato scenario di Villa Ada ha visto il 19 luglio 2012 l’esibizione dei portoghesi Madredeus, forse uno dei pochi gruppi che sono riusciti a trascendere la dimensione etnica della musica tradizionale lusitana, trasformando il fado in una forma espressiva senza frontiere, quasi il portavoce della malinconia sottile intrisa di una visione non pessimistica della vita, che traduce in un sommesso e accorato canto le avversità dell’esistenza umana.

L’ottimismo di fondo ha permesso alla formazione di Lisbona di superare due problemi, di segno differente, ma comunque decisivi in quanto legati all’identità della band.

Il primo è stato la rinuncia, nel 2007, di Teresa Salgueiro, voce storica della formazione, che ha preferito intraprendere una carriera solistica di successo. Il secondo è stato la triste dipartita di uno dei fondatori dei Madredeus, Francisco Ribeiro, straordinario virtuoso del violoncello, che un mare incurabile ha stroncato nel 2010.

I Madredeus non si sono persi d’animo, sostituendo Teresa Salgueiro con Beatriz Nunes. I nuovi Madredeus, oltre alla cantante, comprendono Pedro Ayres Magalhães (chitarra classica, nonché fondatore e leader indiscusso del gruppo), Carlos Maria Trindade (sintetizzatori), Jorge Varrecoso (violino), António Figueiredo (violino), Luís Clode (violoncello): con questa line up hanno inciso l’ultimo disco, dal titolo evocativo e quasi-filosofico, Essência, apparso nel 2011, a venticinque anni dall’esordio discografico, anche se il lancio internazionale fu dovuto all’album Ainda (1995), che costituisce la colonna sonora del film Lisbon Story di Wim Wenders, facendo da contrappunto alle calli di Lisbona, ai caratteristici tram o alla distesa sconfinata dell’oceano Atlantico (avremmo visto con favore la musica dei Madredeus anche come soundtrack di Sostiene Pereira, il film di Roberto Faenza tratto dall’omonimo romanzo di Antonio Tabucchi, e anch’esso ambientato a Lisbona: comunque con un'efficace colonna sonora di Ennio Morricone).

Come si nota dalla formazione, i “nuovi” Madredeus hanno privilegiato gli archi rispetto ad altri strumenti a corda (c’è una sola chitarra), il che, unito alla mancanza di una vera e propria sezione ritmica, ha dato una certa staticità alla performance, che si è comunque equamente snodata tra vecchi e nuovi brani. I primi (come "O Paraiso", "A Estrada De Montana", "O Sonho" e "A Confissão"), negli ultimi anni spesso reinterpretati in chiave pop, hanno invece trovato una rilettura più tenue e strumentale, vivendo una sorta di seconda vita.

Mentre i nuovi brani costituiscono un’anticipazione di un progetto che dovrebbe dar vita a un concept album sulla vita di San Francesco d’Assisi, e non a caso si percepiscono suggestioni medievaleggianti. A tratti la voce di Beatriz Nunes (che presenta alcune somiglianze con quella di Lisa Gerrard, dei Dead Can Dance) sembrava una sorta di ulteriore strumento ad arco, integrandosi perfettamente con il tessuto sonoro creato dai bravissimi strumentisti. Del resto, i Madredeus hanno sempre rifiutato l’etichetta di alfieri del cosiddetto “new fado”, ritenendola troppo ancorata ai confini lusitani, e preferendo semmai rimanere in bilico tra la world music, suggestioni classicheggianti di stampo post-romantico (soprattutto Ravel e De Falla come compositori di musica da camera) e la tessitura etno-folk mediterranea. Il pubblico è sembrato apprezzare, fino al punto da richiedere, e ottenere, un doppio bis.

Pubblicato in: 
GN37 Anno IV 30 luglio 2012
Scheda
Titolo completo: 

Madredeus

Villa Ada - Roma Incontra il Mondo

19 luglio 2012

Anno: 
2012
Voto: 
8