Mischa Maisky all'Accademia Filarmonica Romana. L'avvolgente virtuosismo del violoncello di Bach

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Mischa Maisky

L'11 marzo 2010 all'Accademia Filarmonica Romana Mischa Maisky ha completato, con  grande successo, il ciclo dei concerti dedicati alle sei Suites per violoncello di Johann Sebastian Bach iniziato da Natalia Gutman il 18 febbraio scorso.

Durante il concerto sono state eseguite la Prima, la Quarta e la Quinta delle Suites, ciascuna delle quali presenta nel penultimo movimento una danza diversa: minuetto, bourrée e gavotta. In un incontro che ha preceduto il concerto Mischa Maisky, intervistato da Sandro Cappelletto e Silvio Danese, ha affermato che la musica scritta da Bach è molto moderna e presenta ardue difficoltà per l'esecutore. Il violoncellista, unico ad essere stato allievo di Mstislav Rostropovič e Gregor Piatigorsky, parlando dell'interpretazione, ha sottolineato come non si sappia nulla della tecnica esecutiva dei musicisti dell'epoca, né soprattutto come Bach stesso suonasse il violoncello. Per questo motivo, ha affermato che non ha senso parlare di una esecuzione filologica, sottolineando l'importanza  della libertà dell'interprete durante l'esecuzione.

Le Sei suites per violoncello  furono composte da Bach durante il periodo di Köthen (1718-1723 ca.). La forma è quella della suite barocca, composta da un preludio e cinque movimenti di danza, che si susseguono nel modo seguente: allemanda, corrente, sarbanda, duplice danza (a scelta tra minuetto, bourrée e gavotta) e giga.

A quell'epoca il violoncello stava sostituendo gradualmente la viola da gamba, per le sue doti di maggiore sonorità e dinamicità, tuttavia la letteratura solistica presentava ancora pochi esempi come Giovanni Degli Antoni (1687), e Domenico Gabrielli (1689). La straordinarietà dell'opera di Bach è di aver esplorato e sperimentato tutte le possibilità tecniche ed espressive di questo strumento in modo ineguagliabile: questo è ciò che la rende moderna ancora oggi.

La suite n°1 in sol maggiore presenta già dal preludio il suo carattere scorrevole e fluido con una scrittura che esalta il suono caldo e pieno del violoncello, ma anche lo straordinario virtuosismo, soprattutto nella corrente e nella giga conclusiva, mentre il secondo minuetto si pone come una pausa pensosa prima della trascinante danza finale.

Nella suite n°4 in mi bemolle maggiore è presente una grande dinamicità e ancora uno stupefacente virtuosismo, esaltato dalla bravura dell'esecutore che ha sottolineato il grande respiro delle meravigliose frasi della sarabanda.

La suite n°5 in do minore ha come caratteristica peculiare la scordatura della corda più acuta in la, abbassata un tono sotto, al sol. Questa tecnica è molto utilizzata nella musica barocca e ha, in Bach, l' esplicito scopo di facilitare l'esecuzione. Fin dal preludio si svela il carattere eminentemente drammatico del pezzo, sottolineato dalla scelta della tonalità, ed esaltato dall'uso ripetuto dei suoni gravi: anche nella fuga del primo movimento il virtuosismo è pensoso e austero.

Maisky ha mostrato di essere un interprete ideale di queste straordinarie pietre miliari della musica di ogni tempo; il pubblico consapevole gli ha tributato uno strepitoso successo. Il grande artista ha concesso, come bis, dalla Quinta suite la corrente e la straordinaria sarabanda, di cui ha sottolineato mirabilmente, ancora una volta, le ampie frasi drammatiche e lo splendore dei suoni gravi.

Pubblicato in: 
GN10 Anno II 18 marzo 2010
Scheda
Autore: 
Johann Sebastian Bach
Titolo completo: 

Accademia Filarmonica Romana

Concerto dell'11 marzo 2010

Mischa Maisky 
Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Suite nº 1 in sol maggiore per violoncello solo, BWV 1007
Suite nº 4 in mi bemolle maggiore, BWV 1010
Suite nº 5 in do minore, BWV 1011