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Il mitico Thor atto quarto. Il tuono dell'amore
Siamo arrivati al quarto capitolo della saga di Thor, il leggendario eroe della mitologia nordica e dei fumetti Marvel. Grazie all'abilità del regista Taika Waititi, di ascendenze māori ed ebreo-russe (che ha già diretto Thor: Ragnarok e Jojo Rabbit) e dei produttori Kevin Feige e Brad Winderbaum, i Marvel Studios ci presentano il film Thor: Love and Thunder, con un dio del tuono davvero singolare: non dimentichiamo che ormai i Marvel Studios fanno parte del gruppo Disney, sicché il personaggio è caricato di una sorta di atmosfera fiabesca che travalica i limiti del fantascientifico e del mitologico. Thor (Chris Hemsworth) qui è insieme il mitologico dio del tuono, il membro degli Avengers pronto a salvare la terra da minacce intergalattiche e un personaggio del mondo fantasy che sfida creature mostruose con doti fisiche e sortilegi mistici, il tutto condito con una discreta dose di autoironia.
Peraltro, il dio del tuono decide inizialmente di intraprendere un viaggio diverso da quelli affrontati fino ad ora, alla ricerca di sé stesso. Ma i suoi sforzi vengono improvvisamente e brutalmente interrotti da una sorta di killer galattico conosciuto come Gorr, il Macellatore di Dèi (Gorr, the God Butcher, interpretato da Christian Bale, con sembianze che ricordano il Nosferatu di Werner Herzog), che persegue l'estinzione degli dèi. Gorr è cresciuto su un pianeta arido e senza nome, dove terremoti, mancanza d'acqua e le minacce degli animali selvaggi sono comunissimi. Nessun dio ha mai aiutato il suo popolo, che però continuava a fidarsi ciecamente della propria fede. Quando scoprì che gli dèi esistevano, ma non aiutavano i bisognosi, come la sua famiglia in fin di vita, giurò di ucciderli tutti. In seguito acquisisce la necrospada All-Black da Knull, una divinità malvagia che ha pure creato simbionti come Venom o Carnage.
Per combattere la minaccia, Thor si affida all'aiuto di Re Valchiria (Tessa Thompson), Korg (a cui presta la voce il regista stesso, Taika Waititi) e dell'ex fidanzata Jane Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, facendosi chiamare "Mighty Thor". Insieme intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per scoprire il mistero della vendetta del Macellatore di Dei e fermarlo prima che sia troppo tardi.
Peraltro, la dottoressa Jane Foster cela un terribile segreto: un tumore la sta lentamente consumando, sicché arriva a Nuova Asgard nella speranza di ricevere cure mediche per il suo cancro: il piccolo villaggio in riva al mare è insieme la "vera" sede degli dèi della mitologia norrena (e dei loro bambini in formazione) e una sorta di parco tematico visitato da frotte di turisti, con un doppio senso ironico che rende questa parte del film particolarmente godibile. Quando Gorr attacca Nuova Asgard, il vecchio martello Mjolnir di Thor si riforgia e si lega all'eroina di cui percepisce il valore, conferendole il potere di Thor. Thor arriva infine a Nuova Asgard e si sorprende di trovare la Foster dotata del Mjolnir. A questo punto si allea con Valchiria, Korg e Foster per combattere Gorr e le sue creature d'ombra. Il gruppo riesce a contrastare Gorr, che però fugge e rapisce diversi bambini asgardiani. A questo punto la storia diventa una classica epopea di liberazione, con un intermezzo "olimpico", in cui Thor si misura con Zeus, e con un coinvolgimento dei bambini in una sorta di children crusade, stranamente politically incorrect. Il resto del film si gioca molto sull'alleanza tra Thor e la Foster, che sembra quasi una versione meno determinata di Captain Marvel.
Ciò che forse differenzia questo film dagli altri della saga è il fatto che, nel profondo, si tratta di una storia d’amore, come affermano i produttori. L'amore è un tema che riecheggia in tutto il film, nonostante la vicenda sia fragorosa come un tuono. Per regista e produttori, se Ragnarok, altro film della saga, somigliava a un album synth pop degli anni ‘80, Love and Thunder ricorda invece un album metal.