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Mittelfest 2014 Redipuglia. L'imponente Requiem transnazionale di Muti
Un grido di pace e una dura condanna dei nazionalismi ha aperto la ventitreesima stagione del Mittelfest lo scorso 6 luglio con il Requiem per le vittime di tutte le guerre che si è tenuto ieri sera al Sacrario Militare di Redipuglia alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente della Slovenia Borut Pahor, della Croazia Ivo Iosipovich e del Presidente del Consiglio austriaco Ana Blatnik.
Davanti ad un pubblico imponente e a uno scenario impressionante, la serata è stata introdotta dal Coro dell’ANA di Udine con una serie di canti alpini, tra cui il celebre Signore delle cime di Bepi De Marzi, e della fanfara della Brigata Cadore con una serie di marce militari, cui sono seguiti, quando alle 21,15 i presidenti sono arrivati al sacrario preceduti dai corazzieri, l’esecuzione degli inni nazionali dei Paesi rappresentati, ma non, stranamente, di quello europeo.
È stata poi la volta dell’esecuzione del Requiem di Giuseppe Verdi, composizione da lui scritta nel 1874 in occasione del primo anniversario della scomparsa di Alessandro Manzoni, che ha visto protagonisti un’orchestra composita formata da prime parti dei Berliner Philarmoniker, della Chicago Symphony Orchestra, dell’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste, dell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, dell’Orchestra National de France, dell’Orchestre Synphonique du Théatre Royal de la Monnaie della Philarmonia Orchestra e dei Wiener Philarmoniker, uniti all’Orchestra giovanile Luigi Cherubini, all’European Spirit of Youth Orchestra e agli allievi dei Conservatori J.Tomadini di Udine e G.Tartini di Trieste e un coro formato dal Coro del Friuli Venezia Giulia, cui si sono aggiunti cori provenienti da Lubiana, Zagabria e Budapest coordinati dal Maestro Cristiano Dell’Oste. A questa imponente compagine si aggiungono il soprano Tatiana Serjan, il mezzosoprano Daniela Barcellona, il tenore Saimir Pirgu e il basso Riccardo Zanellato. La direzione è affidata alla bacchetta verdiana per eccellenza: il Maestro Riccardo Muti. L’esecuzione è ripresa dalla RAI e ritrasmessa in tempo reale agli spettatori su di un mega schermo posto a lato del palco dove le riprese degli esecutori vengono intervallate con immagini della Prima Guerra Mondiale.
Fin dal sommesso inizio del Kyrie tutti gli ascoltatori hanno l’impressione di trovarsi di fronte ad un’esecuzione monumentale, non solo per le dimensioni del complesso sinfonico-corale che esegue il capolavoro verdiano (oltre quattrocento elementi), ma per la resa emozionale che la direzione di Muti sa suscitare. Il kyrie rappresenta infatti solo l’inizio di una lunga emozione che conosce, nei vari momenti della composizione, dei punti di forte accelerazione, vedi il ricorrente tema del Dies Irae, alternati ad altri di estatico raccoglimento. Accanto alla direzione del Maestro, con quel suo gesto di grande espressività a precisione e con il suo innegabile carisma, va però sottolineato un cast vocale di grande livello formato da voci che non hanno avuto la benché minima smagliatura e su cui spicca, grazie anche al ruolo riservatole dalla partitura, il soprano Tatiana Serjan per splendido colore vocale e per l’omogeneità timbrica. Comunque, un cast di solisti eccezionali. Così come di ottimo livello si è rivelata l’orchestra, non è stato possibile rilevare alcuna imperfezione esecutiva, e la compagine corale di cui va apprezzato il grandissimo lavoro svolto da Cristiano Dell’Oste.
Applausi commossi e prolungati salutano l’esecuzione del Requiem e la serata si chiude al suono della tromba alpina che intona le note del Silenzio.