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Monaco. Garbarek e Hilliard Ensemble. Una chiesa gotica per la polifonia jazz
La polifonia medievale e rinascimentale ha incontrato nuovamente il jazz nordico: questo singolare connubio ha trovato una venue di assoluto splendore lunedì 7 novembre 2011, allorché lo Hilliard Ensemble si è esibito con Jan Garbarek nella St. Lukas Kirche di Monaco di Baviera.
Il concerto ha visto il tutto esaurito, con un pubblico concentratissimo e assorto nell’atmosfera magica della chiesa gotica poi trasformata in un luogo di culto protestante. Del resto, quale città poteva più favorevolmente accogliere degli artisti che hanno visto la loro consacrazione con l’etichetta ECM, fondata proprio a Monaco dal geniale Manfred Eicher e presto diventata una delle case discografiche più impegnate nella diffusione del jazz e della musica d’avanguardia?
Per la ECM Garbarek e lo Hilliard Ensemble hanno pubblicato tre dischi, Officium, Mnemosyne e Officium Novum, in cui la virtuosità vocalica dei quattro componenti dell’ensemble trova un mirabile contrappunto nel sassofono soprano e tenore del grande artista norvegese.
Alle 21,00 in punto, con la tipica puntualità teutonica, comincia il concerto. In realtà, l’inizio è graduale, quasi impercettibile. La figura grigionera di Garbarek si materializza con il sax mezzo-soprano sul palcoscenico, mentre lungo la navata centrale avanza cantando uno dei membri dell’ensemble, il baritono Gordon Jones: impeccabile l’intonazione e sorprendenti le sue capacità interpretative, che si avviano verso la musica di Garbarek con lo stesso incedere solenne di uno sposo che si reca verso l’altare.
Il sassofono di Garbarek emette note che ricordano dischi come Visible World, per poi virare decisamente verso le sonorità dei due dischi del dittico Officium: si spazia così da autori del XIII secolo a quelli del XVI, da "Beata Viscera" del Magister Perotinus, tra i fondatori della scuola di Notre Dame e della polifonia sacra, fino a "Parce Mihi Domine" di Christòbal de Morales, parte del suo Officium Defunctorum.
Il brano del Magister Perotinus, in effetti, richiama più che altro una sorta di monodia gotica, nel senso dei canti intonati nelle cattedrali medioevali, piuttosto che un coro a più voci: e la chiesa di St. Lukas riflette mirabilmente con la sua acustica quest’atmosfera, a cui il sax di Garbarek conferisce una sorta di sussurrata melodia aggiuntiva. Negli altri brani, più rinascimentali, Garbarek si inserisce più decisamente tra le voci che cantano all’unisono, aggiungendo il tocco inconfondibile del jazz nordico a cui ci ha abituato, solo apparentemente glaciale.
Il sax sembra suonare come una sorta di quinta voce, che non vuole duellare con la polifonia delle voci umane, ma semplicemente realizzare giri armonici per scandirne i momenti più intensi, certo usando scale di sapore più moderno e soluzioni melodiche estranee al canto polifonico, ma che non lo prevaricano mai, inserendosi perfettamente nel contesto, con leggerezza e libertà.
Del resto, lo stesso tenore dello Hilliard Ensemble, John Potter, ebbe a dichiarare: “Racchiusi nell'isolamento del monastero di S. Gerold, è sembrato a tutti noi che il sassofono diventasse un'estensione delle nostre voci. Questi brani aspirano quanto più possibile ad essere vicini alle esecuzioni dal vivo: Sentendo dietro di noi la presenza di Pérotin e dei suoi successori abbiamo cercato di far si che ogni prima registrazione potesse essere quella definitiva”.
Notevoli poi le composizioni di Officium Novum, uscito nel 2010 (a distanza di 17 anni dal primo Officium, del 1993), che hanno occupato gran parte del concerto: musiche della tradizione armena adattate dal prete e musicologo Komitas Vardapet, a partire dalla musica sacra medievale e dalla tradizione dei bardi del Caucaso; un brano di Arvo Pärt, "Most Holy Mother of God", cantato a cappella, due brani dello stesso Garbarek, tra cui una nuova versione di “We are the Stars”, l'”Alleluia Nativitas” di Pérotin e un pezzo spagnolo, “Tres morillas”.
Il concerto si è concluso con ben due bis, richiesti dal pubblico in una standing ovation composta, misurata ma convintissima ed emozionata.