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Mondrian. L’armonia totalizzante
A Roma dall’8 ottobre 2011 al 29 gennaio 2012, il Complesso del Vittoriano dedica una grande retrospettiva a Piet Mondrian (Amesfoort, 1872 – New York, 1944) a cura di Benno Tempel, direttore del Gemeentemuseum de L’Aia.
Quella su Mondrian è una mostra che ne ripercorre l'evoluzione artistica attraverso circa 70 quadri e disegni e con oltre 40 opere di pittori contemporanei che lo influenzarono, per illustrare il contesto artistico in cui operò il grande artista. Di Mondrian è universalmente conosciuto il punto di arrivo di un lungo e complesso percorso, che ora, grazie a questa accurata esposizione antologica, sarà possibile, anche al grande pubblico, seguire, in tutte le tappe che mostrano i mutamenti intervenuti nell'arte di Piet Mondrian.
Dopo aver frequentato l’Accademia di Amsterdam tra il 1892 e il 1895 le prime opere di Mondrian mostrano l'influsso esercitato dalla Scuola dell’Aia che propugnava uno stile pittorico realistico in cui i soggetti scelti dai pittori erano paesaggi legati al mondo agricolo e ai pescatori; caratteristica comune fu l'uso dei colori scuri con una persistente monotonia cromatica. In questa esposizione sono presenti opere dei contemporanei come i fratelli Jacob ( Mulino di pietra) e Willem Maris (Mucche tra i giunchi), Willem Roelofs ( Maggio a Noorden ) e di Paul Gabriël“Kamper Veenderij”: Zwijnsleger vicino a Grafhorst . Anche nelle primi quadri di Mondrian sono presenti queste caratteristiche come: nella Casa colonica con corda del bucato (1897), Polder con canale di irrigazione e due mucche (1900-1901ca) e Canale di irrigazione con due salici (1900-1902ca).
Si nota già in queste prime opere una spiritualità che le pervade in quanto l'artista vede nel paesaggio qualcosa che va oltre la realtà oggettiva. Questa sua ricerca lo porta ad interessarsi inizialmente alle teorie teosofiche di Helena Blavatsky e Rudolf Steiner che poi successivamente sviluppò nel confronto di idee sulla rivista De Stijl (Lo Stile) fondata nel 1917 a Leida (Olanda) da Theo Van Doesburg. Le teorie teosofiche portano Mondrian verso la pittura simbolista un esempio è Devozione in cui è raffigurata una giovane donna, non è un ritratto di una persona ma la rappresentazione di uno stato evolutivo.
Dal 1908 Mondrian cominciò a frequentare d'estate Domburg dove viveva Jan Toorop che, influenzato dalle nuove correnti artistiche provenienti dalla Francia, aveva adottato uno stile sia simbolista che impressionista e puntinista. Dopo questo incontro la pittura di Mondrian cambiò radicalmente sia cromaticamente con l'uso di colori vivaci, anche in netto contrasto tra loro, che riempiono di luce i quadri aderendo così a quella corrente che fu detta luminismo, sia nella pennellata non più fluida ma con macchie di colore. Appartengono a questo periodo: la Piccola casa al sole (1909) realizzata con una tecnica puntinista con una prevalenza dell'azzurro, La nuvola rossa (1907) una macchia rossa che evocata su uno sfondo azzurro prelude l'astrattismo, Duna schizzo in arancione rosa blu (1909) e Paesaggio con dune in cui dominano viola verde azzurro blu che invece ricorda la pittura dei fauve.
In questo periodo in cui utilizzò le diverse tecniche dell'impressionismo, del puntinismo di Seurat e della pittura fauve, Mondrian proseguì nella sua sperimentazione semplificando ed eliminando quello che considerò superfluo proteso verso la sua personale ricerca dell’armonia perfetta. Nel 1911 Mondrian organizzò con Toorop una mostra d’arte moderna ad Amsterdam e la visione delle opere di Cézanne, Picasso e Braque gli fecero scoprire il cubismo. Decise quindi di andare a Parigi comprendendo che solo con il contatto diretto con le avanguardie avrebbe potuto continuare il suo percorso innovativo.
Il grande nudo (1912) è una splendida testimonianza del suo ulteriore cambiamento in cui si perde la prospettiva e si riducono drasticamente i colori utilizzando solo tonalità del grigio e del marrone oltre al bianco e al nero. Proprio a questo periodo risalgono i suoi studi sugli alberi in cui è possibile seguire, nel passaggio da naturalismo a cubismo, l'ulteriore passo verso l'essenzialità del segno. Sempre a Parigi comincia a dipingere i primi quadri astratti stimolato anche dal gioco di linee e piani visibile sulle facciate dei palazzi. In questo contesto risulta sempre più evidente la contrapposizione delle linee verticali, elemento maschile, a quelle orizzontali, elemento femminile.
Ritornato in Olanda a causa della guerra partecipò, come già accennato, con suoi scritti alla rivista De Stijl. La vivace e creativa discussione artistica che si sviluppò intorno all'idea di'“opera d’arte totale”, in cui le diverse arti si fondono senza distinzioni gerarchiche, comprendendo anche fotografia e pubblicità, condusse al movimento chiamato nuova plasticità o neoplasticismo, che utilizzava linee e piani e i colori primari (rosso-giallo-blu), accogliendo la teoria dei colori di Goethe e di Kandinskij.
Mondrian, sempre alla ricerca dell’armonia perfetta, riuscì a creare quello stile personalissimo, che lo contraddistingue, in cui progressivamente passò ad pittura esclusivamente bidimensionale con linee nere che si incrociano ortogonalmente e cominciò ad usare solo i colori primari e i non-colori (bianco, nero, grigio). Ritornò poi alla fine della guerra a Parigi e negli anni '30 divenne famoso ed ebbe successo, ma poi disgustato dall'affermazione dei regimi nazifascisti, anche lui. come molti altri artisti, emigrò negli Stati Uniti.
La descrizione fin qui fatta della sua arte potrebbe far pensare ad una persona ascetica cosa lontanissima dalla sua personalità raffinata e vitale, amante del ballo e della musica jazz cosa che gli fece molto amare la vita vorticosa e moderna sia delle Ville Lumiére (Parigi) ma ancora di più New York dove morì nel 1944.