Musei Vaticani. Le gallerie rinnovate

Articolo di: 
Daniela Puggioni
I restauratori al lavoro sul ponteggio

Nei Musei Vaticani è stato ultimato dopo oltre due anni di lavoro il restauro degli affreschi della Galleria dei Candelabri, anche in questo caso  ancora una volta è stato determinante il sostegno dei Patrons of the Arts in the Vatican Museums, associazione di cattolici americani che per statuto finanziano la conservazione del patrimonio artistico della Santa Sede.

In questo caso specifico Connie Frankino, dei Patrons dell’Ohio, ha sponsorizzato l’opera con circa 700mila euro attraverso la Fondazione di famiglia, in memoria del marito Sam. La Galleria dei Candelabri, insieme alla Galleria degli Arazzi e alla Galleria delle Carte Geografiche, collega i Palazzi Pontifici e la Cappella Sistina con il Museo Pio-Clementino e con l’atrio dei Quattro Cancelli, un tempo ingresso principale dei Musei.

Quando la Galleria venne edificata a metà del 1500 era una loggia aperta, solo successivamente nel 1785 Papa Pio VI Braschi (1775-1799) volle che divenisse una galleria chiusa per conservare meglio le sculture che conteneva. L'incarico fu affidato agli architetti Michelangelo Simonetti e Giuseppe Camporesi, nella galleria lunga settanta metri furono collocati i grandi candelabri marmorei da cui derivò il suo nome. In seguito Papa Leone XIII Pecci (1878-1903), famoso soprattutto per l'enciclica «Rerum Novarum», che pose le fondamenta della dottrina sociale della Chiesa, decise far abbellire la Galleria.

Fu cambiato il pavimento in mattoni, mettendo lastre di marmo bardiglio con al centro lo stemma del Pontefice su fondo di lapislazzuli, e fu decorato il soffitto con dipinti che illustrassero gli obiettivi del suo pontificato. Gli affreschi, infatti, illustrano il programma del pontefice attento ai cambiamenti della società: la Religione che vigila sulle arti maggiori e minori di  Domenico Torti (Roma 1830-1890), in cui spicca la Fotografia, nata nel 1839, la Verità sorella e compagna della Storia sempre di Torti mentre la Teologia governa l’“amorevole concordia” che unisce Fede e Scienza, Arte pagana e Arte cristiana, ed esalta il trionfo del Rosario, sullo sfondo della battaglia di Lepanto, e la fatica e l’impegno del Lavoro, fino alla celebrazione delle virtù individuate quali fondamento della società civile, come il Matrimonio di Ludovico Seitz (Roma 1844-Albano Laziale 1908) il più interessante tra i pittori per la qualità della pittura.

A questi si aggiunsero Annibale Angelini (Perugia 1810-1884) artefice del progetto decorativo iniziale: a grottesche, maschere zoomorfe, putti, rosoni e festoni, e gli abili artigiani: scalpellini, marmorari, stuccatori e doratori, una testimonianza dell'ottimo livello dell’artigianato romano nel XIX secolo. I lavori durarono dal 1883 al 1888 e nelle decorazioni si alternarono diverse maestranze, una circostanza che ha portato a varie revisioni in corso d’opera, con sovrapposizioni sia delle pitture che delle dorature.

Il restauro, durato oltre due anni di lavoro, ha presentato due aspetti da affrontare il degrado delle pitture, ma soprattutto di riconoscere nella diversità dei vari interventi gli autori e i loro aiuti. A questo scopo è stata svolta una attenta ricerca archivistica e bibliografica, i restauratori e ai tecnici del Laboratorio di Diagnostica hanno così potuto avere a loro disposizione le conoscenze storiche, con il ritrovamento di bozzetti o disegni preparatori; uno strumento che si è rivelato utile sia per le attribuzioni che nel restauro per la ricostruzione della originaria decorazione. A una successiva pubblicazione sarà affidata la descrizione dell'intervento di restauro e la ricca ricerca archivistica e bibliografica che ha accompagnato dall'inizio l’intervento.

Il degrado è stato provocato dall’assenza del manto impermeabile sul tetto, che ha causato le infiltrazioni di acqua che nel tempo hanno danneggiato la pittura a” secco”. Un effetto accentuato dagli sbalzi climatici che ci sono all’interno della Galleria dovuti ai diciotto finestroni aperti sui lati est e ovest. Il flusso di visitatori che quotidianamente attraversa la Galleria per raggiungere le Stanze di Raffaello e la Cappella Sistina, ha ulteriormente peggiorato la situazione. Inoltre i precedenti interventi di restauro con l'uso di adesivi, protettivi o pigmenti  hanno creato un gravissimo effetto di strappo o alterazione.

Il restauro delle pitture è stato preceduto dalla coibentazione del tetto, dalla messa in sicurezza delle capriate lignee e della struttura muraria delle volte. Per schermare la luce solare sono state messe alle finestre tende in tessuto tecnico filtrante  e nella nuova illuminazione è stata impiegata la luce fredda a led. Francesca Persegati, che ha diretto il lavoro di restauro, ha spiegato che per per ripulire le ampie superfici decorate a monocromi, sono stati sperimentati molti materiali, ma la scelta è caduta su una spugnetta per make-up, che ha consentito di non macchiare le superfici e restituire la Galleria dei Candelabri all’antico splendore. Anche per questo intervento di restauro i ponteggi sono stati predisposti in modo da consentire il passaggio dei numerosi visitatori.

Pubblicato in: 
GN35 Anno VIII 21 luglio 2016
Scheda
Titolo completo: 

Musei Vaticani
Galleria dei Candelabri (dopo il restauro)

Orari di apertura
Da lunedì a sabato:
Entrata 9:00 - 16:00
Chiusura
18:00 (N.B. uscita dalle sale mezz'ora prima della chiusura)

Giorni di chiusura
Domenica, ad eccezione dell'ultima di ogni mese (con ingresso gratuito 9:00 - 12:30 Chiusura 14:00), purché non coincida con la Santa Pasqua, 29 giugno (SS. Pietro e Paolo), 25 o 26 dicembre (Santo Natale o Santo Stefano)
gennaio 1, 6
febbraio, 11
febbraio, 22
marzo 19, 28
giugno 29 (SS. Pietro e Paolo)
agosto 15
novembre 1
dicembre 8, 26