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Museion a Bolzano. Dal Neosoil ad Astrorion
Il Museion, ovvero il museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano è stato fondato nel 1985 dall’Associazione Museion. Nel 1987 inizia la sua attività nell’edificio del vecchio ospedale di via Sernesi sotto la direzione di Pier Luigi Siena e la presidenza di Karl Nicolussi-Leck. Da subito, non appena lo guardate, dal basso verso l'alto, notate come il Museion sia incuneato tra gli alberi ed una piccola casa medievale autentica, senza frapporsi tra natura e antichità come un un'essenza difforme. Il suo profilo di vetro e cemento riflette gli elementi esterni e li coniuga con la modernità.
Sono capitata al Museion grazie ad un invito per una visita guidata aperta al pubblico lo scorso 24 agosto: il museo accoglie i visitatori ogni giovedì per una visita guidata gratuita, con un orario di apertura prolungato fino alle 22.00. Io ne ho fatta una piu' particolare, con una guida d'eccezione solo per me, quella dell'educatrice museale e mediatrice culturale Alessia Sebastiani, che mi ha svelato due percorsi in particolare, dopo aver ascoltato una visione d'insieme del Museion dalle labbra di Mara Vicino, ufficio stampa del museo.
Il focus si è sviluppato soprattutto su due mostre: Plot di Asad Raza e Me,We dell’artista giapponese Shimabuku (*1969, Kobe, Giappone), quest'ultima è stata la più grande mostra antologica mai organizzata in Europa, e la sua prima personale in Italia.
Plot, è una mostra interdisciplinare e processuale dell'artista Asad Raza, - artista americano di origini pakistane -, con la partecipazione degli architetti BB (Fabrizio Ballabio, Alessandro Bava), dell'artista Lydia Ourahmane e della coreografa Moriah Evans, giunge al suo quarto e ultimo capitolo: Reabsortion.
Quello che vediamo di Plot è una sala coperta di terriccio scuro sul quale ci avventuriamo guidati da Alessia Sebastiani, che ci spiega come quella terra su cui camminiamo è a kilometri zero, ovvero è stata raccolta a Bolzano, da una parte all'altra della città, e che è andata a formulare anche dei mattoncini; aggiungo che i visitatori potevano portare via con sé al termine della mostra un sacchettino contenente un po' di Neosoil. Inoltre uno spettacolo di danza è stato inscenato all'interno di Plot insieme a Bolzano Danza e grazie alla coreografa Moriah Evans. Il terriccio chiamato Neosoil, neo suolo, o meglio "nuova terra", converge sull'ibrido coereutico delle performer Sarah Beth Percival, Kris Lee e Mara Oscar Cassiani, di cui permangono "annotazioni grafiche" nello spazio di "conservazione" delle mostra insieme ai mattoncini.
La Dott.ssa Sebastiani, mi spiega come vi è stata anche un'installazione "rituale", una sorta di costruzione emblematica, simil egizia (di cui ho visto le foto), per condurre il pubblico a riflettere sulla fine vita e su come la terra possa interagire con essa, anche in veste di possibilità di rinascita.
L'artista giapponese Shimabuku intesse la sua mostra partendo da una frase del celebre pugile e attivista Muhammad Ali: Me, We (Me, Noi), capostipite della relazione dialettica, un tempo di diceva "io/tu", ora diventa il segno di una moltitudine in rapporto con l'Io del "Me". Una regia di fotografie, installazioni site-specific tutte fondate su un archetipo preciso, quello del "Dono", a cominciare da una foto dell'artista stesso vestito da Babbo Natale ma carico di rifiuti (non so quanto piacerebbe ai bambini, sic!).
Un prototipo di un "dono" vivente è invece la figura di un octopus (polpo) vivo appunto, che Shmabuku fa trovare ad un suo amico americano di cui è ospite e che prova una profonda idiosincrasia per il pesce.La vita ed il viaggio di questo polpo tra perline di vetro e le sue interazioni con esse; il ritorno in mezzo al mare e l'"amicizia" affezionata con l'artista, compongono un immaginario vicino anche ai bambini.
Capitolo a parte sono le esplorazioni "astrali" di Onion Orion (2011), che io soprannominerei Astronion, ovvero la grafica di Orione costruita con le cipolle rosse, da qui Astronion, invece di "Orion" ed il susseguente gioco dialettico sull'anagramma delle parola inglese per "cipolla=onion" e la vicinanza con "Orion=Orione".
Capitolo a parte merita Bed Peace (2023), suggerito dai dialoghi con i giornalisti di John lennon e Yoko Ono, qui tradotti in due sembianze umane fatte di terriccio e di diversa composizione, in cui la parte "femminile" è raffgurata casualmente dalla terra piu' "arida". La terra proviene da due parti diverse delle valli dell'Alto Adige, e quella per la figura maschile sembra essere piu' prolifica e umida.
I lavori in mostra sono tra i piu' vari di Shimabuku ed includono opere dai primi anni Novanta fino a oggi, nonchè opere site-specific per il Museion, come quella che dà il titolo all'intera esposizione, ovvero Me, We (2023), una grande installazione scultorea prodotta in collaborazione con la Fondazione Antonio Dalle Nogare di Bolzano e l’Ex-Montecatini (ex-Solland Silicon) di Merano, creata con i materiali da costruzione ricavati dal Mauracherhof e dall’Ex-Montecatini (ex-Solland Silicon). Sono una serie di doppi, quelli presentati, di diversa forma ed utilizzo, tutti utensili che hanno a che fare con le fabbriche dalle quali provengono. Un'istantanea sul lavoro operaio ai primi del Novecento e la durezza del percorso di avanzamento tecnologico.
L'ultimo sguardo è sulle traiettorie dei limoni all'interno di catini ricolmi d'acqua: alcuni girano in tondo, altri rimangono fermi, senza nessuna spiegazione fisica, e che nascono dal Viaggio a Noto col musicista Takehisa Kosugi (2013), evidentemente un'esplorazione quasi astrale dell'acqua e delle sue interazioni.
La mostra è stata realizzata con il sostegno di Pola Art Foundation e Japan Foundation.
Breve excursu sul Museion
Nel 2000 assume la carica di Presidente Alois Lageder; cresce nel tempo la visione di un museo come luogo di discussione e laboratorio per la produzione di opere d’arte. Con la direzione di Andreas Hapkemeyer (2000 – 2006) il museo apre un focus sul tema delle strutture linguistiche nell’arte.
Dal 2006 il museo è una fondazione di diritto privato, di cui fanno parte la Provincia autonoma di Bolzano e Museion Private Founders (ex Associazione Museion). Nel 2007 viene nominata direttrice della Fondazione Museion Corinne Diserens.
Nel periodo della sua direzione il museo si trasferisce nel nuovo edificio di via Dante, progettato dallo studio d’architettura KSV – Krüger Schubert Vandreike di Berlino.
La nuova sede, un’architettura dal forte impatto visivo, con grandi facciate trasparenti che mettono in comunicazione centro storico e città nuova, viene inaugurata nel maggio 2008.
Dalla fine del 2008 a maggio 2020 la Fondazione Museion è stata diretta da Letizia Ragaglia. Da giugno 2020 è entrato in carica come direttore Bart van der Heide.
Nel 2010 la Provincia di Bolzano nomina Presidente della Fondazione Marion Piffer Damiani, storica dell’arte e curatrice.
Dal 2020 l’Associazione di promozione del Museion ha cambiato la propria denominazione sociale in “Museion Private Founders”.
I suoi scopi primari sono la promozione e la valorizzazione dell’arte contemporanea a partire dagli anni ’50. L’istituzione si propone come punto d’incontro per l’arte internazionale e come strumento di sostegno per l’arte altoatesina.