Nabucodonosor di Verdi all'Opera di Roma. 150 anni all'insegna della censura ai giornalisti

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Nabucodonosor

Dal 12 al 24 marzo 2011, diretto dal maestro Riccardo Muti, è andato in scena al Teatro dell'Opera di Roma, Nabucodonosor (Nabucco) di Giuseppe Verdi, la recensione è riferita alla recita del 22 marzo. Alla recensione segue il comunicato del Direttore Responsabile Livia Bidoli.

Nabucodonosor, dramma lirico in quattro parti di Temistocle Solera, tratto dal dramma omonimo di Anicète Bourgeois e Francis Cornue, fu rappresentato per la prima volta al Teatro alla Scala il 9 marzo 1842 e fu il primo vero successo di Verdi. Per il compositore fu la rivincita dopo l'insuccesso di Un giorno di Regno e lo sconforto che, dopo la morte della moglie e dei due figli, lo aveva spinto quasi a gettare la spugna. Fu l'impresario Merelli ad insistere affinché mettesse in musica il libretto.

Il Nabucodonosor non è un opera che Verdi scrisse con intenti risorgimentali come non lo è quella successiva, I Lombardi alla prima Crociata, che reca la dedica a Maria Luigia D'Austria - duchessa di Parma, di cui il musicista era suddito - e questo nonostante il coro O Signore dal tetto natio fosse interpretato in tal senso dal pubblico, come in precedenza era accaduto per Va pensiero sull'ali dorate del Nabucodonosor. L'opera con un contenuto veramente risorgimentale è La battaglia di Legnano che debuttò a Roma il 27 gennaio 1949, pochi giorni dopo le elezioni dei deputati all'Assemblea Costituente (21-22 gennaio), che proclamò ufficialmente la Repubblica Romana il 5 febbraio.

In Và pensiero... il pubblico, allora sotto il potere asburgico, si identificò con il popolo ebreo oppresso ed esule a Babilonia e così l'opera, e in particolare il coro Và pensiero divennero, per volere popolare, un simbolo del Risorgimento. Il fatto che ancora oggi mantenga questo significato e la gente sia stata così partecipe da cantarlo, non solo nelle recenti celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, ma anche nelle manifestazioni in difesa della Costituzione e dell'Istruzione Pubblica è, a nostro avviso, la testimonianza dell'aspirazione a riconoscersi in una comune identità nazionale.

L'Identità nazionale è rappresentata dalla Legge comune e dalla Cultura. La Costituzione Italliana, legge basilare dello stato, è minacciata oggi da cambiamenti che la svuoterebbero dei suoi contenuti fondamentali, mentre la Cultura rischia l'annientamento in tutti i suoi aspetti, patrimonio monumentale artistico e culturale; scuola, università, ricerca, arte, teatro, musica, danza, cinema. Forse c'è un comune sentire di perdita di identità che spinge a rivolgersi a quei simboli legati al Risorgimento e alla conseguente nascita dello stato italiano.

Tornando al Nabucodonosor l'argomento, ispirato ad un celebre episodio biblico, non era consueto in quel momento ed ebbe come modello il Moïse et Pharaon ou Le Passage de la Mer Rouge di Gioachino Rossini, già circolante nella traduzione italiana di Calisto Bassi. Verdi, infatti, ebbe una sincera ammirazione per il grande pesarese e, alla sua morte, propose quella Messa di Requiem che poi per diversi motivi non andò in porto

Il soggetto è noto; Nabucco sconfigge gli ebrei e li deporta a Babilonia. Qui, durante l'assenza del sovrano, Abigaille approfitta del rinvenimento del documento, che prova che è una schiava adottata dal re  e non sua figlia, e della corona, offertale dal Gran sacerdote di Belo che vuole opporla a Fenena, vera figlia di Nabucco, rea di essersi convertita all'ebraismo. Arriva inaspettatamente il re, che furioso si riprende la corona e si proclama dio. Un fulmine gli strappa la corona facendolo diventare folle. Abigaille con l'inganno fa firmare a Nabucco, non solo la condanna a morte degli ebrei, ma anche quella di Fenena, a nulla servono le preghiere del re per salvare la figlia. Nabucco vede il corteo dei condannati e allora disperato prega il dio degli ebrei, riacquista la ragione e con i soldati rimasti fedeli, salva la figlia, benedice le sue nozze con Ismaele e libera gli ebrei.

L'Ouverture ripropone temi che saranno presenti nell'opera, a parte l'iniziale melodia di corale di trombe, tromboni e cimbasso, che riprende anche se interrotta dal fortissimo di tutta l'orchestra, esprimendo magistralmente la fermezza d'animo del popolo ebraico. L'opera si apre all'interno del tempio di Salomone dopo la sconfitta ad opera degli Assiri. Fin dall'inizio si nota che, rispetto al modello del Moïse la drammaturgia musicale è profondamente diversa, c'è una trascinante concitazione e una originale capacità di sintesi che permettono di rappresentare efficacemente i conflitti e gli stati d'animo dei personaggi.

Il coro in quest'opera è un vero e proprio personaggio e ha un peso nello svolgimento del dramma e un'attenzione musicale specifica che culmina nel Và pensiero sull'ali dorate, che Rossini acutamente definì “una grande aria cantata da soprani, contralti, tenori, bassi”. Nel Nabucodonosor  emergono già prepotentemente alcune caratteristiche che contraddistinguono il giovane Verdi, come la stretta aderenza della musica alla drammaturgia, essenziale e incalzante, che si esprime attraverso le passioni conflittuali dei protagonisti.

Il personaggio di Abigaille è il prototipo di molte eroine verdiane, donne decise, passionali e volitive, che si pongono alla pari rispetto agli uomini e portano il loro agire fino alle estreme conseguenze, ben diverse da altre figure romantiche che subiscono passivamente il loro destino. All'interprete è richiesta ampiezza di tessitura vocale e una perfetta padronanza belcantista, necessaria soprattutto per le agilità di forza, qualità che raramente è dato ascoltare, ed infatti Viktoriia Chenska si è dimostrata del tutto inadatta al ruolo.

Quest'opera vede anche delinearsi il baritono, Nabucco, come voce prediletta del compositore; nell'inconsueto finale della seconda parte, in cui invece della stretta, crea per questa voce l'aria della follia, - andantino sottovoce e cupo – un brano espressivo che ha forte impatto drammatico e richiede grande capacità di interpretazione.

Il tema del popolo oppresso e vittima del potere, che ha come antecedente sicuramente il Guillaume Tell rossiniano, si sviluppa a partire da qui ed esprime, fino al rifacimento del Simone Boccanegra (1881) l'alto pensiero politico e civile di Verdi. L'analisi del potere si affaccia in tutti suoi aspetti; la lotta per impossessarsene, contrapposizione tra poteri diversi e la solitudine di chi lo detiene; sarà uno dei temi ricorrenti che avrà il suo vertice nel Don Carlo (1867 Parigi - 1884 Milano) della maturità.

La messa in scena di Nabucodonosor si è giovata notevolmente dell'interpretazione  di Riccardo Muti che ha evidenziato tutti gli aspetti drammatici e musicali dell'opera; l'orchestra che si è ben disimpegnata, una menzione particolare al coro che ha cantato bene e continua a progredire sotto la direzione di Roberto Gabbiani. Leo Nucci, nel ruolo di Nabucco, ha mostrato, ancora una volta, di possedere le necessarie qualità drammatiche e vocali, interpretando il personaggio con la necessaria autorevolezza e nobiltà; bene anche il tenore Antonio Poli nella parte di Ismaele dimostratosi in possesso di un bel timbro di voce e di presenza scenica, anche Ezgi Kutlu nella parte di Fenena ha ben figurato. 

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Comunicato del Direttore Responsabile

Facciamo presente, con estrema amarezza, che da quando il nuovo direttivo, in primo luogo supportato dal Capo dell'Ufficio Stampa, Filippo Arriva, si è insediato al Teatro dell'Opera di Roma, con Presidente il Sindaco Gianni Alemanno e Vicepresidente Bruno Vespa - che non ha nessuna competenza specifica nel campo dell'opera lirica e della musica classica in generale -, le conferenze stampa non sono più tenute prima di ogni spettacolo (l'ultima risale all'inizio di dicembre 2010 per il Moïse et Pharaon ou Le Passage de la Mer Rouge). Soprattutto per questo Nabucodonosor, la mancata conferenza stampa è quanto meno stata incoerente con le manifestazioni celebrative dell'unità nazionale organizzate da questo Governo che ha peraltro scelto questa compagine direttiva.

Tanto più ci sono sembrate poco credibili le dichiarazioni di Riccardo Muti a favore di una cultura che lui stesso - essendo stato scelto direttamente da questa direzione del Teatro dell'Opera di Roma -, e avallando implicitamente i tagli, non ha contribuito certo a valorizzare.

Inoltre io, che recensisco il Teatro dell'Opera di Roma dal 2004, ho avuto solo nell'anno in corso problemi di accreditamento esattamente come tutti gli altri giornalisti, di destra e di sinistra, di quotidiani e del web, tanto che siamo d'accordo tutti, per criticare questa "censura" alla stampa e quindi al pubblico. Rivolgiamo quindi un appello pubblico al Sovrintendente dell'Opera Catello De Martino, al Presidente dell'Ordine dei Giornalisti di Roma e Lazio Bruno Tucci, nonché al Sindaco Gianni Alemanno come Presidente del Teatro dell'Opera di Roma per intervenire in merito ad una trasparenza sia d'azione sia di parola.

28 marzo 2011

Livia Bidoli - Direttore Responsabile ed Editoriale

Pubblicato in: 
GN45 Anno III 28 marzo 2011
Scheda
Autore: 
Giuseppe Verdi
Titolo completo: 

Teatro dell'Opera di Roma
Nabucodonosor

Musica di Giuseppe Verdi

Dramma lirico in quattro atti
Libretto di Temistocle Solera

Prima rappresentazione
Sabato, 12 Marzo, ore 20.30 (turno A)
Repliche
Martedì, 15 Marzo, ore 20.30 (turno B)
Martedì, 22 Marzo, ore 20.30 (turno C)
Giovedì, 17 Marzo, ore 20.30 (Serata della Presidenza del Consiglio dei Ministri)
Giovedì, 24 Marzo, ore 20.30 (fuori abb.)
Sabato, 19 Marzo, ore 18.00 (turno D)
Domenica, 20 Marzo, ore 16.30 (turno E)

Direttore     Riccardo Muti
Regia e Scene     Jean-Paul Scarpitta
Maestro del Coro     Roberto Gabbiani
Costumi     Maurizio Millenotti
Luci     Urs Schönebaum

Interpreti

Nabucco     Leo Nucci (12, 15, 19, 22,) /Giovanni Meoni (20,  24)
Ismaele     Antonio Poli
Zaccaria     Dmitry Beloselskiy (12, 15, 19, 24) /Riccardo Zanellato (20, 22)
Abigaille     Csilla Boross (12, 15, 19) / Viktoriia Chenska (20, 22, 24)
Fenena     Anna Malavasi (12, 15, 19) / Ezgi Kutlu (20, 22, 24)
Il Gran Sacerdote di Belo     Goran Jurić
Abdallo     Saverio Fiore
Anna              Erika Grimaldi (12, 15, 19) / Simge Büyükedes (20, 22, 24)

Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma
Nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma