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Nightwatching. La Militia dell'oscurità
Il film di Peter Greeneway, Nightwatching, è tratto ed ispirato al capolavoro quasi omonimo di Rembrandt La ronda di notte (The Night Watch) ed alla sua vita, in particolare il periodo della stesura del dipinto, terminato nel 1642. Il film di Greeneway, premiato nel 2007 alla 64° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia con il Premio Mimmo Rotella ed il Premio Open, viene distribuito ora in DVD da Lo Scrittoio, editato da home video CG Entertainment. La serata del 6 novembre è stato presentato al Teatro Argentina di Roma con il regista presente per un'intervista prima della proiezione, dopo una tournée che ha annoverato Milano, Firenze, Napoli e Riccione.
Antonio Calbi, direttore del Teatro Argentina introduce Peter Greeneway al pubblico: “Questo esperimento di Greeneway fa seguito ad altre installazioni pittoriche che, riprese cinematograficamente, le ha rese uniche nella loro fruizione, dando vita attraverso la pittura ad un gioco di luci ed un sonoro al Museo di Amsterdam.” Quello però che sottolinea questo film, una sorta di J'accuse pittorico contro un complotto organizzato dal capitano Frans Banning Cocq contro il suo predecessore Piers Hasselburg, prima di lui alla guida della militia rappresentata, è il vero mistero del film e del quadro stesso. I sedici kloveniers che hanno commissionato la grande tela, con Cocq in primo piano nel quadro, una sorta di Satana nemmeno troppo en camouflage, con completo nero e barda rossa, hanno pagato il quadro di tasca propria, cento fiorini ciascuno, e sono stati ritratti tutti in atteggiamento marciante e glorioso dopo una vittoria. Però vari dettagli del quadro, fra cui una ragazzina bionda di cui non si spiega bene la parte, fanno pensare ad un sottobosco veramente “notturno” ed oscuro. Conservato nel Rijksmuseum di Amsterdam, al quale ha avuto accesso assoluto il regista dopo pochi giorni, visto da vicino, nella sua grandezza di tre metri per quattro (359×438 cm), ha dato a Greeneway varie chiavi, piuttosto stimolanti per svariate elucubrazioni, che il film elabora come in un incubo, quello da cui ha inizio il film.
Rembrandt, impersonato dall'espressivo attore Martin Freeman – di solito usato per parti comiche -, si desta dopo aver sognato di essere accecato dalla “Militia” rappresentata nel quadro, avendo scoperto che un complotto sottintendeva a questo gruppo militare, ed avendolo ritratto nel quadro. Le parole usate nella sceneggiatura sono appunto quelle di “I was nightwatching”, ovvero “stavo guardando l'oscurità”, oppure anche traducibili con: “ero nella ronda di notte”, ovverosia nel quadro che ho dipinto, e “mi accecavano” ("I was blinded"). Così si rivolge ad Hendirkje, la sua giovane governante con cui dopo la morte della moglie Saskia – che avviene proprio alla fine della stesura del dipinto – intratterrà una relazione, e da cui avrà un figlio. Questo l'input della storia di Greeneway, che inserirà un sottobosco di bordelli e pedofilia in cui una povera orfanella viene abusata da un certo Kent – e viene rivelato oscuramente che si tratta di sua figlia, probabilmente una relazione illegittima -, portando nella pellicola trame ancora più orripilanti che la tenebrosa e misterica colonna sonora a cura del compositore polacco Włodek Pawlik insieme al nostro Giovanni Sollima, commenta molto efficacemente.
Un incubo, quello di Rembrandt, che tornerà al termine del film per non risolvere del tutto il mistero di ciò che il pittore ha scoperto e dissimulato, sebbene rappresentandolo, nel quadro, e lasciando a noi il compito di “guardare nell'oscurità”: Nightwatching.