Opera di Roma. Lucrezia, aldilà della Maschera

Articolo di: 
Livia Bidoli
Lucrezia Borgia

All’Opera di Roma, dal 16 al 23 febbraio 2025, il nuovo allestimento di Lucrezia Borgia di Gaetano Donizetti, su libretto di Felice Romani tratto dall’omonima tragedia di Hugo ha visto la regia di Valentina Carrasco, regista argentina che ha inaugurato la Stagione 2019/20 con Les vêpres siciliennes e che abbiamo conosciuto come collaboratrice dell'ensemble artistico catalano La Fura dels Baus.

Due anni fa Valentina Carrasco ha presentato una Carmen "di confine" alle Terme di Caracalla che ha fatto molto discutere, non meno è la sua gigantica Maschera per sostanziare simbolicamente la trascinante e cantabilissima Lucrezia Borgia di un maestro del Belcanto come Donizetti, che per la prima volta l'ha rappresentata a Milano nel 1833. Tra le sue altre produzioni vi è stata la prima mondiale di una nuova versione del ciclo wagneriano al Colón di Buenos Aires, The turn of the Screw all’Opéra di Lione, Don Giovanni a Perm – diretto da Teodor Currentzis e vincitore del Golden Mask di Mosca –, La bella dormente nel bosco di Respighi all’Opéra National du Rhin di Strasburgo e La Favorite al Teatro Donizetti di Bergamo, vincitore di un Premio Abbiati come migliore spettacolo dell’anno (2022).

Una enorme maschera bianca, eburnea e poi trasparente, cala su drappi rossi dall'alto: un panorama a tre colori fissi per il primo quadro, ovvero bianco, rosso e nero, sia nei costumi sia sulle scene di Carles Berga, l'affiatamento tra i due, regista e scenografo, è evidente. Il clima è da club massonico alla "Eyes Wide Shut" di Stanley Kubrick, con un tocco molto alla Stephen King di "IT" (1986 per il romanzo e 1990 per il film diretto da Tommy Lee Wallace) per il clown: l'inquietudine corre sul filo, come nel film "Il coltello sull'acqua" (1962) di Roman Polanski.

Vestiti da clown alla festa di Palazzo Grimani in Venezia, gli invitati, insieme a Maffio Orsini e Gennaro, fanno la cronologia degli efferati delitti di Lucrezia, che sotto una maschera si aggira per vedere il suo figlio illegittimo, Gennaro, che non sa di esserlo. La insultano e la smascherano, nonostante la storia ci abbia insegnato che le calunnie spesso non nascondono la verità o l'intera verità, come storicamente provato. Lei fuggirà, dopo aver svelato a Gennaro di amarlo: lui oscilla tra attrazione e repulsione per il nome della Borgia, e nelle loro effusioni sono visti dal consorte di Lucrezia, Alfonso d'Este e Rustighello, il suo compare. Il climax verrà raggiunto dopo l'ennesimo insulto alla Borgia, cognome tramutato in "Orgia", da Gennaro stesso, poi arrestato dagli sgherri di Alfonso.

Quest'ultimo quadro sembra il famoso sciorinamento di elaborati in verde da computer da Matrix, altro film capolavoro del 1999, insieme ad Eyes Wide Shut. Solo quando vi è la scena all'interno di Palazzo Ducale a Ferrara, siamo in un interno del Cinquecento, con un ritratto di Bartolomeo Veneto del 1510, che fu creduto aver ritratto la Borgia, in realtà in seguito si scoprì che la dama nel quadro era una illustre sconosciuta. Noti altresì i bei ritratti di fine '800 dei due preraffaelliti Dante Gabriel Rossetti e William Morris, che la ritraggono tra biondo e rossastro, come la nostra soprano meravigliosamente valchiria, per physique du rôle e voce potente quanto seduttiva, la russa Lidia Fridman, soprano belcantista drammatico al suo debutto con l’Opera di Roma. Di 28 anni, i suoi successi comprendono Norma al Théâtre de la Monnaie e Lucrezia Borgia al MÜPA Festival di Budapest e poi al Teatro Verdi di Trieste. Si è inoltre recentemente distinta cantando Abigaille in Nabucco e Amelia in Un ballo in maschera, entrambe le volte sotto la direzione di Riccardo Muti. Il marito di Lucrezia, Alfonso I d’Este, è stato rivestito dal basso Alex Esposito, Premio Abbiati 2007 come Miglior cantante e che al Costanzi è garanzia di grande potenza nell'emissione, intellegibilità e vigore nel fraseggio.

Il libretto di Felice Romani tratto dall’omonima tragedia di Victor Hugo è molto astuto nel dirimere i due volti, o maschere, di Lucrezia: la donna sensibile e la madre; la femme fatale spietata, che lo è diventata per difendersi dai tanti attacchi e dallo stesso padre, il papa Alessandro VI ovvero Rodrigo Borgia, che l'ha usata per i suoi matrimoni politici.

Nel ruolo del figlio Gennaro, condannato dall'inizio ad essere ucciso, per veleono o per spada, il tenore ragusano al debutto al Costanzi, Enea Scala, dalla voce teneramente romantica e che, di fronte alla madre-valchiria, appare effettivamente piccolo. Il Maffio Orsini interpretato dal mezzosoprano Daniela Mack è godibilissimo, vivace, pronto, cineticamente vivo, e dal fraseggio efficace e incisivo. Bravi tutti gli altri  che completano il cast: Raffaele Feo (Jeppo Liverotto), Arturo Espinosa (Don Apostolo Gazella), Alessio Verna (Ascanio Petrucci), Eduardo Niave (Oloferno Vitellozzo), diplomato “Fabbrica” Young Artist Program dell’Opera di Roma, Roberto Accurso (Gubetta), Enrico Casari (Rustighello), Rocco Cavalluzzi (Astolfo).

L'esperto belcantista Roberto Abbado è chiamato sul podio ed ha dalla sua l'esperienza e la dinamicità di un grande conoscitore, con un Orchestra che lo segue e lo asseconda ad ottimi livelli di presenza interpretativa. Insignito nel 2008 del Premio Abbiati come Miglior direttore d’orchestra dell’anno, Roberto Abbado è Direttore principale della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna ed ha diretto la Madama Butterfly firmata da Àlex Ollé nel 2023.

Una rappresentazione quindi molto cinematografica del capolavoro di Donizetti, che ha movimentato l'attenzione, captandola, del pubblico del Costanzi, favorendo molta partecipazione ed applausi alla cavatina di Alfonso "Vieni: la mia vendetta"; al Rondò di Lucrezia; ed un plauso di nuovo per le scene di Carles Berga, i costumi di Silvia Aymonino e le coadiuvanti luci di Marco Filibeck, che hanno contribuito ad un'atmosfera tra la  la festa massonica di Eyes Wide Shut e la vendetta sui suoi nemici ad opera di Vlad Ţepeş - Dracula (1430 - 1476). Nonchè il dorato party finale come le feste di The Great Gasby dalla Negroni, dove tutti, spietatamente, vengono avvelenati.

Pubblico in grande ludibrìo per uno spettacolo eccellente in tutti i suoi quadri ed una maschera che ricorda l'aforisma di Wilde: "Chi va al di sotto della superficie e del simbolo, lo fa a suo rischio e pericolo", in questo caso, aldilà della maschera.

A questo punto occorre citare, per concludere, il poeta irlandese William Butler Yeats, che scrisse The Mask, La Maschera (1895), capolavoro del simbolismo, ne citiamo la strofa piu' pregnante a nostro (in)sindacabile giudizio:

"It was the mask engaged your mind,
And after set your heart to beat,
Not what's behind
."

Fu la maschera ad attrarti la mente,
e dopo averti fatto battere il cuore,
non ciò che vi era aldilà.

(Trad.mia).

Pubblicato in: 
GN16 Anno XVII 24 febbraio 2025
Scheda
Titolo completo: 

Teatro dell'Opera di Roma
VOLTI DEL POTERE STAGIONE 2024/25 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

Lucrezia Borgia
Musica Gaetano Donizetti
Opera seria in un prologo e due atti
Libretto di Felice Romani da Victor Hugo

DIRETTORE ROBERTO ABBADO
REGIA VALENTINA CARRASCO

Maestro del Coro Ciro Visco
Scene Carles Berga
Costumi Silvia Aymonino
Luci Marco Filibeck

CAST
Alfonso I D’Este Alex Esposito / Carlo Lepore 19, 21, 23 febbraio
Lucrezia Borgia Lidia Fridman / Angela Meade 19, 21, 23 febbraio
Gennaro Enea Scala / Michele Angelini 19, 21, 23 febbraio
Maffio Orsini Daniela Mack / Teresa Iervolino 19, 21, 23 febbraio
Jeppo Liverotto Raffaele Feo
Don Apostolo Gazella Arturo Espinosa
Ascanio Petrucci Alessio Verna
Oloferno Vitellozzo Eduardo Niave*
Gubetta Roberto Accurso
Rustighello Enrico Casari
Astolfo Rocco Cavalluzzi

*diplomato “Fabbrica”, Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma

NUOVO ALLESTIMENTO TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

ANTEPRIMA GIOVANI sabato 15 febbraio, ore 19.00

PRIMA RAPPRESENTAZIONE
domenica 16 febbraio, ore 19.00, in diretta su Radio3 Rai
REPLICHE fino al 23 febbraio 2025