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Orchestra di Piazza Vittorio incontra Roma con il suo Concerto
Nella cornice naturalistica di Villa Ada per Roma incontra il mondo si è esibita la multietnica Orchestra di Piazza Vittorio con la sua kermesse di brani famosi, da dieci anni in giro per il mondo, e ultimamente con Il Flauto Magico – il 25 luglio prossimo al Womad Festival diretto da Peter Gabriel in UK -, il nuovo spettacolo della Carmen a Lione, ed il 19 luglio nella città dove è nata in Concerto.
Un effluvio di suoni e voci arabeggianti smuove il palco all'aperto di Villa Ada: l'Orchestra diretta da Mario Tronco sale sul palco con un'ovazione del pubblico che la aspettava a suon di battiti di mani, un suono folclorico che abbraccia temi politici e di senso comune, come il problema degli immigrati con la polizia, come spiegano dal palco: “Ad uno dei nostri un giorno l'ha chiamato la polizia perchè era accusato di essere un fondamentalista islamico: beh, lui si è presentato ubriaco e con sedici ragazze piuttosto scollacciate...per convincerli del contrario!” Ed intonano una canzoncina in proposito che ha come ritornello qualcosa come “Ria la polizia” che significa qualcosa “Formidabile la polizia”, in senso ironico probabilmente...
Un altro dei pezzi clou, che si alternano tra arabo e spagnolo, con ritmi da flamenco a quelli quasi da Inti Illimani, fino ad arrivare ad accordi rockeggianti, è la tradizionale “Si Dio fuera negro”, versi piuttosto chiari anche nella lingua d'origine per un italiano con un po' d'intuito:
Si Dios fuera negro -mi compay- todo cambiaría
Fuera nuestra raza -mi compay- la que mandaría
blanca nieves fuera negra
y los 7 enanitos de piel trigueña
Già, tutto cambierebbe se Dio fosse nero: anche la neve sarebbe nera e i nanetti diverrebbero castani scuri, come pure Monnalisa!
Come altri pezzi come il francese Une île en bois, e Sanna, fanno parte dell'ultimo cd prodotto dall'Orchestra nel 2013 intitolato L'isola di legno, mentre Sahara Blues fa parte del primo uscito nel 2004 ed intitolato col nome omonimo dell'Orchestra.
A chiudere la kermesse, insieme ad altri successi da Sona del 2006, sono due brani lenti e sentimentali: il primo è la bella ballata della cantante anglofona Sylvie Lewis, con le belle strofe di I don't wanna sleep da Il giro del mondo in 80 giorni, presentato in prima assoluta quest'inverno al Teatro Olimpico di Roma:
“I don't wanna to sleep I just wanna hold you and dream”
(Non voglio dormire, soltanto tenerti stretto e sognare, N.d.C.)
Due versi che conducono verso la fine insieme a Tarareando (da Sona, 2006), coinvolgente e scorrevole, l'impianto del ritmo è ancora ispano-americano con i flauti andini ben udibili ed in prima posizione. Il pubblico in delirio ha cantato e applaudito a tempo mentre una folta folla era fissa a roteare i bacini sotto il palco!