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Ori antichi della Romania. Prima e dopo Traiano
A Roma nei Mercati di Traiano è in corso la mostra Ori antichi della Romania. Prima e dopo Traiano; che terminerà il 3 aprile 2011. Sono esposti 140 preziosi oggetti d'oro e argento, provenienti da tesori, corredi tombali e arredi liturgici dal XVII secolo a.C.(Età del Bronzo) al VI d.C.(Periodo Bizantino), usualmente custoditi, in gran parte, nel Tesoro Nazionale conservato nella Sala degli Ori del Museo Nazionale di Storia di Bucarest.
Fin XVII secolo a.C. nell’antica Romania l'oro fu estratto da miniere, in cui è anche stata anche rinvenuta una mazza usata per frantumare la roccia di diorite, roccia molto dura assimilabile al granito,- testimonianza tangibile dell'epoca in cui iniziò lo sfruttamento - e dalla sabbia aurifera raccolta nei fiumi, proveniente dalla disgregazione del quarzo aurifero Questa situazione geologica ha avuto come conseguenza una produzione artistica di di oreficeria di notevole livello.
I pannelli esplicativi che accolgono i visitatori sono realizzati con chiarezza e spiegano le caratteristiche geologiche di questa terra ricca di metalli, le diverse tecniche di lavorazione dei reperti e le notizie storiche legate agli oggetti esposti. Tale fu la ricchezza della aristocrazia che i preziosi reperti sono stati rinvenuti non solo nei corredi funerari delle tombe, come è abituale anche in altre antiche civiltà, ma anche nei tesori e nelle fortezze.
Tra i preziosi esposti la splendida collana di Hinova del XII secolo a.C. di foggia geometrica straordinariamente moderna come anche i bracciali. I raffinati bracciali spiraliformi di Sarmizegetusa (la capitale della Dacia conquistata da Traiano), realizzati nel II-I secolo a.C. e decorati con un serpente stilizzato, evidenziano l'influenza delle popolazioni vicine, come gli Sciti e i Traci sugli artefici locali. Anche l’elmo di Poiana-CoŃofenesti prodotto dell’arte traco-getica del IV secolo a.C. è un esempio di questo gusto di rappresentare animali mostruosi e fantastici.
Il rhyton d’argento dorato proveniente da Poroina Mare è una preziosa testimonianza degli arredi liturgici, essendo un contenitore per liquidi usato principalmente durante iriti religiosi. Il periodo romano è rappresentato soprattutto da oggetti d'argento in quanto Traiano, non solo portò in trionfo un ricco bottino di oggetti d'oro, ma da allora impose uno stretto controllo sull'estrazione dei metalli come testimoniato dal lingotto presente alla mostra.
Per il periodo migratorio, in cui si avvicendarono le invasioni sono esposti, tra gli altri preziosi, la raffinata patera , piatto ampio usato nei riti religiosi e la coppia di fibule (spille) del tesoro di Pietroasa del V secolo d.C., attribuito alla casa reale ostrogota o visigota e noto come “Gallina con i pulcini d’oro” per la presenza di fibule a forma di aquila. Sulla patera è rappresentata una teoria di divinità pagane con al centro una statuina a tutto tondo di una figura assisa che regge una coppa rituale; un oggetto insolito per quel periodo in cui ormai quei barbari erano cristiani e seguaci delle dottrine di Ario, probabilmente frutto di un bottino di guerra.
Di particolare interesse l'esposizione di 20 dei molti stateri d’oro trovati nella capitale della Dacia, con il nome del re Koson scritto in lettere greche, unico caso di monete in cui compare il nome di chi le ha emesse. Dopo molti anni di nuovo Roma ospita una mostra dedicata alla Dacia, l'antica Romania che illustra un aspetto prezioso raffinato che consente di ripercorrere la storia antica di questo paese.