Palaexpo. Le macchine delle stelle

Articolo di: 
Livia Bidoli
Macchine del tempo

Una mostra che rievoca H.G. Wells e la sua Time Machine, la sua macchina per spostarsi nel tempo, è approdata lo scorso 30 novembre al Palazzo delle Esposizioni di Roma e vi catapulterà in altre galassie spaziotemporali fino al 24 marzo del 2024. Macchine del tempo è il titolo di questa esposizione promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e da Azienda Speciale Palaexpo, organizzata da Azienda Speciale Palaexpo, ideata e realizzata da INAF in collaborazione con Pleiadi, e prodotta con il contributo di Azienda Speciale Palaexpo.

Dall'astrofisica ai flipper che rievocano gli anni '80 e Star Wars di George Lucas, ci si sposta in tre sale labirintiche, dove si possono osservare lo spazio ed i programmi dell'INAF insieme alle sue scoperte recenti, completamente distesi sotto un gigantico obolo televisivo e planetario, "a guardar le stelle".

Le ultime ricerche sono sciorinate in tutte e tre le sale, onnivore di galassie e di esopianeti, ovvero pianeti appartenenti ad altre galassie, ed interattivamente possono ampliare i nostri occhi perché osservino uno spazio che naviga ad anni luce distante da noi, sul piccolo pianeta blu. Ecco il perchè di "macchine del tempo": il cielo stellato è infatti osservato da onde radio più che occhi fisici od elettronici che dir si voglia, poiché i radiotelescopi "vedono" a lontananze inimmaginabili dall'uomo, o difficilmente quantificabili per le nostre dimensioni.

Un viaggio per adulti e bambini alla ricerca di pianeti sulle orme di Alpha Centauri, come nel monologo di Roy Batty (Rutger Hauer), in Blade Runner (1982) di Ridley Scott:

"Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi:
navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia.
"

Un viaggio immersivo vi condurrà nel passato, nelle prime carte celesti; vi muoverete in osservatori in cui  in prima persona, novelli Galilei, farete scoperte ancor oggi estremamente sensibili per i ricercatori; accanto, il Sistema Solare, ricreato sulla scala della città di Roma, vi riporterà a casa, al centro della Città Eterna. E forse, levando gli occhi al cielo, nella Notte di San Lorenzo, scorgerete un lampo, come successe nel 1572 a Tycho Brahe, cui apparve improvvisamente nel cielo una stella, che per pochi giorni lo illuminò di una brillantezza superiore a quella di Giove; e poi, improvvisamente come era apparsa, scomparve, e non è mai più stata avvistata da allora. In memoria di quell'astro, il poeta americano Edgar Allan Poe (1809-1849) scrisse e pubblicò una lunga poesia nel 1829 nel libro Al Aaraaf, Tamerlane, and Minor Poems. La poesia prende il nome da quella stella, e ne citiamo un estratto in traduzione (mia):

Al Aaraaf

Al di sotto dei petali ondeggianti delle campanule -
o dei ciuffi selvaggiamente vaporosi
celando al sognatore,
i raggi lunari -
    Splendidi esseri! Voi che meditate
    con gli occhi socchiusi
    su stelle che la vostra meraviglia
    ai cieli ha sottratto,
affinché brillino tra l’ombre, e
sulle vostre ciglia si depongano
come gli occhi della fanciulla
che ora vi convoca -
    Levatevi! Dal vostro onirico percorso
    fra i pergolati violacei,
    doviziosamente ossequiate
    queste ore dalle stelle incendiate -
e dalle chiome loro sussultate
di rugiada colmate
e di quei baci respirate
anche da loro caricate -
           (Oh! Come, in assenza di te, Amore!
            possono mai esser beati gli angeli?)
(...)

  Ligeia! Ligeia!
           Mio unico splendore!
           Il cui più aspro pensare
           come una melodia saprà suonare.
Oh! È la tua volontà
che i venticelli fa agitare?
     Oppure, in silenzioso capricciare
     come il solitario Albatros sa fare,
    nella notte incombere
    (come lei nell’aere)
           continuando con delizia ad osservare
           l’armonia che laggiù si va a formare?

Il poema Al Aaraaf è fra i più raffinati ed ardui di Poe e prende il nome dal Corano: Al A'ràf  indica un luogo simile al limbo tra paradiso ed inferno, dove "gli uomini non soffrono punizione alcuna ma neanche possiedono quella calma e sempre eguale felicità che si suppone essere caratteristica del gaudio celeste" (Poe). Poe colloca questo limbo nella luminosa stella scoperta dal danese Brahe. La stella, governata da Nesace, giovane dea circonfusa di raggi, invoca Ligeia, che rappresenta la musica più alta di tutte le cose e l'armonia della natura. Ninfa presente nelle Georgiche virgiliane (IV, 336), significa "dalla voce sottile" e nell'omonimo racconto di Poe è "melodia più che mortale". Ecco, che cosa meritano le stelle ed il loro girovagare, e che vi sia lieve a voi, fra le sale.

Pubblicato in: 
GN7 Anno XVI 15 dicembre 2023
Scheda
Titolo completo: 

MACCHINE DEL TEMPO
dal 25 novembre 2023 al 24 marzo 2024
ideata e realizzata da INAF in collaborazione con Pleiadi
e prodotta con il contributo di Azienda Speciale Palaexpo

Palazzo Esposizioni Roma
Roma, via Nazionale, 194
www.palazzoesposizioni.it  
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Twitter: @Esposizioni
macchinedeltempo.inaf.it

ORARI
Dal martedì alla domenica dalle 10.00alle 20.00, lunedì chiuso.
L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura.