Palazzo Bonaparte. Van Gogh da Otterlo a Roma

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Vincent van Gogh

A Palazzo Bonaparte l’8 ottobre scorso si è aperta la mostra dedicata a Vincent van Gogh (1853 – 1890), di cui l’anno prossimo cadono i 170 anni dalla sua nascita, la mostra a cura di Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti, ha avuto una preparazione di cinque anni ed è stata prodotta da Arthemisia con la decisiva collaborazione Kröller-Müller Museum di Otterlo, che ha prestato opere significative dell’artista.

L‘esposizione, dedicata a uno dei beniamini del pubblico, sicuramente riscuoterà un grande successo, inoltre da mesi è ampiamente pubblicizzata. Il Museo è nato per volontà di una grande donna Helene Kröller-Müller, con passione, sensibilità e lungimiranza Helene tra il 1907 e il 1938 acquistò insieme al marito Anton Kröller quasi 11.500 opere d’arte una raccolta che comprendeva dipinti di Picasso, Gris, Mondrian, Signac, Seurat, Redon, Cranach, Gauguin, Renoir, Latour e, naturalmente, van Gogh. Sono novantuno i dipinti e centottanta i disegni da lei acquistati che costituiscono il fondamento della sua collezione di lavori del pittore olandese, che oggi è la seconda più grande al mondo dopo il Museo van Gogh.

Il pittore olandese non fu apprezzato in vita e solo grazie all’attività due donne, Joanna la moglie del fratelloTheo e Helene Kröller-Müller fu conosciuto e apprezzato. La prima, dopo la morte del marito, avvenuta sei mesi dopo Vincent, organizzò diverse mostre retrospettive e con la donazione di sue opere contribuì alla conoscenza delle opere del pittore, oltre a ciò si dedicò alla pubblicazione della corrispondenza dei due fratelli, il primo volume fu pubblicato in olandese nel 1914. La seconda espose i quadri di van Gogh in Europa e negli Stati Uniti incrementando, così, non solo la fama dell’artista ma anche quella della propria collezione, allo scopo di convincere lo stato olandese a partecipare alla costruzione del museo. I lavori iniziarono nel 1937 e videro un anno dopo l’apertura al pubblico del Museo con Helene nel ruolo di direttrice.

La mostra è ben allestita con una buona illuminazione che consente la piena fruibilità dei quadri, che sono corredati di schede ben leggibili e pannelli illustrativi di ogni sezione in cui la mostra è divisa. La prima è dedicata alla fondatrice del museo Helene Kröller-Müller e al Kröller-Müller Museum di Otterlo, Lisette Pelsers, la direttrice, nella presentazione sul catalogo ha scritto” La mostra allestita a Palazzo Bonaparte a Roma presenta quaranta opere di Vincent van Gogh, tra dipinti e disegni. Fra queste vi sono numerosi lavori su carta che raramente si ha l’occasione di vedere al di fuori del nostro museo. I capolavori di Van Gogh sono affiancati da altri sei pezzi forti della nostra collezione, risalenti a epoche diverse: capolavori di Lucas Cranach il Vecchio, Henri Fantin-Latour, Pierre-Auguste Renoir (Nel café), Floris Verster, Paul Gauguin(Atiti) e Pablo Picasso (Portrait of a young woman, Ritratto di giovane donna, la madrilena)”.

Al periodo olandese (1880-1885) è dedicata la seconda sezione che ospita i primi lavori di van Gogh per la maggioranza opere su carta realizzate con matita, penna, gessetti, acquerelli ma anche olii su tela. I soggetti sono prevalentemente legati al duro lavoro e alla vita dei contadini, i colori sono scuri e rendono efficacemente la durezza e la fatica del lavoro. È nota l’ammirazione e l’affinità elettiva del pittore olandese verso Jean-François Millet e i pittori della Scuola di Barbizon, i Barbizonniers, per il realismo nella rappresentazione della vita contadina permeata dalla religiosità, una dimensione che van Gogh rappresenta con grande efficacia. L’artista fu anche un assiduo lettore dei romanzi dei contemporanei, che compariranno anche nelle successive nature morte, le tele ad olio dedicate ai tessitori furono probabilmente suggerite dalla lettura di Hard times (Tempi difficili) di Dickens. In questo periodo van Gogh si dedicò anche ai primi ritratti, sono studi in cui i soggetti sono persone comuni, in mostra Testa di Donna e Testa di Donna con cuffia bianca. Prima di partire per Parigi vide le prime stampe giapponesi che lo affascinarono e in seguito furono fonte di ispirazione.

Nella terza sezione, che è imperniata sul periodo parigino (febbraio 1886 – febbraio 1888), l’allestimento diventa scuro probabilmente per esaltare la vivace policromia, la grande svolta nella pittura di Vincent. La collina di Montmartre (1886) rappresenta un punto di transizione, il soggetto raffigura un sobborgo ancora campestre e la tavolozza si è arricchita di colori ma ancora non ha acquisito la nota brillantezza cromatica. La visione delle opere degli Impressionisti e in particolare dei Neoimpressionisti segnarono la svolta nell’uso e lo studio del colore e lo indussero a sperimentare. L’influenza del pointillisme (puntinismo), una definizione dispregiativa della critica di allora, mentre Seurat lo definiva cromo-luminarismo o divisionismo, è evidente nelle opere di questo periodo, tra quelle esposte spiccano l’Autoritratto (1887), Fiori in un vaso blu (1887 circa) e Interno di un ristorante (1887 estate).

Al periodo di Arles (febbraio 1888 – maggio 1889) è dedicata la quarta sezione, l’impostazione scientifica dello studio della luce e del colore degli Impressionisti e dei Neoimpressionisti in seguito non corrisposero alle esigenze espressive di van Gogh, che si volsero progressivamente all’uso simbolico del colore, l'artista pensò di creare sinfonie di colori associabili a toni musicali, nella natura morta, il Cesto di limoni e bottiglia (1888) è il giallo a creare lo spazio. Il pittore stimolato dall’ambiente campestre tornò ai temi ispirati da Millet, Il seminatore (1888) ne è un esempio. L’invito rivolto a Gaguin che lo raggiuse, portò ad una convivenza che nel tempo divenne psicologicamente insostenibile per Vincent e causando una crisi nervosa che lo portò a tagliarsi l’orecchio

Nella Quinta sezione – Saint-Rémy-de-Provence e Auvers-sur-Oise (maggio 1889 - luglio 1890) sono in mostra quadri dell’ultimo periodo della vita del pittore, che visse, per sua volontà negli ospedali psichiatrici dove si sentiva più protetto dalla sua malattia. Nelle ultime opere si nota un ulteriore cambiamento nell’uso simbolico dei colori che sono meno vivi e diverse sono le fonti di ispirazione. L’eco dell’amore per le stampe giapponesi si riscontra in Pini al tramonto (1889) anche l’amore per la natura è sempre vivo e Il giardino del manicomio a Saint-Rémy ne è un esempio di questo periodo in cui il pittore continuò a lavorare. Sono impressionanti alcuni dipinti che manifestano lo stato doloroso e angoscioso dell’artista Il burrone (1889) in cui il paesaggio è molto stilizzato e maggiormente Vecchio disperato (1890). Un soggetto che aveva già trattato e che è esposto nella prima sezione, un aspetto impressionante che manifesta un disagio covato a lungo e poi deflagrato violentemente nel suicidio.

Il catalogo, edito da Skira con saggi a cura di Maria Teresa Benedetti, Marco Di Capua, Mariella Guzzoni e Francesca Villanti, è di grande interesse per chi voglia approfondire ed è corredato di fotografie a colori e di schede illustrative che analizzano le opere in mostra.

Pubblicato in: 
GN47 Anno XIV 19 ottobre 2022
Scheda
Titolo completo: 

VAN GOGH. Capolavori dal Kröller-Müller Museum
Palazzo Bonaparte
Piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso)
00186 - Roma

8 ottobre 2022 - 26 marzo 2023
Biglietti
Intero € 18,00 (audioguida inclusa)
Ridotto € 16,00(audioguida inclusa)
Informazioni e prenotazioni
T. + 39 06 87 15 111

www.mostrepalazzobonaparte.it
www.arthemisia.it

Social e Hashtag ufficiale
@arthemisiaarte
@mostrepalazzobonaparte
#VanGoghRoma

La mostra ha il patrocinio del Ministero della cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi. La mostra vede come main sponsor Acea, sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, mobility partner Atac e Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner Urban Vision ed è consigliata da Sky Arte.