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Palazzo incontro. L'urbe poetica di Wenders
Urban Solitude questo è il titolo della mostra, a cura di Adriana Rispoli , dedicata alle fotografie di Wim Wenders, che sarà ospitata fino al 6 luglio 2014 a Palazzo Incontro a Roma.
Wim Wenders (Düsseldorf 1945) è conosciuto soprattutto per i suoi film, poiché è uno dei principali esponenti del Nuovo Cinema Tedesco fin dagli anni ’70. Le sue fotografie, incentrate sui paesaggi urbani e realizzate unicamente con la tecnica analogica, sono intense e affascinanti. Le inquadrature evocano lo stesso mondo poetico di quelle dei i suoi film; sono come una silenziosa e ulteriore meditazione sui temi affrontati nelle opere cinematografiche.
Wenders afferma :”L'atto del vedere è percezione e verifica del reale, un fenomeno che a che fare con la verità molto più del pensiero, nel quale invece ci smarriamo facilmente allontanandoci dal reale. Per me, vedere significa sempre immergersi nel mondo, pensare, invece, prenderne le distanze.” (Wenders. L'atto di vedere).
Preservare la realtà dalla quale l'uomo si sta allontanando, scegliendo di immergersi in un mondo virtuale, questa è la motivazione che sta alla base della scelta del mezzo analogico. Sono venticinque le fotografie scelte dalla curatrice per la mostra e la loro esposizione è disposta su due piani. I paesaggi urbani sono immersi in una atmosfera sospesa e rarefatta in cui i rari esseri umani, ripresi in una desolata solitudine, sembrano solo elementi del paesaggio; è impossibile non pensare a Edward Hopper in una fotografia come Woman in the Window ( USA 1999 ).
Oltre alle fotografie dedicate alla realtà americana se ne aggiungono altre tratte dalla serie intitolata Places, strange and quite del 2013, che esprimono una personale riflessione su un mondo sempre più disumano, in cui l'elemento umano è ridotto a oggetto. Le fotografie sono accompagnate sia da testi che da haiku, scritti da Wenders a commento delle immagini, come una ulteriore messa a fuoco sulle sensazioni, emozioni e riflessioni dell'artista su quanto stava vedendo. Non poteva mancare una parte dedicata al mondo scomparso della D.D.R. di cui Wenders ne descrive, anche con l'ironia dei testi, la dissoluzione, il disfacimento degli edifici, desolati e privi di vita.
Scrive Wenders: ”Le immagini e le città si evolvono in maniera analoga....Credo che le immagini abbiano vissuto un processo parallelo alle nostre città anch'esse cresciute a dismisura. Anche le nostre città sono diventate sempre più fredde, più inaccessibili; estranee e stranianti.”(Wenders L'atto di vedere). Una parte delle immagini è dedicata al Giappone. Tra i paesaggi colpisce la scelta di fotografare i cimiteri: in Swimming Pool, Onomichi (2005), in primo piano c'è il cimitero, solo un uomo è visibile fra le tombe, sullo sfondo una piscina, testimonianza di come la città moderna abbia inglobato, l'antica, testimoniato anche in Cemetery in the City, Tokyo (2008).
Haiku
One thing I always want to see
in an unknown city or country
are the cemeteries.
They are like an open book.
No, not to learn about the dead,
but about the living.
Una cosa che voglio sempre vedere
in una città sconosciuta o in un paese
sono i cimiteri.
Essi sono come un libro aperto.
No, non per conoscere la morte,
ma per conoscere la vita.
Wim Wenders