Piccolo Eliseo. I discorsivi silenzi di Beckett

Articolo di: 
Livia Bidoli
Da Krapp a senza parole

Sulla scena del Piccolo Eliseo si attardano due barboni, figure emblematicamente beckettiane: Da Krapp a senza parole è lo spettacolo che, dopo vent'anni (Premio della Critica 1991), riportano sulla scena insieme Glauco Mauri e Roberto Sturno. L'assurdità della vita secondo Samuel Beckett e i suoi manifestamente discorsivi silenzi, che si appropriano della scena dal 3 al 21 aprile con quattro atti dell'irlandese trapiantato in Francia: Respiro, Improvviso dell'Ohio, Atto senza parola e L'ultimo nastro di Krapp.

Due barboni escono fuori da due bidoni di materiali probabilmente tossici come velenosa e senza logica è l'esistenza che esplode in un grido e termina in un lamento, omologo del primo. E quindi, nonostante si chiudano le tende tra un atto e l'altro e ne compaia ben impresso il titolo a scomparsa, noi ne dipingiamo un percorso con un tratto unico, una pennellata che giunge a formare quella “macchia scura” di cui parla la Fusini (Nadia Fusini, La macchia nel silenzio, Le voci del Novecento n. 1): la stessa che costringe Beckett a scrivere, a interrogarsi, a lacerarsi. Le bobine di Krapp sono solo l'ultimo decalogo, nostalgico e furtivo di ciò che si è svolto prima, a cominciare da Suzanne (Suzanne Dusmenil-Descheveaux, la compagna di Beckett da cui la separerà solo la morte, avvenuta nel 1989, pochi mesi prima di quella dello scrittore). E su di lei si svolge una lettura – Improvviso dell'Ohio, commissionatagli dall'Università omonima - di una sorta di avatar di lei con i lunghi capelli bianchi che le scendono sulle spalle e su un semplice tavolo accanto alla sua sosia, angolare, che batte le nocche ogni tanto, per sottolineare certi passi particolarmente coinvolgenti.

Il Respiro di un grido: il primo alitare di un bambino su un mucchio di rifiuti, sparsi su una scena che lascia interdetti e densa di quel fumo che alita dalle rovine, viene interrotto dalle parole dello stesso poeta: “Non c'è nulla di più comico dell'infelicità”, e lo insegnavano bene Vladimiro ed Estragone in En attendant Godot (Aspettando Godot); oppure: “Il sole risplende per un giorno ed è subito notte”, ed ancora: “Tutte le arti si assomigliano e servono a ricoprire i vuoti lasciati dall'aria vivificante del fallimento”. La poetica dei vinti, l'intera umanità, viene tradotta in Atto senza parole, che Mauri portò sulla scena la prima volta nel 1963 a Napoli: durante la rappresentazione il pubblico si divise, chi protestava e chi voleva giungere alla fine di quell'atto, come Gian Maria Volonté, uno dei grandi del nostro cinema. 

Atto senza parole difatti pone la questione del continuo alternarsi tra offerta e delusione: tra desiderio e frustrazione, tra tutte quelle occasioni mancate che sembrano ad un pelo dal realizzarsi e finiscono con lo sconfiggere eternamente l'uomo, con l'“abbatterlo”, fino alla caduta, alla rassegnazione, all'apatia. Una pièce per la radio titolava nel 1956 All that fall (Tous ceux qui tombent, Tutti coloro che cadono): lui è interessato a questi personaggi che un tempo sono stati felici (Happy Days, Oh les beaux jours) sulle sponde di un laghetto insieme ad una ragazza, con le mani fra i capelli di lei, come ricorda Krapp nella bobina cinque della scatola numero tre. Felici nel colore del ricordo, di un'esperienza teneramente affettuosa, un percorso nostalgico nella rievocazione di un tempo perduto alla Proust, che è inciso a chiare lettere nella nostra vibrante memoria, e dove si ritrova tutto quel che vale.

Pubblicato in: 
GN22 Anno V 9 aprile 2013
Scheda
Titolo completo: 

Piccolo Eliseo - Roma
3-21 aprile 2013

GLAUCO MAURI - ROBERTO STURNO
DA KRAPP A SENZA PAROLE

di Samuel Beckett

Respiro / Improvviso dell’Ohio / Atto senza parole / L’ultimo nastro di Krapp
traduzioni teatrali Carlo Fruttero e Franco Lucentini
musiche Germano Mazzocchetti
impianto scenico Francesco de Summa
luci Gianni Grasso
regia Glauco Mauri
Compagnia Mauri Sturno

Compagnia Mauri Sturno

Orari recite:
martedì, giovedì, venerdì ore 20.45
mercoledì 3 e 17 aprile ore 17.00
mercoledì 10 aprile ore 20.45
sabato 6 aprile ore 16.30 e 20.45
sabato 13 aprile ore 16.30
sabato 20 aprile ore 20.45
domenica ore 17.00

Durata spettacolo: 1 ora e 50' compreso intervallo