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Più libri più liberi. Piccola editoria e libertà di espressione
È tornata Più libri più liberi, la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, organizzata dall’Associazione Italiana editori (AIE), che si tiene abitualmente a Roma nel mese di dicembre, in coincidenza con il "ponte" dell'Immacolata. Dal 2017, la manifestazione – un tempo allestita nel Palazzo dei Congressi progettato da Adalberto Libera e inaugurato nel 1954 – si svolge presso il nuovo Centro congressi della capitale, La Nuvola, progettata dall’archistar Massimiliano Fuksas e inaugurata nel 2016. Più libri è la prima fiera italiana dedicata esclusivamente all’editoria indipendente dove ogni anno circa 500 editori, provenienti da tutta la penisola, presentano al pubblico le novità e il proprio catalogo. Quest'anno si è svolta per cinque giorni complessivi, dal 4 all'8 dicembre, con oltre 650 eventi in cui è stato possibile incontrare gli autori di libri di tutti i generi, assistere a reading e performance musicali, ascoltare dibattiti sulle tematiche di settore.
A causa della pandemia, l’edizione 2020 di Più libri più liberi venne annullata. L’ultima edizione è stata quindi quella del 2019 e ha accolto presso il centro congressi La Nuvola oltre centomila persone nei cinque giorni di manifestazione. L'edizione del 2021, nonostante le restrizioni dovute alle politiche securitarie-sanitarie, ha quasi eguagliato il successo di quella precedente, con novantamila presenze e vendite in crescita, con più di 1200 gli ospiti italiani e internazionali. Più libri più liberi nacque nel dicembre del 2002 da un’idea del Gruppo Piccoli Editori dell’Associazione Italiana Editori. L’obiettivo è quello di offrire al maggior numero possibile di piccole case editrici uno spazio per portare in primo piano la propria produzione, spesso “oscurata” da quella delle imprese più grandi, garantendogli la vetrina che meritano. Una vetrina d’eccezione, nella capitale d’Italia e durante il periodo natalizio.
Tra gli appuntamenti più seguiti, ricordiamo quello con il premio Nobel Mario Vargas Llosa, l’incontro in ricordo di Andrea Camilleri con Luca Zingaretti e Maurizio de Giovanni, il dialogo tra Zerocalcare e Chiara Valerio e tra Roberto Saviano e Michela Murgia.
Tra gli altri ospiti, ricordiamo Fabrizio Gifuni, Serena Dandini, Ascanio Celestini, Francesca Reggiani, Alessandro Barbero, Jill Abramson, Fernando Savater, Vera Gheno, Chiara Frugoni, Johnny Palomba, Melania Mazzucco, Michela Marzano, Sandra Petrignani, Paolo Conti, Luigi Mascilli Migliorini, Stefano Bartezzaghi, Francesco Piccolo, Viola Ardone, Silvia Ronchey, Sergio Rubini, Cristina Comencini, Mogol, Paolo Virzì, Lillo & Greg, Giacomo Marramao e Marco Bellocchio.
Il Presidente dell’AIE, Ricardo Franco Levi, ha sottolineato come il successo di Più libri più liberi alla Nuvola di Roma sia stato "la conferma del momento felice dell’editoria italiana, di quella piccola e media in particolare", Anche la presidente della Fiera, Annamaria Malato, ribadisce che si tratta di "un appuntamento irrinunciabile per tutti gli amanti dei libri e della letteratura", un'ottima vetrina dove i piccoli e medi editori possono mostrare al pubblico il meglio delle loro produzioni.
Tra gli espositori – 530 distribuiti su oltre 3500 metri quadrati – erano presenti quasi tutti i marchi di qualità della piccola editoria italiana. Più problematica e controversa, a nostro parere, è stata la presenza dei cosiddetti "medi" editori, ossia di quelli il cui fatturato è senza dubbio minore di quello delle grandi holdings (come il gruppo Mondadori-RCS), ma che hanno comunque raggiunto una presenza meno di nicchia nei circuiti della grande distribuzione, con titoli di successo: alcuni di essi erano presenti, con una buona scelta del loro catalogo (ci riferiamo a Il Mulino, Carocci, Adelphi e Laterza), altri hanno invece disertato la manifestazione, pur essendo presenti nelle precedenti edizioni (ad esempio La Nave di Teseo, Newton Compton, Il Melangolo, ETS); altri ancora non hanno mai partecipato (Bollati Boringhieri, Mursia, Le Lettere). Da sottolineare l'assenza, frutto probabilmente di un esplicito intervento "censorio", di editori riconducibili alla galassia culturale della cosiddetta "destra radicale": erano sì presenti editori con un catalogo "ospitale" verso la cultura di destra (Pagine, Edizioni Mediterranee, Il Cerchio, Lindau), ma mancavano quelli sospetti di neofascismo e perfino di contiguità con idee nazionalsocialiste, come le Edizioni di AR, Altaforte e Settimo Sigillo. Non intendiamo qui sollevare una polemica un po' fuori delle righe, ma ci domandiamo se la pur doverosa avversione per le idee veicolate dai libri di siffatte case editrici debba tradursi in una conventio ad excludendum che impedisce, paradossalmente, un confronto democratico per confutare le tesi esposte in alcuni di quei libri. Ma de hoc satis, anche perché sull'argomento esistono teorizzazioni fondamentali di Karl R. Popper, Herbert Marcuse e John Rawls che qui non potremmo analizzare (basti citare il paradosso della tolleranza di Popper, per il quale «La tolleranza illimitata potrebbe condurre alla scomparsa della tolleranza stessa» perché permetterebbe a tutti di intervenire nella vita pubblica, anche agli intolleranti, che finirebbero per prevaricare sui tolleranti).
Peraltro, va sottolineato che il tema scelto per questa edizione è stato quello della libertà, caratterizzato dagli organizzatori come "il modo più appropriato per celebrare questo momento di rinascita ma anche di nuova condivisione". E proprio il brand della fiera contiene l'espressione "liberi", che è insita nel suo stesso DNA: sono proprio i libri che ci liberano e ci elevano. Un ideale a lungo anelato che, dopo i duri mesi di lockdown, si spera sia stato finalmente ritrovato, in tutte le sue possibili declinazioni: le libertà collettive e quelle personali, l’impegno per i diritti civili e politici, la libertà di stampa e di espressione, che dovrebbe essere un dato concreto e irrinunciabile per milioni di persone nel mondo. Il vero cuore della fiera è stato il programma culturale: incontri con autori, reading, dibattiti su temi di attualità, iniziative per la promozione della lettura, musica e performance live hanno scandito le cinque giornate della manifestazione in una successione continua di eventi per tutti i gusti e per tutte le età.
Un'altra novità rilevante è stata l'apertura al pubblico dell’Auditorium della Nuvola. Si tratta di uno spazio avveniristico e suggestivo, nel cuore della struttura progettata da Massimiliano Fuksas, che ospiterà una serie di eventi speciali in una cornice spettacolare e immersiva, più adatta a una programmazione legata al mondo del teatro, della musica e del cinema: con i suoi 1762 può "rivaleggiare" anche con le sale Santa Cecilia e Sinopoli del Parco della Musica. Vi abbiamo ascoltato, come evento di chiusura, la presentazione di Mamma Carissima. Lettere inedite dall’archivio Camilleri, ultimo capolavoro inedito del Maestro, in una lettura di Luca Zingaretti, suo interprete prediletto. Il carteggio del giovane Camilleri con i genitori Giuseppe e Carmela Fragapane costituisce una fonte unica e inedita sulla vita dello scrittore: l’incontro è stato aperto da Maurizio De Giovanni con un ricordo di Camilleri.
Tra le varie presentazioni, abbiamo ascoltato quella del filosofo Giacomo Marramao, che ha parlato del suo libro dedicato a Walter Benjamin (Benjamin e la scuola di Francoforte, per i tipi di Mimesis). Marramao ha sottolineato non solo il fatto che Benjamin sia uno dei pensatori più originali e più drammatici della storia del Novecento, ma anche l'inseparabilità del suo pensiero dal suo vissuto biografico. Egli ha spiegato come la concezione della storia di Benjamin rivisiti l’approccio teologico-politico di Carl Schmitt (paradossalmente, un filosofo vicino al nazismo interpretato da un filosofo ebreo, morto suicida al confine tra Francia e Spagna, perché braccato dalla polizia di Vichy, da quella franchista e dalla Gestapo), all’interno di un più ampio progetto di rigenerazione della teoria di Marx, in rottura con ogni forma di evoluzionismo deterministico e filtrato da nuove lenti filosofiche. Marramao ne ha tratto spunto anche per polemizzare con i suoi colleghi Giorgio Agamben e Massimo Cacciari, di cui non condivide la polemica contro le politiche sull'immunizzazione e le misure anti-Covid: sarebbe stato però molto più interessante assistere a un confronto in praesentia tra i tre filosofi, proprio in nome della libertà che è stata l'insegna di quest'ultima edizione della manifestazione. Sarà per la prossima edizione?