Preziose antichità. Il Museo Profano al tempo di Pio VI

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Cammeo Gonzaga

Una preziosa sorpresa accoglie i visitatori dei Musei Vaticani, uno scrigno di stupefacenti meraviglie che si sono accumulate nel corso dei secoli, in occasione del nuovo allestimento delle collezioni storiche del  Museo Profano dal 2 ottobre 2013 al 4 gennaio 2014, per la prima volta dopo oltre duecento anni ritorneranno, dopo le razzie napoleoniche, pezzi di inestimabile valore, che si potevano ammirare al tempo di Pio VI.

Il Museo Profano fu istituito da Clemente XIII (Rezzonico 1758-1769) nel 1761 e compiuto nel 1767, questo fu il  primo spazio dedicato alle raccolte di antichità profane prima che fossero successivamente creati i Musei Vaticani. Il Museo fu creato dopo quello Cristiano o Sacro (1757), i due contesti espositivi  sono collocati agli estremi opposti della Galleria Clementina. Nacquero come collezioni della Biblioteca Apostolica, in quanto gli oggetti erano stati ritenuti in stretta relazione con il contenuto dei libri, ed erano accessibili solo ai frequentatori, fino a che Giovanni Paolo II nel 1999 non dispose che la loro cura passasse alla competenza dei Musei Vaticani.

La sala storica è un gioiello del barocco settecentesco impreziosita di marmi policromi stucchi e finti marmi ha sulla volta una tempera di Stefano Pozzi, con un soggetto allegorico: Minerva  che incita il popolo di Roma a sottrarre le antichità dalla distruzione, operata dell'inesorabile scorrere del tempo. Pio VI (Braschi 1775-1799) collezionista di raffinata cultura arricchì il museo e fece realizzare, su disegno di Luigi Valadier, splendidi armadi in legno del Brasile all'ebanista Andrea Mimmi.

L'uccisione a Roma nel 1798 del generale Mathurin-Léonard Duphot, che fu il pretesto per l'invasione dello Stato Pontificio e la creazione della Repubblica Romana, ebbe come conseguenza che molte pezzi della collezione, gemme e cammei antichi, legati alla fine del Settecento in elaborate montature neoclassiche, e preziose collezioni numismatiche con pezzi di origine greca, etrusca e romana, partirono per la Francia come indennizzo di guerra.

Dopo Waterloo Antonio Canova si prodigò  per riportare nello Stato Pontificio pitture e statue che erano state razziate dai Francesi, riuscendo a portarne indietro una buona parte ma non tutte, come questi oggetti preziosi, di cui non esistevano inventari e che potevano essere più facilmente nascoste. Il libro di Paul Wescher I furti d'arte. Napoleone e la nascita del Louvre (Einaudi 1988) illustra chiaramente le vicissitudini delle opere d'arte razziate dalle truppe napoleoniche e il ruolo di Dominique Vivant Denon.

Il dott. Guido Cornini, curatore de il Reparto Arti Decorative dei Musei Vaticani, e l'assistente dott.ssa Claudia Lega si sono occupati del restauro del Museo. A questo scopo fin dal 2000 hanno condotto un accurato studio delle fonti archivistiche e inventariali; questo lavoro ha permesso di ricostruire la provenienza delle opere: collezioni o i propri contesti di rinvenimento. Il nuovo allestimento non riguarda solo la sala storica, che ospita le opere provenienti dalle collezioni del XVII e XVIII secolo (principalmente quella del Card. Gaspare Carpegna), collocate negli splendidi armadi in legno del Brasile, che sono stati anch'essi restaurati, ma si è estesa alla Galleria Clementina in cui sono state esposte opere finora tenute in magazzino.

In apposite vetrine sono stati sistemati i reperti provenienti dagli scavi settecenteschi e ottocenteschi nello Stato Pontificio. Tra gli esemplari più preziosi e importanti sono esposti: i bronzetti di VI-IV sec. a.C di Valle Fuino da Cascia, la testa e il braccio d'avorio di una statua di Atena crisoelefantina di età adrianea dalla villa sabina della potente famiglia dei Bruttii Presentes,  trovati durante gli scavi della bonifica pontina effettuata nel corso del pontificato di Pio VI e le code di cavallo in bronzo dorato ritrovate durante realizzazione del Ponte sul Fosso della Scheggia.

Ci sono anche sezioni tematiche in cui sono esposti manufatti che illustrano aspetti di vita quotidiana, civile e militare, tra i quali una splendida testa di divinità femminile e una copia di magnifici grifoni alati. Una sezione a parte è dedicata ad opere del '700 e '800 ispirate all'antico come i Cammei Girometti acquisiti per arricchire il museo dopo la spoliazione napoleonica e reperti archeologici di diversa origine: assiro-babilonesi, precolombiani e pompeiani. Il restauro ha restituito all'occhio del visitatore la sala storica in tutto il suo splendore e la nuova esposizione è molto accurata e di grande interesse.

In questa occasione i curatori sono riusciti a riportare nei Musei Vaticani, per una mostra temporanea: Preziose antichità. Il Museo Profano al tempo di Pio VI, alcuni tra i pezzi più rappresentativi tra quelli che furono portati in Francia. Una giornata di studi sul tema Il museo profano: dalle origini al  tempo di Pio VI un percorso di arte, collezionismo, archeologia è anche in programma per il 16 dicembre.

La mostra Preziose Antichità. Il Museo Profano al tempo di Pio VI è stata allestita nella  Sala delle Nozze Aldobrandine  e per la prima volta in oltre duecento anni è possibile ammirare negli spazi per i quali erano state originariamente concepite opere come il Gruppo dell'Augusto, con lo splendido ritratto in calcedonio dell'imperatore, il famoso Cammeo Carpegna, onice meravigliosamente incisa con il Trionfo di Bacco, il Gruppo delle Paste, con il pinax in vetro-cammeo raffigurante gli amori di Bacco e Arianna, e altri Gruppi e cammei  impreziositi dalle stupefacenti montature realizzate da Luigi Valadier, celeberrimo argentiere romano della Roma di Pio VI. 

È in esposizione anche lo straordinario Cammeo Gonzaga, di epoca ellenistica con il ritratto di Tolomeo II Filadelfo e della sua sposa Arsinoe, ultimo grande acquisto di papa Braschi che Napoleone regalò alla moglie Joséphine de Beauharnais.  Joséphine lo donò allo zar Alessandro I (1777-1825) di Russia, che le aveva permesso di conservare la sua collezione d'arte, proveniente dalle razzie napoleoniche e abilmente sottratte a Dominique Vivant Denon; attualmente è conservato  al museo dell'Ermitage.

Pubblicato in: 
GN47 Anno V 22 ottobre 2013
Scheda
Titolo completo: 

Musei Vaticani
Preziose Antichità. Il Museo Profano al tempo di Pio VIurata: 2 ottobre 2013 – 4 gennaio 2014
Luogo: Sala delle Nozze Aldobrandine, Musei Vaticani
Biglietto: L'accesso gratuito alla mostra è incluso nel biglietto di ingresso ai Musei Vaticani
Catalogo: Edizioni Musei Vaticani - Disponibile nei punti vendita all'interno dei Musei Vaticani al prezzo di € 38.00
Orario: segue quello dei Musei Vaticani (ore 9.00-16.00 con chiusura alle ore 18.00)
N.B.: Ingresso gratuito ai Musei Vaticani e alla mostra ogni ultima domenica del mese
Orario: 9.00-14.00, ultimo ingresso alle ore 12.30
La mostra è accompagnata da un catalogo, edito in tre lingue da Edizioni Musei Vaticani, che presenterà le opere esposte e la loro storia, focalizzando l'attenzione sul Museo Profano durante il papato di Pio VI, periodo in cui le collezioni conobbero il loro massimo splendore.