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Profumi a Palazzo Madama
La Sala Atelier al secondo piano di Palazzo Madama a Torino ospita fino al 21 maggio prossimo una mostra unica al momento non solo sotto la Mole: Perfumum I profumi della Storia. La mostra vuole raccontare l'evoluzione e la pluralità dei significati del profumo dall'Antichità ad oggiattraverso un percorso di più di duecento oggetti, tra preziosi, vetri, porcellane, affiche e trattati scientifici.
L'esposizione è curata da Cristina Maritano, conservatore presso Palazzo Madama e presenta oggetti dalle collezioni del palazzo stesso, ma anche da numerosi prestiti di altri Musei e istituzioni subalpini, come il MAO, il Museo Egizio, il Museo di Antichità, la Biblioteca Nazionale, la Biblioteca Guareschi del Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco. Inoltre ci sono contributi da fuori Torino, come il Museo del Bargello e gli Uffizi di Firenze, il Museo di Sant'Agostino di Genova e il Musée International de la Parfumerie di Grasse in Provenza, oltre che di collezionisti privati per i flaconi del Novecento.
In parallelo alla mostra, l'Associazione culturale torinese Per Fumum organizza una rassegna di incontri con ospiti internazionali sulla cultura della profumeria, con ospiti dalla Osmothèque di Versailles e di altre importanti realtà e in occasione della mostra il creatore di fraganze Luca Maffei propone degli odori profumi ispirati alle varie epoche storiche presenti.
In mostra si parte appunto dall'antichità, dove i profumi avevano un significato sacro, per poi arrivare al Medio Evo, dove il profumo ha anche una funzione protettiva e terapeutica. Nel mondo islamico, più attento per secoli a igiene e scienza, il profumo è importante anche come prodotto di consumo, mentre l'età rinascimentale in Europa vede la laicizzazione del profumo e la diffusione di nuove ricette, anche per nascondere i cattivi odori di un mondo che si lavava poco per non dire mai. Nel Seicento la Francia diventa leader nella produzione dei profumi, sia per uso personale che per ambienti, in una storia che arriva poi fino al Novecento con flaconi che sono opere d'arte loro stessi, come quelli di Lalique per Coty e di Baccarat per Guerlain, m anche oggetti di culto come il Diorissimo di Dior e Shocking di Elsa Schiaparelli. Il percorso di visita è completato da etichette e manifesti di case produttrici di profumi tra Otto e Novecento.