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I Pupa. Lo spettacolo di Alessandro Formica al Roma Fringe Festival
Da giugno il Roma Fringe Festival va proponendo a Roma una serie di spettacoli, alcuni dei quali estremamente validi, che si nutrono anche della singolare atmosfera offerta da una suggestiva cornice all’aperto, quella di Villa Mercede. Incastonata nel cuore di San Lorenzo, Villa Mercede non si limita a concedere le sue pulsazioni al teatro. Le sue serate estive sono caratterizzate anche da altro. Ce ne siamo resi conto poche settimane fa, quando ci si è recati lì per uno spettacolo che aveva destato in noi un genuino interesse: i Pupa di Alessandro Formica.
L’indiavolata commedia, abitata con disinvoltura da interpreti giovani e assai preparate come Rossella Celati, Rachele Minelli e Sara Pantaleo, è stata in cartellone al Fringe il 23, 24 e 25 giugno. Abbiamo scelto proprio l’ultima data disponibile, martedì 25 giugno, sottoponendoci così a una piccola prova di resistenza: inizio previsto per le 23.30. Non solo! Complice un ritardo dello show precedente, i Pupa sarebbe andato poi in scena a mezzanotte inoltrata. Si è corso quindi il rischio di crollare anticipatamente? Niente affatto, poiché è stato piacevole ingannare il tempo tra le bancarelle colorate e uno stand, quello della birra artigianale, che ha saputo offrire al sottoscritto non poche gioie.
E così, nonostante un tasso alcolico nel sangue che avrebbe reso senz’altro difficile, per chi scrive, affrontare la prova del palloncino, il ritmo impresso dalle tre protagoniste allo spettacolo ha fatto sì che nell’ora successiva non si affacciasse nemmeno uno sbadiglio; a caratterizzare questa esperienza teatrale in notturna sono state, semmai, le fragorose risate del pubblico, reso partecipe di uno schietto ma non banale divertimento. I Pupa, nella sua leggerezza di fondo, è uno spettacolo agile, snello, di assoluta semplicità scenica. Ma anche ben calato nell’attualità.
Sono le tre differenti tipologie femminili schierate sul palco a catturare l’attenzione. Rossella Celati impersona con una certa originalità la classica donna in carriera, fondamentalmente destrorsa, dal piglio arrogante ma anch’ella piena di insicurezze e piccole frustrazioni. La minuta Rachele Minelli è invece una ragazza depressa, di estrazione proletaria, giustamente incazzata col mondo; pronta a scattare come un fascio di nervi, per passare poi a momenti di totale autocommiserazione. Dal canto suo Sara Pantaleo è la bellona di turno, tutta ripiegata sulle questioni più frivole ed esteriori, tanto da porre al centro dell’universo il proprio aspetto fisico, fregandosene del resto. Ma andando avanti tutte e tre proporranno angolazioni caratteriali inaspettate, ulteriori debolezze come anche scatti di orgoglio, sprazzi d’innocenza e sincerità.
Si gioca sulla natura degli stereotipi, insomma. E sulla complessità dell’universo femminile. Per il resto la vivace interazione delle tre protagoniste si snoda su un canovaccio altrettanto semplice, con le ragazze sedute nervosamente ad aspettare non Godot, ma un “tale” misterioso che potrebbe aiutarle a cambiar vita. In meglio o in peggio? Chissà. Fatto sta che i Pupa, pur senza sfoderare intuizioni particolarmente nuove, sa mettere a frutto un’osservazione attenta e partecipe della crisi sociale che ci circonda, da parte del giovane e promettente autore. Il brio necessario a rendere coinvolgente questa situazione, per certi versi così snervante, lo si deve poi al talento comico delle protagoniste, rivelatesi in grado di finalizzare le potenzialità dei rispettivi personaggi, grazie a una gamma ben assortita di variazioni vocali, pose buffe, stilizzazioni e tic di notevole presa sul pubblico.