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Quella sera dorata di Ivory. Il misterico afflato della gondola
Una casa colonica in Uruguay, una famiglia allargata da un amante sopravvissuta alla morte dello scrittore Jules Gund che abita insieme alla moglie, Caroline, la bravissima Laura Linney, e poi il sir del teatro-cinema britannico, la grande scoperta di Ivory in Quel che resta del giorno (1993), Anthony Hopkins, tessono il quadro di Quella sera dorata, la nuova Casa Howard di James Ivory.
Charlotte Gainsbourg nella parte di Arden e Omar Metwally nella parte di Omar Razaghi alla ricerca dell’autorizzazione alla sua biografia di dottorato su Jules Gund, sono gli inconsapevoli protagonisti di una storia d’amore nonostante loro, che sulla gondola veneziana conservata sulla battigia dell’oceano, è foriera di unione. La stessa gondola che prende il titolo dall’unico romanzo che ha conferito celebrità a Jules Gund, dal titolo omonimo di La gondola, una ovvia interiezione fra le correnti della laguna e le vibranti correnti emozionali di cui si approvvigionano fortemente tutti i componenti della famiglia, originari oppure acquisiti.
Vira su terreni sentimentali questa storia che trae la linfa vitale dal libro di Peter Cameron omonimo, un best-seller edito in Italia da Adelphi nel 2006 e giunto a svariate riedizioni. La frase è colta dalla seconda parte del libro e costruisce quasi un aplomb metaforico ai dialoghi dei personaggi: dalla orgogliosa e sarcastica moglie di Gund, Caroline, fino al fratello di Jules, Adam, che insieme all’amante forma una romantica deriva dalla società, in una villa dove il tempo si è fermato agli inizi del Novecento, ed ancora i cocktail americani come il Manhattan dipingono un clima da Improvvisamente l’estate scorsa (1959, di Mankiewicz), compreso il misterico afflato.
Laura Linney ci offre una performance da Oscar in questo film, compenetrando simbioticamente il suo personaggio di donna delusa con un tot di cinismo ed uno strano sguardo di rarefazione colto nei suoi stessi quadri (quelli che dipingeva prima delle copie). Sir Hopkins è una figura da amante fuggitivo finchè non si decide ad accettare ciò che generosamente gli si offre. Alexandra Maria Lara, nella parte della fidanzata di Omar, Deidre, è a suo agio e declina la sua parte egregiamente guidata da un maestro dei labirintici risvolti, ovvero Ivory, grandemente coadiuvato dall’ottima sceneggiatura di Ruth Prawer Jhabvala e la fotografia di Javier Aguirresarobe. La musica di Drexler fa scaturire il cammino del film dall’inizio, inondando di umori caldo-umidi - come ci rammenta il clima - fino al suo scioglimento.