Supporta Gothic Network
Recuperati dai Carabinieri del TPC gli ori trafugati a Villa Giulia
È difficile sottrarsi al fascino dei preziosi ori Castellani, recuperati dai Carabinieri del Comando TPC (Tutela Patrimonio Culturale) in seguito a una complessa indagine e presentati alla stampa nella caserma La Marmora, sita a Roma in via Anicia 24, prima del loro prossimo rientro nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Da questa collezione di gioielli era talmente attratta una cittadina russa da averne commissionato il furto. E fu così che nella notte di Pasqua del 2013 dei ladri incappucciati, armati di ascia e fumogeni, riuscirono a trafugare 27 preziosi gioielli, il cui valore è stato stimato in oltre tre milioni di euro.
Come ha illustrato il Comandante del TPC gen. Mariano Mossa, nel corso dei primi accertamenti riguardanti un antiquario romano implicato nel caso, vennero fermate all’aeroporto di Fiumicino la figlia dell’antiquario e la cittadina russa, che era in possesso di un catalogo della collezione e di foto delle vetrine degli ori e dell’impianto di videosorveglianza del museo di Villa Giulia. Venuto meno l’acquisto da parte della russa, gli autori materiali del colpo cercarono quindi di piazzare altrove i preziosi monili e proprio nel momento in cui gli ori stavano per essere ceduti a facoltosi acquirenti, i carabinieri sono riusciti a recuperarli.
In realtà ne mancano alcuni all’appello, ma si tratta di quelli meno importanti, forse perduti nel corso della fuga. Comunque le indagini, che hanno portato all’identificazione dei ricettatori e all’arresto di due indagati, sono ancora in corso e non si esclude di poter riavere ciò che manca. I 23 gioielli recuperati, sapientemente disposti su un pannello scuro atto a far risaltare il loro aureo fulgore e i colori delle gemme, dalle ametiste agli smeraldi, ci incantano in particolare per quella loro particolare interpretazione dell’antico, come per esempio nel gioiello con il micromosaico della civetta di Atena, nel bracciale con le scritte in greco Tyche ed Eros (Fortuna e Amore), o nelle collane realizzate con pietre incise. Straordinari poi sono i cristalli di rocca intagliati a forma di testine o con motivi sacri. Alcuni di questi gioielli dovranno essere restaurati e una collana ricongiunta con alcuni frammenti che erano rimasti nella vetrina scassinata a Villa Giulia.
Ovviamente il furto suscitò all’epoca notevole scalpore e la sala, che accoglieva la collezione, venne chiusa per due anni, prima di ripresentare i materiali al pubblico con un nuovo blindatissimo allestimento nella cinquecentesca Sala delle Arti e delle Scienze, ribattezzata con il nome di Camera delle Meraviglie. Il periodo di chiusura ha permesso di restaurare i gioielli e studiare a fondo le tecniche e le leghe usate dalla famosa famiglia romana di orafi, collezionisti e antiquari dell’Ottocento, il cui ultimo discendente donò allo Stato la preziosissima collezione (migliaia di pezzi, compresi alcuni reperti antichi provenienti da scavi) nel 1919. Proprio perché appassionati di arte antica, Fortunato Pio Castellani (Roma 1794-1865) e i figli Augusto e Alessandro si ispirarono per molte delle loro creazioni agli ori riportati alla luce durante gli scavi archeologici dell’epoca, creando un nuovo stile che si affermò rapidamente.
Si lasciarono influenzare, in particolare, dalle raffinate oreficerie orientalizzanti delle necropoli di Cerveteri, Veio, Vulci e Tarquinia, soprattutto per la tecnica della granulazione e della filigrana. Ma, oltre allo stile “etrusco”, in queste creazioni ottocentesche figurano anche il periodo "tirreno", il "siculo", il "romano", il "medievale" (con straordinari smalti e pietre preziose), il "rinascimentale" e infine il "moderno". Il successo delle oreficerie Castellani fu tale che ancora oggi ispirano i più noti creatori di gioielli, tra cui Bulgari, e Il loro marchio della doppia C è stato imitato da Cartier e Chanel. La doppia C è legata, oltre che al cognome di Castellani, a quello del duca Michelangelo Caetani (Roma 1804-1882), appassionato disegnatore di gioielli per l’atelier Castellani, oltre che dantista e politico.