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Roma Cinema Fest. Juliette e Quod erat demonstrandum
Il Festival Internazionale del Film di Roma apre con due film dedicati agli anni '80, per due sezioni diverse: Concorso e Alice nella cittä. In Concorso un film dalla Romania dal titolo latino, come la lingua dal quale proviene il rumeno, e quindi Quod erat demostrandum si rivela un thriller congegnato ai tempi di Ceausescu, con un lato ironico molto forte. Il film rumeno di Andrei Gruzsniczk si é aggiudicato il Premio Speciale della Giuria.
Per quanto riguarda Juliette, per la sezione autonoma per ragazzi (ma anche grandi) di Alice nella città, é la storia di come evolve una post-adolescente algida e tutta rivolta verso il suo universo interiore e le sue indagini di esso. Il rapporto per lei però si fa piú approfondito nel momento in cui si accorge che la storia con il ragazzo con il quale stava precedentemente non ha paragoni, in termini sentimentali, con le odierne avventure in discoteca. E, sebbene Gaëthan si appassioni effettivamente a lei, lei fugge da quest'ultima relazione, anche se inviando segnali contraddittori.
Il film si rivela sia completo dal punto di vista registico, l'opera prima di Pierre Godeau, sia dal punto di vsta della protagonista, Astrid Bergès-Frisbey, perfettamente a suo agio nella parte. Gli interni delle case del centro di Parigi, specialmente se attici o piani alti, sono particolarmente affascinanti, e Juliette ci si muove a proprio agio, come anche nei dintorni di uno dei parchi centrali, dove si svolgerá una disputa con Gaëthan. Un bildung-film, se vogliamo traslare il significato della storia della pellicola con un termine letterario che vuol dire romanzo di formazione. Decisamente compiuto come crescita della protagonista, possiamo figurarci che Godeau presto filmerá la sua opera seconda.
Un thriller rumeno ai tempi del regime sovietico: una Stasi che qui si chiama DSP, meno precisa e rigorosa dello spionaggio tedesco-sovietico, si rivela perö sia ingombrante sia lungimirante nel controllo, con quel velo di falsa affettivitá e benevolenza che sia gli amici dei protagonisti (ma soprattutto del regime), sia le spie vere e proprie (gli agenti), dimostrano, ancor piú proditoriamente.
Tre amici, ricercatori di Matematica dell'universitá di stato, si trovano ad essere separati tra loro e dalle loro carriere a causa del regime: Dacu da sua moglie e da suo figlio, da cui non puö essere raggiunto all'estero; Sorin, rimasto in Romania con Elena, non riesce a pubblicare nessuna delle sue ricerche perché non rientra tra i favoriti del regime.
Girato totalmente in bianco e nero, riesuma attraverso la scala di grigi, la piattezza di una dittatura sotterranea che indebolisce qualsiasi legame, imbastardendo i rapporti fino alla cognizione hobbsiana piú letale per le relazioni umane. Il tocco ironico fa risollevare il film da venature piú oscure, ed il regista Gruzsniczki ritrae a perfezione un'epoca che nell'aspetto, rivedendo Bucarest ora, é ancora del tutto presente.