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Roma Europa Fest. Pianohooligan, minimalismo in jazz fusion
Il Roma Europa Festival il primo novembre, il giorno di Ognissanti, ha presentato un particolare progetto chiamato Missa sine verbis (Messa senza verbo, ovvero senza parole) al Teatro 1 del Mattatoio: il progetto prende il nome dal pianista polacco Piotr Orzechowski, che si è ribattezzato Pianohooligan. Il concerto è per quintetto d’archi, quartetto jazz ed elettronica ed è basato sul ri-arrangiamento delle musiche sacre dei più importanti compositori polacchi tra cui Henryk Górecki e Krzysztof Penderecki.
Dopo un'attesa durata circa un'ora per dei problemi tecnici, che però è stata provvidenziale per conversare con i colleghi musicologi ed assaporare un generoso appetizer offerto dal festival, è iniziato il concerto che ha visto sul palcoscenico del Teatro ! del Mattatoio – luogo infausto, particolarmente dopo un'emergenza sanitaria durata quasi tre anni – un ensemble formato da due quartetti ed una orchestra da camera: Quartetto Jazz, Quintetto d’archi di AUKSO e Orchestra da camera della città di Tychy e Stefan Wesolowski.
L'atmosfera era calda e suadente, soprattutto per l'intersecarsi delle note di Pachelbel con le improvvisazioni vivaci alternativamente dei due quartetti, e l'Orchestra da camera sempre sullo sfondo: vi è stato un momento per ogni solista, a partire dal contrabbassista e dal batterista che si sono particolarmente notati per la presenza. Il batterista con i piatti creava variamente sfondi musicali sia per le improvvisazioni al piano intessute di jazz, sia per un repertorio solista nutrito di passaggi rockeggianti. Il contrabbasso, strumento di per sé grave, è stato il punto più impervio, anche per la concentrazione che pretendeva dagli spettatori, offrendo però un panorama infarcito di profondo spiritualismo, quasi a sorbire i dettami di Steiner.
L'uso dei metallofoni creava un'atmosfera ipnotica su cui il piano si distendeva per far seguire inserti da Philip Glass, pienamente minimalisti, ed echi di Michael Nyman, ammorbidendo le ripetizioni: al piano Orzechowski guidava, spesso alzandosi a dare indicazioni attraverso segni con le mani. Il pianista direttore Pianohooligan (Orzechowski), di Cracovia, è sia pianista sia compositore di profilo jazzistico ma non solo; il suo album di debutto è infatti dedicato al compositore polacco Penderecki, scomparso di recente, il 29 marzo 2020: il cd è Experiment: Penderecki (Decca/Universal, 2012). Prima di questo cd si era fatto notare ai festival "Jazz Juniors", "Jazz nad Odrą" o "Krokus Jazz", vincendo poi nel 2011 il Montreux Jazz Solo Piano Competition, che gli aggiudicò una certa notorietà nel suo campo. Molte le sue collaborazioni, tra cui High Definition Quartet, Skalpel e Adrian Utley.
Il tipo di improvvisazioni ideate con i quartetti e l'orchestra da camera sono state molto variegate, con echi dal folclore polacco, quelle più comprensibili; e da un altro compositore polacco contemporaneo: Henryk Mikołaj Górecki (Czernica, 6 dicembre 1933 – Katowice, 12 novembre 2010), la cui cifra stilistico-drammatico compone un intreccio solo con le cadenze quasi messianiche dei suoi brani.
Applaudito a lungo, forse doveva solo accorciare la lunga coda finale che, a nostro modesto giudizio, è stata distesa su troppe cadenze ormai rilassate: in ogni caso una fusion piuttosto incredibile e affascinante, di cui attendiamo gli sviluppi dopo che l'ultimo album, edito nel 2017, rievoca la struttura bachiana col titolo 24 Preludes & Improvisations (Decca/Universal).