Roma Galleria Corsini. Il giovane Mattia Preti a Roma

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Mattia Preti Soldato

La splendida cornice della Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Corsini ospiterà fino al 18 gennaio 2016, per la prima volta a Roma, una mostra dedicata a Mattia Preti (1613-1699), uno dei pittori più rappresentativi del Seicento. L'evento è legato alla celebrazioni promosse dal Comitato per il IV centenario della nascita di Mattia Preti, presieduto da Vittorio Sgarbi, e all’interno delle manifestazioni romane legate al Giubileo straordinario. L'esposizione è stata ideata da Vittorio Sgarbi e Giorgio Leone, attuale direttore della Galleria Corsini e curatore dell'esposizione.

Per l'occasione sono in mostra ventidue opere di Preti provenienti da prestigiose istituzioni europee e italiane, dal Musée des Beaux-Arts di Carcassonne agli Uffizi, dalla Galleria Nazionale di Cosenza alla Pinacoteca di Brera, e da alcune collezioni private italiane, londinesi e svizzere. In questa mostra si è voluto approfondire il periodo di apprendistato e l'inizio dell'attività  del  “Cavaliere Calabrese”, prima insieme al fratello Gregorio e poi in proprio, nella Roma del Seicento fino al 1649, anno della commissione dello stendardo giubilare di San Martino al Cimino, un'opera in cui ormai il personale stile dell'artista è delineato.

Dal saggio di Roberto Longhi, Ultimi studi su Caravaggio e la sua cerchia (1943), in cui si parlava anche del periodo giovanile di Mattia Preti a Roma, si sono succeduti gli studi per approfondire questo aspetto ma tra gli studiosi non c'è concordanza né riguardo alla datazione delle opere né sulla evoluzione dello stile. Gli scarsi documenti a riguardo e le notizie contraddittorie dei primi biografi non aiutano, Bernardo De Dominici – il biografo settecentesco sostiene che l'unico maestro fu il fratello, mentre padre Sebastiano Resta, intenditore d’arte e collezionista seicentesco, afferma che il suo maestro fu  Giovanni Lanfranco. In base ai documenti conosciuti, nel 1624, non solo il fratello è presente a Roma, ma forse con lui è anche il giovanissimo Mattia; inoltre nel 1632 i due sono documentati nella bottega di un pittore marchigiano.

Nelle opere giovanili è difficile discernere quale parte sia da attribuire al fratello Gregorio e quali a Mattia, La Madonna della purità di Taverna esposta nella sezione dedicata al al rapporto tra i due fratelli, è vicina allo stile di Giovanni Lanfranco. Nella Roma in cui arrivò il “Cavaliere Calabrese” erano presenti diversi pittori che in modo diverso si ricollegavano a Caravaggio, francesi, Simon Vouet, Valentin de Boulogne e Nicolas Tournier e italiani, tra tutti Bartolomeo Manfredi, a cui è associata l'espressione "Manfrediana methodus". La"Manfrediana methodus", traduzione latina dal tedesco "Manfredi Manier" è un termine coniato dal traduttore di Sandrart (1683), Christian Rhodius,  per indicare lo stile e il modo di dipingere, sono composizioni in cui i soggetti, a mezza figura, sono a grandezza naturale e appartengono alla "gente bassa",  poveri, prostitute, giocatori, zingare che predicono la sorte, rappresentati nel modo più realistico; questa era la maniera attribuita ai seguaci di Caravaggio.

Le opere di Preti in esposizione, Sinite Parvulos e il Tributo della moneta di Brera, per la prima volta messo a confronto con il Tributo della moneta della Galleria Corsini, e la Negazione di Pietro di Carcassonne, rientrano certamente in questa maniera indicata come"Manfrediana methodus". La pittura di Caravaggio è potentemente drammatica, l'uso del chiaroscuro ha precisamente questo scopo, nel giovane Mattia, affascinato da questa tecnica, ma influenzato dall'incipiente  Barocco, il tema dellla Negazione di Pietro, è rappresentato in modo teatrale nel gesto del soldato che prende per la barba Pietro. Lo stesso tema in Caravaggio è incentrato invece nella mimica e nell'espressione del volto di Pietro che ne riflettono l'angoscia.

Il Preti fu attratto anche dal Giovanni Barbieri (il Guercino), dal suo modo di trattare il chiaroscuro, un esempio è la luce sulla armatura del Soldato, (Museo civico di Rende). Tra gli artisti il cui influsso concorse alla formazione dello stile de “Cavaliere Calabrese” ci furono oltre all LanfrancoAndrea SacchiNicolas Poussin, ma anche la pittura di  Paolo Caliari (il Veronese) e la fisicità della scultura di Gian Lorenzo Bernini. Il sommarsi degli influssi di questi diversi artisti è affascinante nei quadri in esposizione come il Buon Samaritano (collezione privata), la Fuga da Troia (Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini), Salomone offre  sacrifici agli idoli (collezione privata) e San Pantaleo (collezione privata). Le opere sono esposte in modo che il visitatore possa confrontarle proprio con quegli artisti a cui Preti si ispirò nella sua formazione. L'effetto di della concentrazione di quadri in uno spazio ridotto ottiene l'effetto di un'abbondanza visiva e artistica, che richiede un'accurata attenzione al visitatore ma è sicuramente di grande suggestione.        

Pubblicato in: 
GN8 Anno VIII Numero doppio di Natale 24-31 dicembre 2015
Scheda
Titolo completo: 

Mattia Preti: un giovane nella Roma dopo Caravaggio
28 ottobre 2015 – 18 gennaio 2016
Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Corsini
Via della Lungara 10 – 00165 Roma

Gli orari sono quelli del museo e anche il costo del biglietto
a cura di Giorgio Leone
Comitato di studio
Maria Grazia Bernardini, Luca Calenne, Giovanna Capitelli, Francesca Cappelletti, Riccardo Lattuada, Giorgio Leone, Raffaella Morselli, Gianni Papi, Daniela Porro, Keith Sciberras, Vittorio Sgarbi, Claudio Strinati, Giuseppe Valentino, Rossella Vodret
Coordinamento organizzativo
Anna Selvi
Comitato organizzativo
Maria Elena Corrado, Paola Sannucci, Massimo Santelli, Anna Selvi, Massimo Tiballi
Ufficio mostre
Tullia Carratù
Alessandro Cosma, Maria Francesca Castaldo
Allestimento Progetto Artiser
Trasporti Expotrans
Con il contributo di Civita Cultura