San Gemini. Due rare composizioni inaugurano il 1° Festival Sacro In Canto

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Fabio Ciofini

La suggestiva chiesa di San Francesco di San Gemini ha ospitato il 2 aprile scorso il primo concerto del 1° Festival Sacro In Canto,  il programma è stato incentrato sulla prima ripresa moderna delle Litanie di Stanislao Falchi e sullo Stabat Mater di Luigi Boccherini, le composizioni sono state eseguite da Il Labirinto vocale e l’Accademia Hermans diretti da Fabio Ciofini.

La scelta di queste due composizioni è stata molto interessante a cominciare dalle Litanie di Stanislao Falchi (1851-1922), che nacque a Terni e nella ricorrenza del centenario della morte l’Associazione In Canto, di quella stessa città,  ha voluto ricordare la sua figura rilevante nella storia della musica a Roma tra fine 800 e l’inizio del secolo scorso. A Roma nel 1877 fu inaugurato  il Liceo musicale di Santa Cecilia  dove Falchi iniziò la sua carriera di didatta come insegnante di canto corale, nel 1882 di canto normale e nel 1890 a coronamento della carriera ebbe la cattedra di contrappunto, fuga e composizione nel conservatorio di Santa Cecilia. Tra i suoi allievi vi furono il compositore di musica sacra don Licinio Refice e due celebri direttori d’orchestra: Bernardino Molinari e Vittorio Gui.

Fu anche compositore ma non ebbe esito favorevole, la sua  opera Giuditta (1887) fu stroncata da Gabriele D’annunzio. Si dedicò allora con successo alla direzione d’orchestra e solo nel 1899 la nuova opera Il trillo del diavolo ebbe esito favorevole, ma il nuovo impegno di direttore del Liceo musicale di Santa Cecilia lo coinvolse al punto di trascurare la composizione. Con Enrico di San Martino Valperga, Ottorino Respighi, Antonio Vessella, Giovanni Sgambati si occupò, non solo della didattica, ma dal 1907 al 1914 anche della organizzazione dei concerti per fare di Roma un centro di livello internazionale, infatti all’Augusteo negli anni prima della guerra diressero Richard Strauss, Ferruccio Busoni, Gustav Mahler, Arturo Toscanini, Bruno Walter.

Le Litanie per armonium e due soprani sono manoscritte e incomplete, Silvia Paparelli, membro dell’Associazione In Canto e autrice del saggio Stanislao Falchi: musica a Roma tra due secoli, ritiene che sia una composizione da ascriversi alla attività di didatta riservata ai maestri di scuola, in quanto fu direttore di canto corale in varie scuole di Roma dal 1883. La linea di canto, infatti, è semplice e non presenta particolari difficoltà, inoltre il brano è breve e ci è giunto largamente incompleto in quanto le altre parti sono andate perdute, forse perché Falchi non lo riteneva importante. Le parti rimaste sono il Kyrie, le invocazioni alla Trinità, tre alla Vergine e l’Agnus Dei.  L’esecuzione è stata intensa ed espressiva grazie a Fabio Ciofini all’armonium e ai due soprani, Giovanna Gallelli e Patrizia Polia.

Lo Stabat Mater di Luigi Boccherini, di raro ascolto, è stata l’altra composizione in programma, Boccherini come Antonio Vivaldi morì in povertà e fu dimenticato ma, mentre il secondo ha goduto di una fruttuosa e interessante riscoperta che lo vede presente nei programmi delle istituzioni musicali, il primo ancora compare sporadicamente nei programmi dei concerti di musica da camera, nonostante la sua importanza storica nell’elaborazione della forma del quartetto e del quintetto di archi sia attestata anche dalle prove storiografiche del successo e della stima dei contemporanei, su cui emergono Haydn e Mozart.

Meritoria è stata quindi la scelta dell’esecuzione della seconda versione dello Stabat Mater, la prima per soprano e archi fu composta  ad Arenas in Avila per l'Infante di Spagna Don Luis nel 1781, la seconda per soprano, contralto, tenore ed archi, fu realizzata nel 1800, e secondo quanto scritto dall'autore sulla copia manoscritta del Conservatorio di Parigi, «per evitar la monotonia di una sola voce e la troppa fatica a quest'unica voce cantante». Da notare che Boccherini ha scelto per la seconda versione del suo Stabat tre voci chiare, infatti il timbro più scuro è quello del tenore. Questa ultima versione è quella pubblicata come op.61 e l'unica conosciuta fino al recente rinvenimento della prima versione, forse fu dedicata al suo ultimo protettore Luciano Bonaparte, ambasciatore di Francia a Madrid.

Il testo è basato sulla sequenza - un distico ottonario in rima baciata e un senario sdrucciolo - di incerta attribuzione a Jacopone da Todi che l'avrebbe composta tra il 1303 e il 1306, la sua origine è comunque ascrivibile alla produzione poetica francescana del XIII secolo. Ci sono diverse differenze, oltre alla riscrittura per il diverso organico vocale anche quello strumentale è un quintetto d’archi, due violini, viola, violoncello e contrabbasso, mentre nella prima versione ci sono due violoncelli obbligati. C’è, inoltre, un’introduzione strumentale, Allegro assai, tratta dalla Sinfonia in fa maggiore op. 35 n. 4 del 1782, che colpisce per il contrasto con l’inizio dolente e commosso dello Stabat. Nella raffinata scrittura strumentale di tutta la composizione si manifesta tutta la maestria e la creatività che Boccherini aveva già profuso nella composizione di musica da camera.

L’esecuzione si è avvalsa della bravura degli strumentisti dell'Accademia Hermans diretti con perizia da Fabio Ciofini, la sua direzione ha messo in luce tutta la varietà  dinamica, timbrica, melodica ed espressiva di questa splendida composizione. Della cantabilità della direzione di Ciofini si sono giovati i cantanti de Il Labirinto vocale, a iniziare da Giovanna Gallelli, che ha una voce limpida e cristallina e si è ben calata nell’atmosfera dolente della composizione. Patrizia Polia ha affrontato con piglio sicuro gli abbellimenti e ha ben usato la sua voce dal timbro caldo e morbido per mettere in rilievo l’espressività e l’intensità del testo, infine Franco Luisi ha dato buona prova di sé nella resa del testo vocale. I calorosi e lunghi applausi dell’audace pubblico presente, che ha sfidato le avverse condizioni meteorologiche, hanno salutato la fine del concerto

Pubblicato in: 
GN22 Anno XIV 6 aprile 2022
Scheda
Titolo completo: 

Sacro In Canto
Sabato 2 aprile 2022 ore 18
San Gemini, Chiesa di San Francesco

Stanislao Falchi  Litanie prima ripresa moderna
Luigi Boccherini Stabat Mater  per tre voci e archi

Il Labirinto vocale
Giovanna Gallelli, Patrizia Polia, soprani
Franco Luisi, tenore

Accademia Hermans
Azusa Onishi, Sara Montani, violini
Luca Sanzò, viola
Alessandro Montani, violoncello
Alessandro Schillaci, contrabbasso

Fabio Ciofini armonium e direzione