Santa Cecilia in Cavea. Il riverbero di luce di Ezio Bosso

Articolo di: 
Livia Bidoli
Ezio Bosso

Il compositore, pianista e direttore d'orchestra Ezio Bosso (Torino, 1971) in Cavea del Parco della Musica per Luglio Suona Bene con l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha riempito tutti gli spalti lo scorso 12 luglio, per un concerto incredibilmente coinvolgente insieme alla musica scritta da lui, Bach e Beethoven.

Prima di tutto Bosso ha iniziato ringraziando: “ringrazio i colleghi che mi accompagnano in questo percorso e dico a tutti: stasera ci muoviamo, comincia il nostro viaggio verso l'utopia. Sono un uomo fortunato per lavorare con qualcuno che conduce a muoversi ovunque combattendo quella costrizione che ci portiamo nella testa e sono felice di essere l'ambasciatore di una associazione che si chiama Mozart 14 che si occupa di questo: questo concerto è per noi e tutte le persone che si muovono con noi”.

La prima parte del concerto lo ha visto arrivare e quasi subito dichiarare che avrebbe suonato solo l'”Arioso”dal Concerto n. 5 in fa minore per pianoforte e orchestra BWV 1056 di Bach:perché due dita ormai non vanno più e non se lo meritano, e poi io ormai sono un direttore d'orchestra, non un pianista.” Dall'alto si ode un grido: “sei fantastico!” ed uno scroscio di appalusi. Ha eseguito il movimento con estrema espressività dopo il suo pezzo, Split. Postacards from faraway, in cui ci è quasi sembrato di assistere ad uno dei momenti di Shine (1996), il film in cui Jeoffrey Rush interpreta lo straordinario talento di David Helfgott, pianista australiano colpito da un'altra malattia invalidante (una malattia mentale in questo caso, mentre Bosso è colpito dalla SLA) che lo aveva fatto smettere di suonare alla fine di un concerto in cui suonava la famigerata (per la difficoltà) Rach 3, il concerto per piano ed orchestra n. 3 di Rachmaninoff.

Assistere ad un concerto di Ezio Bosso è quindi un evento, per tutti: pubblico, critici, musicisti. Non sai mai cosa aspettarti e tutto quello che succede è come una sorta di “brillare epifanico”, dalle sorgenti della vita, quell'humus originario che lui detiene nelle mani, nella voce, nei continui “abbracci” col pubblico. Una situazione di continuo scambio di affettività nel fluire intenso della musica. Un “arioso” che è tutto Bach all'ennesima potenza in pochi distillati minuti di empatia tra i tasti, i martelletti, le dita, il fiato che prorompe gioioso del respiro unito col suo pubblico, che siamo tutti noi. E' del tutto impossibile commentare diversamente un concerto di Ezio Bosso: il suo concerto si “Vive” fin nell'anima, come quella, in bilico tra Philip Glass e Max Richter, del brano seguente, suo, Rain, in your black eyes. Come dice lui: “La collezione di piogge che molti di voi conoscono ci muovono e ci spostano, e poi c'è anche la pioggia degli occhi...”, poiché il brano è estremamente commovente e tra i suoi contrappunti dispone una grande respiro lirico di estrema potenza: i suoi ostinati sono veri e propri riverberi di luce.

Il concerto è stato una successione interminabile di ovazioni che hanno financo interrotto Bosso nei quattro movimenti della Settima Sinfonia di Ludwig Van Beethoven e, per la prima volta, anche i critici sono stati felici di applaudire tra un movimento ed un altro, trascinati dall'affettuoso calore del pubblico.

Pubblicato in: 
GN37 Anno IX 14 luglio 2017
Scheda
Titolo completo: 

Auditorium Parco della Musica
Cavea mercoledì 12 luglio ore 21,00
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
direttore e pianoforte Ezio Bosso

Bach, Concerto n. 5 in fa BWV 1056                                
Bosso, Split per pianoforte e archi                                    
Bosso, Rain in your black eyes per pianoforte e archi    
Beethoven, Sinfonia n. 7