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Santa Cecilia. La contraddittoria umanità di Peter Grimes
Peter Grimes, un capolavoro di Benjamin Britten, la sua esecuzione, come inaugurazione della Stagione Sinfonica dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, nella superba interpretazione del maestro Antonio Pappano, che ha diretto Orchestra e Coro di questa plurisecolare istituzione, questi sono i fondamentali elementi per una indimenticabile serata, salutata dagli scroscianti applausi del pubblico.
Nel centenario della nascita di Benjamin Britten è stata vincente la scelta della proposizione della sua opera più famosa il Peter Grimes, in forma di concerto, soluzione che ha permesso di concentrarsi sulla musica senza essere distratti dall'allestimento, che troppo spesso è fuorviante e antimusicale. La recensione riguarda l'esecuzione di lunedì 28 ottobre.
L'opera Peter Grimes, è strutturata in un prologo e tre atti, preceduti e intervallati, nelle due parti che li compongono, da preludi, che sono illuminanti nella comprensione dello svolgimento dell'azione. Britten e il librettista Montagu Slater trassero il soggetto dal poema The Borough di George Crabbe; l'opera andò in scena il 7 giugno 1945 alla Sadler's Wells Opera Company di Londra.
Come racconta lo stesso musicista, Britten fu attratto proprio dall'ambiente in cui svolge il dramma: “Per la maggior parte della mia vita ho vissuto in contatto col mare.(..). Nel Peter Grimes volevo esprimere la consapevolezza della continua lotta sostenuta dagli uomini e dalle donne la cui possibilità di vita dipende dal mare, per quanto fosse difficile trattare per il teatro un soggetto così ampio”. Il mare del nord nelle sue molteplici manifestazioni è infatti immanente, nella musica e nel dramma, ed è un elemento inquietante e insieme di grande fascino.
Il libretto si discosta dal poema di Crabbe, moraleggiante e a senso unico, in quanto Peter Grimes è un personaggio contraddittorio, vittima dell'ambiente in cui vive e dal quale è emarginato come diverso e, nello stesso tempo, è anche responsabile della situazione in cui si trova per i modi usati verso i ragazzi, che gli sono affidati per aiutarlo nel suo lavoro, di cui causa la morte. È umano per la sua sofferenza e le sue aspirazioni, ma nello stesso tempo disumano verso i ragazzi, dominato dalla sua spasmodica ricerca di una pesca miracolosa, unica via che vede per ottenere quel denaro, che gli servirebbe per una casa, per sposare Ellen.
Ellen è l'unica che potrebbe amarlo ma la sua natura conflittuale non gli permette di stabilire un reale rapporto con lei, anzi nella svolta drammatica, che farà precipitare la situazione, arriva a picchiarla perché lei cerca di difendere il piccolo mozzo. Anche i consigli del Capitano Balstrode, persona che gli è amica, nonostante l'ostilità generale rimangono inascoltati, solo nel tragico epilogo il protagonista lo ascolterà.
L'altro protagonista, come ha sottolineato acutamente Pappano, è il Coro che, ottimamente preparato da Ciro Visco ha dato un contributo fondamentale alla riuscita dell'esecuzione, Gabriella Martellacci e Marco Santarelli, che del coro fanno parte, sono stati scelti per i due ruoli di pescatrice e avvocato. Il coro è la popolazione del borgo di pescatori, che si lascia facilmente trascinare, come le tante folle che il compositore durante la sua vita aveva visto seguire feroci dittatori. La loro ostilità e il cieco furore da cui sono dominati li porta a volere farsi giustizia senza prove concrete.
Britten è un musicista profondamente novecentesco, fu influenzato nella sua composizione dai grandi musicisti del '900 che interpretò in modo molto personale originale, ma non seguì le avanguardie della seconda parte del secolo e per questo fu osteggiato dalla critica. Un testo è particolarmente illuminante per comprendere la composizione di questa opera, scrive il musicista:”Ora per essere messa in musica la poesia deve essere semplice, concisa e chiara come il cristallo.(..) Poiché l'Opera per quanto riguarda la formulazione concisa , pretende lo stesso anche dal compositore. Deve essere in grado di far vivere un'atmosfera, una situazione, in un'unica frase dovendo ricercare quella giusta.”
Un'affermazione molto vicina alla visione verdiana della parola drammatica; la grandezza di questa opera è proprio nel rendere perfettamente, testo e musica insieme, il dramma. Tutte le differenti soluzioni musicali tendono a questo scopo, sono scelte per l'efficacia drammatica, dal concitato prologo, in cui le frasi musicali sono spezzate per rendere atmosfera tesa e ostile del tribunale, ma che poi termina a cappella – senza l'orchestra- nel rarefatto duetto tra Peter Grimes ed Ellen, in cui la speranza è espressa dalla melodia.
La melodia è legata soprattutto al canto di Ellen, il personaggio più profondamente umano, torna nelle dolorose riflessioni del protagonista nella conclusione della prima scena del primo atto o quando nella seconda entra nel pub pensando ad alta voce, nello struggente e umano quartetto femminile, Ellen , Zietta e le nipoti che rimangono in scena dopo che la folla cieca e feroce si è diretta verso la squallida dimora di Peter. L'armoniosa fusione di differenti forme musicali, una caratteristica della musica di Britten è testimoniata anche nella scena comica, che apre il terzo atto, una parentesi, dopo il clima plumbeo del secondo, in cui si sente l'eco delle operette di Gilbert e Sullivan.
Il dramma si conclude in una tragedia come sottolineano le soluzioni musicali nella seconda scena del terzo atto quando Grimes delira, è tormentato dai rimorsi, l'orchestra tace, ma il coro in pianissimo sibila il suo nome evocando le Erinni della tragedia greca che perseguitano il colpevole. Il cerchio si chiude il compassionevole Balstrode, con il parlato, indica l'unica soluzione: il suicidio in mare, niente musica neanche il canto .. tutto è finito.
L'opera si chiude con il ritorno alla normalità della vita quotidiana per nulla scalfita dalla tragica morte del protagonista come sottolinea la musica che riprende i motivi dell'inizio e del primo preludio. Pappano nella conferenza stampa di presentazione dell'opera aveva affermato che atmosfera e tensione drammatica sono le pietre angolari nell'interpretazione del Peter Grimes. La sua magistrale e avvincente interpretazione ha avuto proprio in questi due aspetti il suo punto di forza. L'iridescente tavolozza di Britten è stata resa in tutte le sue sfaccettature in un avvicente crescendo di tensione drammatica.
L'Orchestra e il Coro sotto la sua guida hanno fornito una grande prova in tutte le sezioni e così pure l'ottimo cast, che ha contribuito al successo dell'opera, tutti hanno concorso nel dipingere efficacemente una complessa umanità che ricorda quella dei romanzi di Charles Dickens. Grande prova di Gregory Kunde al suo debutto nel ruolo principale che ha reso un Peter Grimes a tutto tondo in tutte gli aspetti della sua spigolosa e contraddittoria personalità, sia vocalmente che nella interpretazione. Sally Matthews si è perfettamente calata nel ruolo di Ellen, la sua voce morbida e precisa è stata convincente e ha sottolineato la comprensiva e dolente umanità del personaggio.
Alan Opie è stato un autorevole e umano Balstrode mettendo in luce la personalità del personaggio. Un'ovazione meritata per Felicity Palmer, ha dato vita a Mrs. Sedley, alla sua infelicità nevrotica caratterizzata dal un canto nervoso fatto di frasi brevi, spezzate, un ruolo molto complesso da interpretare. Molto positivo è stato il modo in cui si sono calate nel ruolo Susan Bickley come Auntie, e Elena Xanthhoudakis e Simona Mihai le nipoti, una speciale menzione per Graeme BroadBent che ha efficacemente sostituito all'ultimo momento Matthew Best, ammalato, nel ruolo di Swallow. Bene ha fatto Michael Colvin nel dare vita a Robert Boles, Roderick Williams come Ned Keene, Harry Nicoll come Rev. Horace Adams e Darren Jeffrey come Hobson. Il pubblico ha calorosamente applaudito tutti gli interpreti.