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Santa Cecilia. Guillaume Tell inaugura la Stagione sinfonica
Grande inaugurazione della stagione sinfonica dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia con il Guillaume Tell di Gioachino Rossini, diretto da Antonio Pappano, che ha ottenuto un trionfale successo; la recensione si riferisce alla recita del 20 ottobre.
L'esecuzione è legata alla registrazione dal vivo per il disco. Il Guillame Tell è un opera in quattro atti, su libretto di Victor Joseph Etienne De Jouy e Hippoyte Louis Florent Bis, liberamente tratto dall'omonimo dramma di Friedrich Schiller. Fu rappresentata per la prima volta a Parigi il 3 agosto 1829 al Théatre de l'Académie Royale de Musique (l'Opéra) e ottenne dal pubblico un successo di stima, mentre la critica, anche quella più ostile a Rossini come Berlioz, si entusiasmò e la definì un capolavoro. Il Tell è l'unica opera completamente nuova scritta per Parigi dopo Le siège de Corinthe, rifacimento di Maometto II, Moïse et Pharaon, ou Le passage de la Mer Rouge, rifacimento di Mosè in Egitto e Le Comte Ory, in cui utilizzò parte de Il viaggio a Reims.
Il musicista, messo sotto pressione dall'enorme e pressante aspettativa per la creazione di una composizione, che fosse non solo nuova ma anche innovativa, compose la sua ultima opera, che divenne un modello drammatico e musicale per i successivi compositori, in quanto anticipò di decenni lo sviluppo del melodramma. I temi cardine di questo straordinario capolavoro sono la lotta per la libertà e la Natura e in questo ha un ruolo fondamentale il coro che è un protagonista di rilievo. A questo proposito ricordiamo che il Coro di Santa Cecilia ha cambiato il suo direttore, che ora è Ciro Visco, che ha svolto un lavoro egregio: il coro ha cantato magistralmente la sua lunga e impegnativa parte.
In questa opera il modo di percepire la Natura come specchio dei sentimenti degli uomini è molto affine al Beethoven de la Pastorale, un segno della nuova sensibilità romantica; già ne La donna del lago, nell'aria di Elena all'inizio dell'opera, si era manifestato questo nuovo modo di sentire. La lotta per la conquista della libertà è l'altro tema e motore dell'azione: nel grandioso finale gli ultimi versi cantati da tutti dicono:” Et que ton règne recommence ! Liberté, redescends des cieux ! "(E che il tuo regno ricominci ! Libertà ridiscendi dal cielo).
Rossini per tutta la sua vita mantenne un atteggiamento distaccato dal Romanticismo dominante e, affrontando nel Tell argomenti tipici dell'epoca, come l'amore impossibile tra Matilde e Arnoldo - tema tipicamente romantico - non si lasciò coinvolgere in quelli che considerò sempre gli eccessi della musica romantica. Non si pensi che l'opera non susciti emozione in quanto la partitura è pervasa da una grande tensione drammatica, come nella scena del giuramento dei tre cantoni fondatori che chiude il secondo atto, di cui Donizetti diceva che l'aveva scritto Dio o la scena che precede lo straordinario finale.
Nella celeberrima “Sois immobile..” (Resta immobile) cantata da Tell c'è il geniale impiego dell'arioso, che sottolinea la tensione della scena, un modo di come Rossini riesca a coinvolgere con la sua sapienza compositiva che esalta la drammaticità della scena e che Wagner ammirò in quanto lo considerò un esempio perfetto di canto legato alla parola per sottolinearne il significato.
Una grande importanza ha l'orchestra in tutta l'opera in quanto la partitura non è solo lunga, ma soprattutto complessa con passaggi virtuosistici che la impegnano in ogni sezione e quella dell'Accademia ha fornito una prova eccellente, in ogni aspetto, sotto la precisa direzione di Pappano. Le parti vocali sono legate al Bel canto e sono molto impegnative: John Osborn è stato un egregio Arnold una parte di improba difficoltà sia nella parti liriche che in quelle più trascinanti, come quella del celeberrimo do di petto che chiude la III scena del IV atto, Gerald Finley è stato Guillaume Tell interpretando benissimo sia la parte eroica che quella drammatica, magistrale la sua “Sois immobile..”. Brave sono state Elena Xanthoudakis come Jemmy e Marie-Nicole Lemieux, come Edwige e così Matthew Rose come Walter e Celso Albelo come pescatore mentre non ci ha persuaso Malin Byström, come Mathilde, che ci è parsa non a suo agio nel ruolo.
Segnaliamo infine che la cosiddetta preghiera di Edwige con il terzetto con Jemmy e Mathilde della IV scena del IV atto è stata, anche in questa edizione, tagliata a differenza di quanto annunciato nella conferenza stampa di apertura della stagione. Non comprendiamo la scelta di Pappano di tagliare un pezzo splendido e tra l'altro assai breve, ininfluente sulla durata complessiva, che è la stata la preoccupazione costante del maestro e che lo ha spinto a programmare la registrazione dei balletti in un altro concerto.