Santa Cecilia. L'eburnea Fanciulla di neve russa

Articolo di: 
Livia Bidoli
Fanciulla di neve

Una delle composizioni piu' “russe” del geniale Čajkovskij: La fanciulla di neve, Snegurocka, è stata presentata all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia per una serata natalizia tutta russa e folclorica, all'insegna di un Natale tradizionale e pietroburghese. Il direttore è rinomato per la carriera internazionale, Stanislav Kochanovsky, così il soprano Agunda Kulaeva ed il tenore Sergey Radchenko, per una serata unica, quella dello scorso 22 dicembre, insieme all'Orchestra dell'Accademia. La voce narrante e recitante è affidata a Milena Vukotic. Una prima esecuzione nei concerti dell'Accademia che rende perfettamente l'atmosfera natalizia.

La fanciulla di neve,Čajkovskij l'ha composta partendo da un racconto del folclore russo e affidato ad Alexandr Ostrovskij per il libretto, che ne richiese la musica al giovane compositore che nel 1873 aveva 33 anni. Da Ostrovskij, aveva tratto altre composizioni Čajkovskij, come l'ouverture L'uragano ed il Voivoda, quest'ultima un'opera in tre atti e quattro quadri. Quello che fu definito il piu' occidentale del Gruppo dei Cinque russo, era talmente legato alla Russia nel cuore che ricompose musicalmente 65 canzoni popolari russe e non sopportava nessun inverno senza neve!

La prima di Snegurocka (Sneg significa neve in russo), fu al Teatro Bolshoi con la direzione di Nikolaj Rubinstein nella primavera del 1873, il 23 maggio, ed ottene un grande successo. Il Teatro Maly all'epoca era in restauro e quindi l'intera messe dei teatri imperiali moscoviti si era trasferita al teatro "Grande" (Bolshoi in russo).

In un Prologo e quattro atti, Fanciulla di neve inzia con i suoni della natura evocati dall'orchestra, introducendoci in un bosco vivacemente colorato dallo stormire degli uccellini: flauti cinguettanti, a seguire ottavino e clarinetto sulla stessa scia canora. Il testo é delizioso ed intendiamo citarlo nell'adattamento dall'originale russo in cui sono cantati a cura di Valerij Voskobojnikov:

Ecco un mare di fuoco abbagliante
magnifico, qui turchino, qui rosso
o di porpora. Ciò mi piace molto!
Sono ancora piu' pungente
all'aurora dai rossi bagliori.

All'Introdruzione e alle Danze e Coro degli uccelli, segue il Monologo di Nonno Gelo, con il tenore, Sergey Radchenko, potente voce illibata e calda, quanto eroica e malinconica. Con il Coro siamo dentro al Carnevale cui seguono le due canzoni di 'Lel a principio dell'Atto primo, che seducono Snegurocka: queste sono cantate, incredibilmente, dalla voce di un mezzosprano, nella parte di una sorta di cherubino, e così si leva la voce profonda e liricissima di Agunda Kulaeva, attraente come Circe.

La linea melodica del Melodrama è tipicamente del compositore russo: con seducente lirismo veneggia di malinconia un tema amoroso trascinante e dalla struggenza appena suggerita, un capolavoro di intarsio musicale.  

Nel procedere, è la voce di Milena Vukotic, una fiabesca fata vestita di bianco, che racconta la favola di Fanciulla di neve nell'adattamento composto da Umberto Nicoletti Altimar, ripercorrendo la fine dell'inverno e l'arrivo della primavera in versioen allegorica; nonchè l'incontro con Amore della Fanciulla che, essendo un fiocco di neve, si scioglierà al sole caldo della stagione rigenerante così come all'afflato amoroso col giovane Mizgir', giunto a consolarla dopo il tradimento di 'Lel. L'eburnea figlia di Primavera e Inverno, ovvero Fiocco o Principessa di neve, viene donata ad uan coppia di anziani per tenergli compagnia, e l'inevitabile incontro umano porta con sé lo sbocciare della fanciulla come donna, ed il suo sciogliersi, ricambiata, nella stagione dei fiori, così lievemente rappresentata da Čajkovskij nel suo Schiaccianoci, altra favola per il Natale.

Una delle parti piu' notevoli del secondo atto è la Canzone dei suonatori ciechi di gusli, in cui il pathos russo ci conduce ad immaginarci nella terra innevata tra contadini e cosacchi: Le parti per Coro, in questo caso maschile, sono trascinanti e dipingono una calda salmodia con un cantore che la introduce ed il Coro che gli risponde. Il Melodrama fra sempre da interludio ricordando il tema malinconico e pacato di una fiaba adagiata sul lungo inverno russo. I colori della musica sono evidenziati con piccoli distici rilucenti nelle ombre, quasi a far brillare le piccole stelle di neve eburnea in un incanto che giungerà a quei "fiori" del Monologo della Primavera e alla Danza dei fiori, sottilmente votati alla conclusione che di lì a poco, nell'atto quarto, si stempererà nel Finale di nuovo del Coro.

Il Direttore russo, Stanislav Kochanovsky, prima del finale, a sorpresa leggerà la parte in russo della parte dello Zar dei Berendej, dopo aver condotto con attenzione al ritmo, ai colori, alle dinamiche sottili delle parti orchestrali, per giungere ad un applauso sentito e scrosciante del pubblico, che ha osannato nondimento le parti soliste di Kuleva e Radchenko. Kochanovsky, nato a San Pietroburgo, si è diplomato nel Conservatorio Rimsky-Korsakov, di quest'ultimo è famosa l'altra versione di Snegurocka di circa dieci anni dopo, che Čajkovskij defini impetiosamente rubata e presentata al Marinskij di san Pietroburgo  nel 1882. Purtroppo per Čajkovskij non esistevano diritti e tutele, però ci piace affermare che quella del nostro, tuttora resta unica.

Pubblicato in: 
GN Speciale 1° gennaio 2023
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
Sala Santa Cecilia

Giovedì 22 dicembre ore 20.30 – fuori abbonamento

CONCERTO DI NATALE

Orchestra e Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Stanislav Kochanovsky direttore
Agunda Kulaeva mezzosoprano
Sergey Radchenko tenore
Milena Vukotic voce recitante

P. I. Čajkovskij La fanciulla di neve (musiche di scena per la commedia di A. N. Ostrovskij)