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Santa Cecilia. Les Étoiles, il fresco alito della primavera
Sulle punte di nuovo nella Sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, è giunto al suo appuntamento clou primaverile il gala internazionale di danza Les Étoiles, per la direzione artistica di Daniele Cipriani. Per tre giorni di seguito, un intero fine settimana a cominciare da venerdì 15 con la prima serata alle ore 21, e poi il 16 marzo (con doppio spettacolo, ore 16.30 e 21) ed il 17 marzo (ore 16.30), la danza internazionale è approdata a Roma nel quadro della collaborazione tra Daniele Cipriani Entertainment e Fondazione Musica per Roma.
La kermesse di stelle è sempre molto nutrita e abbraccia l'intero pianeta azzurro o quasi, ecco una scorsa: la stella del Kazakistan Bakhtiyar Adamzhan; lo spagnolo Sergio Bernal; il tedesco Lutz Förster; i cubani Claudia García Carriera, Dani Hernández, il messicano Isaac Hernández; la georgiana Maia Makhateli, vista spesso all'Opera di Roma; il texano di origini peruviane Roman Mejia; il russo Daniil Simkin; gli italiani Giada Rossi e Alessandro Frola.
Ad aprire le danze è stata Giada Rossi, che ha inaugurato la serata con il passo a due da La Bella Addormentata di Ciaikovsky dalle gloriose coreografie di Marius Petipa. Subito dopo, lo straordinario Daniil Simkin con un suo pezzo forte, Les Bourgeois, con la voce di Jacques Brel a prendere in giro gli stereotipi franco-borghesi (e non solo) della prima metà del Novecento. La perfezione, la fluidità, l'ingannevole facilità di passi arditi ed ironici, come narra il refrain:
Les bourgeois c'est comme les cochons
Plus ça devient vieux plus ça devient bête
(I borghesi, sono come i maiali/ piu' diventano vecchi/ piu' sono bestie: trad. mia)
Dal Ballet National de Cuba provengono le due nuove "stelle" della kermesse: i cubani Claudia García Carriera e Dani Hernández che hanno ballato due pezzi storici, ossia Don Chisciotte e Il lago dei cigni, i due pas de deux, entrambi dall'atto II di ciascun balletto in modo filogicamente perfetto.
La prima di No Man's Land di Liam Scarlett su musica di Franz Liszt con Isaac Hernández e Fernanda Oliveira, presentava una distopia del futuro sui toni del grigio, una difficoltà comunicativa in un'oasi spettrale.
Favoloso il pas de deux dal Don Chisciotte di Petipa con musica di Minkus con la coppia formata dal kazako Bakhtiyar Adamzhan (Opera di Astana) e la georgiana Maia Makhateli (Het Nationale Ballet di Amsterdam).
La dame aux camélias, che chiaramente fa trovare immediato il nesso con La traviata (la visita del padre): Alessandro Frola e Madoka Sugai, entrambi dello Hamburg Ballett, sono affiatati e coinvolgenti, prima di lasciare il posto a Lutz Förster, interprete per oltre 40 anni dei lavori di Pina Bausch e già direttore artistico del Tanztheater Wuppertal - Pina Bausch. Förster ha offerto la sua personale versione, nella lingua dei segni, della canzone The Man I Love che fu integrata nel celebre lavoro Nelken (1982) di Pina Bausch. Quasi un rituale, quello di Lutz Förster insieme agli altri 5 ballerini vestiti come lui in completo nero o blu (tre e tre). La canzone The Man I love, invece che essere interpretata dalle piu' celebri Billie Holiday o Ella Fitzgerald, è scelta la versione di Sophie Tucker, nata a Tul'čyn, in Ucraina (allora era tutt'uno con l'impero russo; il suo vero nome è Sof'ja Kališ), nel 1884 (morta a New York nel 1966) e di origini ebraiche: dalla voce che era una ventata di ironia spavaldamente osé e raffinatissima. Di lei è famosa la versione ironicamente celebrativa dedicata al ritrovamento della tomba di Tutankhamon nel 1922: la canzone è In Old King Tutankhamen's Day di Harry Von Tilzer, William Jerome & Sophie Tucker.
Interessante la parte di Vladimir Drevianko, che fa scattare il climax in Marguerite e Armand con Alina Cojocaru e Isaac Hernández. Il pezzo forte però è il seguente, che appassiona il pubblico in sala: la giovanissima Giada Rossi, appena promossa "Primera Figura" (étoile) dal direttore della CND, Joaquin de Luz, interpreta Spartacus con Bakhtiyar Adamzhan, ed in questo memorabile ed acrobatico passo a due tratto creato da Yuri Grigorovich, è eccezionale. Altra meraviglia il pas de deux Tchaikovsky, con gli americani Roman Mejia e Catherine Hurlin.
Concludiamo questo excursus con la coppia Daniil Simkin, dell'American Ballet Theatre, insieme a Madoka Sugai nel passo a due da Le corsaire, con musica di Riccardo Drigo e coreografia di Petipa: un finale di grande vigore ed estremo sincronismo tra i due, che fanno di nuovo scattare applausi e "bravò" in sala, nonché il battere a tempo le mani per siglare anche l'entrata di tutti i gloriosi danseurs et danseuses, che hanno allietato la serata "stellare" nella grandissima sala Santa Cecilia. Uno spettacolo per tutti e che "anima" chiunque, lasciando che nell'aere risuonino le onde del fresco alitare del rinnovamento primaverile.