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Siena. L’eredità del cardinal Antonio Casini, principe senese della Chiesa
Nella “Cripta” del Complesso monumentale del Duomo di Siena, il 22 maggio si è aperta una mostra dedicata alla committenza del cardinale Antonio Casini, vescovo di Siena tra il 1408 e il 1426. La mostra chiuderà il 2 novembre 2021.
Il magnifico Duomo di Siena, è uno scrigno di splendidi gioielli dell’arte, dalla Biblioteca Piccolomini, affrescata da Pinturicchio, al pulpito di Giovanni Pisano, al pavimento a commesso marmoreo, che sarà scoperto dal 26 giugno al 31 luglio e dal 18 agosto al 17 ottobre 2021. Fu realizzato su cartoni di artisti straordinari quasi tutti senesi, Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, Domenico Beccafumi a cui si aggiunge il Monte della Sapienza di Pinturicchio. La “Cripta” è una scoperta avvenuta recentemente dopo i lavori di recupero degli ambienti collegati all’Oratorio di SS Giovannino e Gennaro commissionati dall’Opera della Metropolitana nel 1999. I lavori sono poi proseguiti nell’area sotto il coro della cattedrale, è così venuto alla luce un ambiente meravigliosamente decorato da un ciclo pittorico dai colori vivaci, realizzato nella seconda metà del Duecento da una serie di artisti operanti a Siena quali Guido da Siena, Dietisalvi di Speme, Guido di Graziano e Rinaldo da Siena.
Sono ambienti in cui sono rimaste parti delle strutture della cattedrale risalenti al XII, XIII e XIV secolo. Durante il XIV secolo la costruzione del Battistero e l’ampliamento della Cattedrale verso piazza san Giovanni trasformarono e poi inglobarono questi spazi nelle nuove strutture. Le decorazioni rivestono le pareti, le colonne, i pilastri, i capitelli e le mensole, decorati a motivi geometrici o vegetali. Le scene figurate si dispongono su due ordini: in alto episodi dell’Antico Testamento, in basso quelli del Nuovo tra cui spicca per l’intensità espressiva la Passione di Cristo: Crocifissione, Deposizione dalla Croce e Deposizione nel Sepolcro. Questo è lo spazio in cui è ospitata la mostra dedicata all’illustre senese che fu un personaggio di spicco soprattutto a Roma alla corte papale.
Antonio Casini, per parte di padre, apparteneva a una eminente famiglia di archiatri pontifici, mentre la madre era imparentata con la famiglia Colonna. Il papa Martino V Colonna, di cui divenne stimato consigliere, lo creò prete cardinale del titolo di San Marcello nel 1426. Al centro della mostra, dedicata alla committenza dell’illustre prelato, c’è un prezioso prestito delle Gallerie degli Uffizi, un dipinto del Masaccio, La Madonna del solletico, commissionato dal cardinale Antonio Casini, come dimostra lo stemma dipinto nel verso della tavola. Antonio Paolucci nel suo contributo al catalogo afferma: “è ragionevole pensare che la Madonna del solletico sia stata dipinta in quella occasione o poco dopo. In quel dipinto si incontrano due destini. Da una parte il potente prelato, ricco e sagace protagonista del suo tempo, già vescovo di Siena che con la nomina cardinalizia tocca il culmine della sua fortuna politica. Dall’altra Masaccio, un giovanissimo artista che sta affermandosi faticosamente sulle piazze artistiche di Firenze e della Toscana. Due uomini, Masaccio e Antonio Casini, divisi da rango sociale e dal censo e tuttavia arrivati fino a noi grazie a un piccolo dipinto che racconta di una mamma che gioca con il suo bambino”.
La Madonna del solletico è un piccolo elegante e raffinato dipinto, che il cardinale poteva portare con sé. Il giovane Masacccio adotta il fondo oro ma nella nuova visione prospettica, interpretando mirabilmente la poetica degli affetti che si manifestava in molti artisti di quell’epoca, Maria pur giocando col piccolo Gesù è sì affettuosa ma anche pensosa, presaga del destino del figlio. Il piccolo con le manine si aggrappa al braccio della madre, il corallo apotropaico che si mette al collo dei bimbi qui assume il significato del sangue che sarà versato nella Passione. Il dipinto si confronta in armonioso dialogo con un’altra interpretazione degli “affetti” quella della Madonna delle ciliegie di Stefano di Giovanni detto il Sassetta, in cui Maria porge teneramente le ciliegie al bimbo, che ne sta mangiando già una. L’opera proviene dal Museo d’Arte Sacra della Diocesi di Grosseto, un’altra città legata all’illustre prelato che, dopo aver lasciato Siena ne divenne Amministratore apostolico.
In mostra ci sono le opere commissionate dal cardinale e lasciate a Siena, il notevole rilievo marmoreo La Madonna col bambino e il cardinale Casini introdotto da sant’Antonio abate, commissionato a Jacopo della Quercia, il prezioso pastorale in avorio con il Battesimo di Gesù e l’ostensorio realizzato grazie a un legato del cardinale. In esposizione anche il testamento a cui si riferisce il legato e due preziosi libri finemente miniati: un Cerimoniale dei vescovi miniato da Martino di Bartolomeo e un Messale romano. Il cardinale Antonio Casini restò come fidato consigliere anche di papa Eugenio IV Condulmer e fu legato non solo alla Chiesa titolare di San Marcello al Corso, ma soprattutto, per la sua devozione alla Madonna, alla Basilica di Santa Maria maggiore, dove fu sepolto e per cui commissionò la grande pala dipinta su due lati da Masaccio e Masolino. Per chi vuole saperne di più il catalogo edito da Sillabe è una preziosa guida per i saggi che contiene, corredati di immagini a colori.