Supporta Gothic Network
Skira. Tre libri per Raffaello
In occasione dei cinquecento anni dalla morte di Raffaello e della grande mostra Raffaello 1520-1483 alle Scuderie del Quirinale a Roma, SKIRA ha pubblicato, oltre al catalogo dell’esposizione, tre libri dedicati al sommo artista del Rinascimento.
Il libro Raffaello il trionfo della ragione di Luca Nannipieri è un saggio divulgativo di grande interesse che introduce un tema fondamentale: la visione laica del mondo, che si affermò lentamente in forma sotterranea durante l’Umanesimo e poi nel Rinascimento, per emergere ed essere palesemente sostenuta nel “Secolo dei lumi”. Ricordiamo che i termini Umanesimo e Rinascimento sono definizioni dei secoli successivi, la prima fu usata nel 1808 dal pedagogista tedesco Friedrich Immanuel Niethammercol per valorizzare gli studi di greco e latino come materie curriculari. La seconda, per indicare il rinnovamento culturale avvenuto in Italia in quell’epoca, è presente nel Discours préliminaire de l’Encyclopédie, in cui d’Alembert accoglie concetti ampiamente condivisi nel Settecento.
Tornando al saggio l’autore vede in Raffaello il precursore più visionario di questo cambio di concezione del mondo che ha rovesciato l’ordine gerarchico imposto dal Cristianesimo in cui la centralità della presenza divina era dominante nelle vicende umane. Nell’epoca di cui Raffaello è uno dei protagonisti è l’uomo che comincia a porsi al centro del mondo, come arbitro di sé stesso e del suo destino. I cambiamenti e le inquietudini derivati dalle scoperte astronomiche del secolo successivo non ostacolarono lo sviluppo del pensiero laico, che anzi si affermò definitivamente nei secoli successivi.
Nannipieri parte da un’acuta analisi dello Sposalizio della Vergine di Raffaello per poi percorrere le tappe successive ed esaminare come la visione laica si affermò negli artisti seguenti fino ad oggi. Segnaliamo anche l’arguta introduzione in cui l’autore afferma che Raffaello non ha attirato l’attenzione perché la sua vita fu tranquilla e il lavoro si svolse in modo razionale e metodico, mentre la morbosa curiosità del grande pubblico è affascinata dalla concezione romantica dell’artista tormentato, omicida o dedito all’alcol e/o alle sostanze stupefacenti. C’ è anche un incomprensibile “refuso” probabilmente sfuggito perché poi l’argomento è esposto correttamente:” Dopo i lavori su quattro pareti della Stanza della Segnatura, dove era allestita la biblioteca del pontefice, tra cui la Scuola di Atene e la Cacciata di Eliodoro dal tempio.”
Valerio Terraroli in Raffaello Lettera a papa Leone X propone un’analisi del contenuto e del contesto culturale in cui maturò per poi proporre il testo nella sua interezza. Papa Leone X non fu per primo a occuparsi della salvaguardia dei monumenti antichi, Martino V Colonna e poi Pio II Piccolomini avevano posto un freno all’asportazione di materiali da costruzione e all’alienazione delle opere antiche custodite nelle chiese. Papa Medici nel solco della politica culturale del Magnifico Lorenzo, suo padre, volle occuparsene non solo per amore dello studio dell’arte classica ma anche per dare prestigio alla nuova Roma che si andava edificando a cominciare dalla nuova Basilica di San Pietro.
L’argomento trattato è un approfondimento di grande interesse perché dal testo si evince la consapevolezza di Raffaello, nominato “praefectus marmorum et lapidum omnium”, nell’affrontare il problema sia dal punto di vista culturale che tecnico, l’autore ricorda, inoltre, che l’artista conosceva il De architettura di Vitruvio. Il grande artista può anche essere considerato un anticipatore quando scrive: “haver cura che quello poco che resta di questa anticha madre de la gloria e grandezza italiana …, non sia estirpato e guasto dalli maligni et ignoranti …”. Per questo motivo si è pensato di offrire ai visitatori della mostra dedicata a Raffaello alle Scuderie del Quirinale un opuscolo di Salvatore Settis dal titolo significativo: “Modernità di Raffaello. Dalla Lettera a Leone X alla Costituzione italiana”.
L'ultimo libro Il giovane favoloso, riprende il titolo del film di Mario Martone dedicato a un altro grande artista: Giacomo Leopardi, lo ha scritto lo storico dell’arte Costantino D’Orazio, lo scopo è dichiaratamente divulgativo, una biografia molto romanzata basata sul racconto dei personaggi ritratti da Raffaello. L'idea è interessante ma lo svolgimento ci ha lasciato perplessi. Di alcuni personaggi come il cardinale Pietro Bembo o Baldassar Castiglione ci sono innumerevoli testimonianze, ma di altri c’è poco o nulla, nel caso non sia stato possibile identificare il soggetto del ritratto. Si alternano i grandi artisti che incontrò: Pietro Vannucci detto Perugino, Michelangelo Buonarroti, Leonardo da Vinci, Donato Bramante, Giovanni Antonio Bazzi detto Sodoma, con personaggi storici: Papa Giulio II, Papa Leone X, Elisabetta Gonzaga, Guidobaldo di Montefeltro e celebri intellettuali: Pietro Aretino, Pietro Bembo, Baldassar Castiglione ma anche persone sconosciute come la Dama con il liocorno, La Gravida e naturalmente la Fornarina identificata in Margherita Luti. La parte di fantasia è preponderante nella descrizione e sconcertante in alcune considerazioni storiche ed estetiche sia esposte nell’introduzione, che quelle attribuite a questi personaggi.