Supporta Gothic Network
Suffragette. La lunga via per i diritti
Per quel che vediamo in giro i diritti delle donne non sono ancora acquisiti: soprattutto per molti uomini. Il peggio è che spesso lo sono anche per molte donne, inconsapevoli del buio nel quale navigano a vista (d'uomo). Suffragette è un film del tutto attuale e che fa riflettere: Sarah Gavron (regista di Brick Lane, nomination al BAFTA e BIFA Award) dirige egregiamente questo film con la sceneggiatura corposa di Abi Morgan (ricordiamo Shame e The Iron Lady); protagoniste Carey Mulligan e Helena Bonham Carter, ma solo per cominciare: ci sono Meryl Streep; Brendan Gleeson e Anne-Marie Duff, Ben Wishaw e Romola Garai.
Oltre ad un cast stellare, questo film è veramente ricco di contenuti: partendo dal movimento delle suffragette – epiteto spregiativo usato per indicare le donne che dimostravano per ottenere il suffragio universale ad inizio Novecento – guidato da Emmeline Pankhurst, fondatrice del Women's Social and Political Union nel 1903, interpretata pregevolmente da Meryl Streep, che riesce a dare carattere ed incisività ad una donna che è riuscita, nonostante le condanne ricevute dal governo britannico, a condurre le donne ad ottenere il voto nel 1918.
Quel che si vede nel film è tutto vero: se a fine Ottocento le condizioni dei bambini erano ancora quelle dello sfruttamento, le bambine erano doppiamente sfruttate, messe a lavorare fin dai 7 od otto anni, erano anche molestate dai gestori delle fabbriche insane in cui lavoravano, diventando vecchie o morendo per intossicazioni, ferite, iincidenti, intorno ai 30 anni. Tutto questo era considerato “normale” nella società del tempo, in cui i diritti dei lavoratori non esistevano ed ancora meno quelli delle donne che nemmeno votavano, ergo non avevano nessun modo di influenzare i cambiamenti politici a loro favore. Dipendenti completamente prima dai padri, poi dai mariti e dai capi di lavoro, la dignità era una sconosciuta e questo giustamente mostra il film.
L'inizio della lotta per Maud (ispirata a Hannah Webster Mitchell, realmente esistita) parte dalla consapevolezza, e la recitazione di Carey Mulligan, che mostra prima una timida lavandaia, che piano piano si accorge che le sue necessità non sono minimamente calcolate dalla società degli uomini, che suo figlio gli può essere sottratto ed adottato senza il suo consenso, la trasforma in una vera e propria assertrice del proprio essere nel mondo, consapevole di sé stessa ed in grado di affrontare tutte le torture psicologiche e la prigione che gli infligge Brendan Gleeson, nella parte dell'ispettore Steed per farla desistere dalla lotta. La frase di Emmeline Pankhurst che, come Barbara Gould è stata aiutata da suo marito Gerald – la meravigliosa figura di Helena Bonham Carter che recita nel ruolo di Edith Ellyn – è infatti: “Never Surrender, Never Give up the Fight” e, nonostante gli arresti e le incarcerazioni intimidatorie e senza prove, le donne andarono avanti mettendo anche una bomba alla casa del cancelliere David Lloyd George che le aveva prese in giro illudendole di portare avanti la loro richiesta di voto.
Un'altra azione dimostrativa, che purtroppo condusse alla morte dell'attentatrice, avvenne al derby di Epsom di fronte al re: Emily Wilding Davison entrò nel selciato della corsa di cavalli cercando di portare alla conoscenza del mondo la lotta delle suffragette per il voto nel 1913. Fu travolta e morì pochi giorni dopo. Al suo funerale parteciparono oltre 6000 donne ed ebbe risonanza mondiale.
Nel Regno Unito, dopo ulteriori lotte, nel 1918 ottennero il diritto al voto le donne di almeno 30 anni, nel 1928 tutte le donne. In Italia lo otterranno solo nel 1946, mentre in Finlandia lo avevano ndal 1902. In Arabia Saudita, per la prima volta nella storia, hanno avuto il diritto di voto le donne il 12 dicembre 2015.
Menzione di merito alla straordinaria colonna sonora curata dal premio Oscar Alexandre Desplat.