Supporta Gothic Network
Tactus. Il Padre Martini inconsueto
Giovanni Battista Martini: “Azione Teatrale, 1726” e “Richiami degli ambulanti al Mercato di Bologna”. Un titolo intrigante di un CD Tactus con la partecipazione di Giacomo Contro, Vincenzo Di Donato, Angela Troilo, il Coro da Camera Euridice e l'Ensemble Circe sotto la direzione di Pier Paolo Scattolin. Un CD che, vista l'importanza dell'autore, suscita immediata curiosità.
Curiosità come si diceva per l'importanza dell'autore, senza dubbio una delle più importanti personalità musicali di tutti i tempi, non tanto per il catalogo di composizioni (molte delle quali ancora inedite) decisamente poco corposo rispetto ad altri, quanto per l'erudizione, l'autorevolezza e la capacità di riassumere in sé stesso il sapere musicale indicando contemporaneamente le direzioni per il progresso dello stesso. Bolognese, Frate Minore e uomo di grande empatia e disponibilità, ma anche studioso che raccolse per tutta la vita una quantità di testi critici e teorici unica in Europa per dimensioni e valore che costituiscono ancora oggi il patrimonio inestimabile del Museo Internazionale e biblioteca della musica di Bologna, città nella quale porta il suo nome il Conservatorio di Musica.
La breve premessa per giustificare e probabilmente far aumentare la curiosità per quanto registrato, in prima mondiale, in questo CD. Le prime tracce ci propongono una composizione senza titolo, “Azione Teatrale, 1726”, di fatto incompleta ma completabile (encomiabile in questo senso l'ottimo lavoro di integrazione di alcune sezioni strumentali da parte degli esecutori) strutturata per brevità ed impostazione come un tipico Intermezzo dell'epoca e riprendendo, usanza altrettanto tipica del periodo, argomento e testo già utilizzato da altri, in questo caso una classica vicenda di amori più o meno regolarmente corrisposti. Un'opera giovanile, se 1726 corrisponde alla reale periodo di composizione, scritta infatti ad appena vent'anni. Un'opera forse destinata ad essere completata in tempi successivi nelle intenzioni dell'autore, cosa che mai avvenne, ma che anche nella sua non definitiva versione presenta aspetti geniali.
La descrizione fatta nelle righe precedenti di Padre Martini può suscitare nel lettore, così come avveniva per i contemporanei, un atteggiamento di rispetto per un uomo che si immagina serio e compassato ed immerso nello studio. L'ascolto dei questa azione teatrale, ma ancor più degli altri brani che descriveremo in seguito, rivelano invece un Padre Martini ironico e sorprendente nelle scelte (per esempio nell'attribuzione di voci ai personaggi, come per esempio destinando in questo caso la voce di un basso per un personaggio femminile), ma anche un uomo che osserva con curiosità il mondo che lo circonda e con particolare affetto la sua Bologna, città dalla quale non si separò mai.
La struttura come detto è quella tipica dell'intermezzo, una sorta di melodramma in versione bonsai, quindi con recitativi ed arie ma con uno svolgimento più serrato ed argomento meno “impegnativo” rispetto al tradizionale melodramma settecentesco. Brevi recitativi che precedono altrettanto brevi arie che pur nella loro sinteticità, rispondono ai tipici requisiti dell'epoca per la rappresentazione degli affetti. Abbiamo anche una piccola “aria di furore”: “Ho un barile di bile nel petto”...La strumentazione è anch'essa essenziale (flauto, viola da gamba, arciliuto e clavicembalo) ma efficacemente concertata nel sottolineare gli affetti e le situazioni descritte così come adeguata ed accurata l'interpretazione degli interpreti vocali, Giacomo Contro, Vincenzo Di Donato ed Angela Troilo.
Dopo il brano che pur nella sua brevità rappresenta una modalità compositiva che si rifà alla tradizione, appare una composizione che rivela, come dicevamo, un Padre Martini osservatore della realtà quotidiana e popolare: “Richiami degli ambulanti al mercato di Bologna”, una serie di brevi canti, spesso ripetitivi e cantalenanti, che utilizzano ed in qualche modo nobilitano in musica le grida degli ambulanti del mercato, una colonna sonora della vita quotidiana ancora viva oggi e che ha attraversato i secoli. Ecco quindi il Padre Martini inaspettato, che prende spunto da suoni e voci che probabilmente ascoltava tutti i giorni per le vie della sua Bologna. Una serie di brevi macchie di colori musicali di una tavolozza che utilizza canoni e forme di danza. Il Coro da Camera Euridice e l'Ensemble Di Strumenti Antichi Circe sotto la direzione di Pier Paolo Scattolin eseguono con entusiasmo contagioso. Un'unica piccola osservazione: la mancanza di una traduzione del significato della varie grida, in certi casi deducibili, ancorchè in dialetto, in altri decisamente indecifrabili per i non bolognesi...