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Tango. I labirinti e le milonghe di Borges e Piazzolla
Per il Bicentenario della Revolucion de Mayo 1810-2010 ho seguito tre spettacoli tutti di tango: dal Piazzolla/Borges al Fontanone del Gianicolo fino ai due spettacoli di tango per il Festival Buenos Aires Tango al Parco della Musica: il primo è la coreografia Sin Pecado Concebido di Silvana Gril e l’altro A puro tango col Trio Decarisimo con Jesús Hidalgo cantante ospite.
Il tango abbraccia in modo esponenziale i festeggiamenti argentini, e noi italiani in un filo diretto, che ci accomuna nel sentir pulsare il tango e la nostalgia che lo attraversa con un animo affine ed empatico in tutti i suoi passi, primi e secondi come quelli della donna che segue l’uomo in un abbraccioi, influenzandone i successivi movimenti (liberamente citato da Daniel Binelli). A tal proposito rosalta la performance per sole donne dello spazio Arte dell’Auditoriumi, intitolata proprio El segundo paso (Stanza d'ombra con tanghero) di Paola Lo Sciuto, insieme all'esposizione: Partitura per un canto alla madre. Nella prima si viene travolte dal buio e da un braccio maschile che afferra danzando in una sala dove nessuno vede l’altra. La mostra Partitura per un canto alla madre è invece quanto di più nostalgico possa esperire il mondo attraverso gli oggetti. Abiti antichi, lisi, vecchie foto, libri consunti e strappati, antichi giradischi impolverati e tante scritte che evocano ciò che la donna desidera: il travolgente abrazo di un tango a due, vivo e mordente.
Nello scrosciare dell’acqua del Fontanone siamo proiettati nel labirinto del Minotauro di Borges guidati dalla voce intensa e coinvolgente di Roberto Herlitzka negli spazi dedicati al teatro nel Gianicolo. All’aperto, lo sfondo è quello delle luci della Roma papalina irrorata di arterie cosmopolite di cui si intravedono i tetti nel ludibrio di proiezioni a cura di Marco Schiavoni. Dai lunghi corridoi che percorriamo insieme ad Asterione (La casa di Asterione – sotto riportiamo le citazioni e la lista delle poesie per intero), ci spostiamo nelle poesie dedicate allo specchio (Allo specchio, omonima) e all’ombra (Elogio dell’ombra), fino alle tigri (L’altra tigre). Le corde dei tanghi di Piazzolla sono rallentate dai due archi di Francesca Romana Fioravanti e Ester Nagypal, e dal pianoforte di Giovanna De Rubertis, tanto che Libertango suona come un sussurro nell’orecchio dell’amata, mentre di lì a poco la voce di Herlitzcka si leva di nuovo intensa e commossa sulla struggente solitudine dell’umano personificata da Asterione: “La verità e che sono unico”, anche in quello specchio che ritrae l’altro (lo stesso direbbe Borges).
La coreografia di tango Sin Pecado Concepibo di Silvana Gril insieme al Guillermo Rubino Cuarteto al Parco della Musica nella Sala Petrassi è travolgente: si inizia con il grigio e si termina con i colori più intensi dal rosso, all’arancione, al viola, al verde, tutti in toni squillanti. I ballerini sono formati da tre coppie affiatate che compongono quadri insoliti e dai quali scaturisce un’energia che fa chiedere al pubblico un bis, concesso e ravvivato da una figurazione acrobatica e sicuramente preparata per l’occasione. I musicisti sono gli stessi del Trio Decarisimo che abbiamo seguito il giorno dopo, il 15 settembre, con in più Martín Vazquez alla chitarra e l’artista ospite Aureliano Marín canto e contrabbasso. I brani sono stati riarrangiati da Ramiro Gallo e la compagnia di ballo è la No bailàras.
Quando si entra nel Teatro Studio dell’Auditorium allestito con tavolini tondi e tante sedie attorno, completo di illuminazione calda e virante sul rosso, non sembra di esser entrati nella sala dove tanti concerti di contemporanea o di jazz si sono tenuti per tutto l’anno. Una Milonga con tanto di spazio apposito dove rinfrescarsi con bevande e prodotti tipici, mentre si ascolta un trio tutto dedicato a Piazzolla e De Caro, lo stesso nome, Decarisimo, ne è una garanzia. I brani variano tra strumentali e cantati, con la voce calda di Jesús Hidalgo, che concede un bis sulle parole di Por una cabeza, alle richieste pressanti di un pubblico con il quale si era stabilita una comunicazione continua soprattutto tramite il pianista Ariel Rodriguez, che ha informato il pubblico anche di una prima mondiale ad opera del fisarmonicista Camilo Ferrero, il brano è Samba por tu sueños, dedicata al suo bambino.
Arrangiamenti vivaci, timbri solari nel pieno contatto e rispetto della malinconia qualificante del tango, ne fanno uno dei terzetti più interessanti, in particolare inerenti le interpretazioni e rivisitazioni del tango nuovo, con un ritmo sorprendentemente d’effetto ed una sinergia unica tra i tre componenti.