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Teatro Comunale di Ferrara. Belli e bravi con Figaro
La commedia per musica in quattro atti di Wolfgang Amadeus Mozart: Le nozze di Figaro, uno dei massimi capolavori del compositore austriaco su libretto di Lorenzo Da Ponte, ricavato dalla celebre commedia di Beaumarchais, è andato in scena con enorme successo il 1° maggio 1786 a Vienna, e così ha replicato nelle due date sold out del 30 giugno e del 2 luglio scorsi al Teatro “Claudio Abbado” di Ferrara. La Fondazione Teatro Comunale di Ferrara guidata da dicembre 2001 dall'istrionico e profondo conoscitore di musica Moni Ovadia, ha presentato questo nuovo titolo della trilogia Mozart-Da Ponte con la regia di Adrian Schwarzstein ed il debutto alla direzione d’opera proprio in questa produzione di Massimo Raccanelli.
Con lo stesso cast vocale che lo scorso anno ha fatto furoreggiare il Don Giovanni anche in Corea del Sud (al Daegu Opera House), questa nuova produzione diretta da Adrian Schvarzstein, argentino prestato alla Spagna nonostante il cognome teutonico, prende spunto, dalle parole del regista che abbiamo intervistato: "Dall'ambiente romano e poplare del film di Ettore Scola "Brutti, sporchi e cattivi", (del 1976, che conquistò il premio come migliore regia al 29° Festival di Cannes, N.d.C.) e dalle possibilità di rivincita che le classi meno abbienti si riprendono sui nobili, come mostra la fine dell'opera mozartiana." Veniamo quindi accolti in teatro, la sera della prima del 30 giugno, da un manipolo di "imbonitori" che ci vendono la qualunque: dai santini pronografici ai vecchi marchi tedeschi, dalle sigarette ai rotoli di carta igienica, il tutto in un poliedrico parterre in costume formato dai cantanti e dal Coro, che mi ha fatto tanto pensare allo spettacolo di Luciano Melchionna ed Elisabetta Cianchini del 2010 e che scioccò, divertendolo, il pubblico al Quirino di Roma ed ora in tournée a Napoli, ovvero Dignità Autonome di Prostituzione. Veniamo quindi proiettati, - con i costumi e le scene a cura di Lilli Hartmann, dai colori kitsch e gli ambienti periferici della Roma poverissima simil Serpentone - come il resto del pubblico in un ambiente alle Sorelle Materassi anni '70, con annunci, finto bagno chimico usato come "porta entra/esci" e luogo di seducenti iniziative, nonchè un enorme camera da letto a vista, come nel film di Scola. Un mix tra circo, proditorie variazioni sul tema della conquista facile, e dello ius primae noctis, che in fondo è il fulcro della narrazione e cui Figaro non smetterà di volersi sottrarre e così salvare e sposare, illibata, la sua Susanna.
Straordinario spettacolo per il movimento scenico, a cura non solo del regista Schwarzstein, anche dell'assistente alla regia e coreografa lituana Jūratė Širvytė-Rukštelė, queste Nozze presentano dei talenti vocali strepitosi a dir poco e tutti under 35, come ci ha ben informato l'ufficio stampa, e per cui diamo il merito al direttore musicale Leone Magiera, già stimato scopritore di talenti d’opera come Mirella Freni e Luciano Pavarotti.
Vogliamo prima di tutto citare le quattro voci principali: il cinetico Guido Dazzini (Conte), che ha una verve esplosiva e doti anche atletiche, negli andirivieni tra armandi, porte, scale, letti...; una voce chiarissima e completa; Giovanni Luca Failla (Figaro), altra presenza simpatica fin dalle prime battute, voce istrionica e molto cadenzata; Marta Lazzaro (Contessa): emozionante resa del compendio emotivo cui passa attraverso la Contessa, nobile di cuore, evidentemente, voce chiarissima, languida, trascinante:Gesua Gallifoco (Susanna), è un talento vivo, mordace, agile nella voce e nel movimento scenico, le auguriamo, come agli altri tre, un alunga carriera, non solo mozartiana. Grandi applausi anche pern tutti gli altri: Silvia Caliò (Barbarina), Alessandra Adorno (Marcellina), Gianluca Convertino (Antonio e Bartolo) e Lorenzo Martelli (Basilio e Don Curzio), e a Nicolò Balducci (Cherubino), un altro giovanissimo talento scelto dal M° Magiera. Il Coro del Teatro Comunale è affidato al Maestro Teresa Auletta, che ha guidato con sicurezza le voci; così come il M° Massimo Raccanelli si è ben misurato con l'Orchestra e con la musica mozartiana, che mostra chiaramente delle asperità.
Sotto le luci di Marco Cazzola, ben dosate per ogni quadro, abbiamo goduto delle svolazzanti arie mozartiane, in particolare: la cavatina nel secondo atto di Marta Lazzaro nel ruolo della Contessa di Almaviva: Porgi amor qualche ristoro; ma anche nel recitativo E Susanna non vien e nell'aria seguente Dove sono i bei momenti, come nel duetto con Susanna (Gesua Gallifoco) Canzonetta sull'aria.
Gesua Gallifoco illumina nel recitativo Giunse alfin il momento e nell'aria Deh vieni, non tardar, del quarto atto. Nicolò Balducci, tipico personaggio en travesti che è Cherubino, ravviva e sfarfalla di qua e di là, come ogni adolescente in crescita.
Grandi applausi ed un pubblico che è rimasto divertito e soddisfatto per una divertentissima, nonchè curatissima, serata all'Opera.