Supporta Gothic Network
Teatro di San Carlo di Napoli. L'opéra fantastique secondo Offenbach
Al Teatro di San Carlo di Napoli hanno festeggiato il bicentenario dalla nascita di Jacques Offenbach riportando in teatro dopo cinquant'anni la sua opera piu' riuscita: Les Contes d’Hoffmann dal 17 al 24 marzo 2019 e con un cast, nonché un direttore e regista tutti strepitosi. La produzione è dell'Opéra de Montecarlo mentre sul podio era Pinchas Steinberg e Jean-Louis Grinda alla regia, annoveriamo tra il cast John Osborn nella parte principale del poeta Hoffmann, Alex Esposito nelle varie vesti “diaboliche" di Lindorf, Dr, Coppélius, Miracle, Dapertutto e Maria Grazia Schiavo nella parte clou di Olympia.
Il piu' noto dei racconti di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, nato nella Königsberg della Prussia orientale oggi diventata la Kalinigrad russa, il 24 gennaio 1776 e scomparso a 46 anni a Berlino, il 25 giugno 1822, è celebre per i suoi Racconti di ispirazione gotica e romantica, i famosi Notturni, tra cui il capostipite in termini psicoanalitici della nozione di Perturbante di Sigmund Freud (Das Unheimlich, The Uncanny in inglese), ovvero Der Sandmann. L'uomo della sabbia in italiano, fu scritto nel 1816, anno della nascita del Frankenstein di Mary Shelley durante l'anno senza estate dovuto alla caliggine proveniente dall'eruzione del vulcano Tambora in Indonesia, che infestò l'intera Europa e alle avverse perturbazioni metereologiche che portarono freddo e carestie.
Les Contes d’Hoffmann è la seconda opera di Jacques Offenbach, considerato giustamente il padre dell'operetta e tedesco come Hoffmann, nato Jacob a Colonia, il 20 giugno 1819 e scomparso a Parigi, il 5 ottobre 1880 (naturalizzato francese dove visse tutta la sua vita), prima che potesse godere il successo della sua opera piu' nota, messa in scena all'Opéra-Comique di Parigi il 10 febbraio 1881 con la strumentazione terminata da Ernest Guiraud.
Offenbach scelse tre racconti di Hoffmann, tra cui naturalmente L'uomo della sabbia, il piu' determinante ed originale anche all'interno dell'opera, che si compone di un prologo, quattro atti ed un epilogo che chiarisce il legame tra il poeta e la sua Musa, la Poesia. Per quest'opera fantastica in cinque atti, Offenbach affidò il libretto a Jules Barbier, che lo trasse a sua volta da una pièce scritta nel 1851 assieme a Michel Carré, ispirata non solo a racconti di Hoffmann ma anche dal romanzo Storia straordinaria di Peter Schlemihl (1813) di Adelbert von Chamisso.
Nel prologo ci troviamo nella taverna di Luther (Italo Proferisce) a Norimberga vicino al teatro dell'Opera dove canta la famosa Stella (Michela Antenucci) nella parte di Donna Anna in Don Giovanni: il poeta è innamorato di lei ma il consigliere Lindorf si frappone alla loro unione con uno stratagemma. Lindorf è un personaggio diabolico che cambia veste negli atti ma interpretato sempre da un carismatico, potente, perfettamente calibrato in ogni ruolo malefico che riveste, è il baritono bergamasco Alex Esposito, già visto nelle altre parti diaboliche di Mefistofele ne La damnation de Faust di Berlioz ed in quelle di Enrico VIII in Anna Bolena nemmeno un mese fa sempre all'Opera di Roma. Il povero poeta, che fra un inno alla birra ed un altro al vino è supportato dal suo amico Nicklausse – perfetta nella voce, lirica e trascinante del mezzosoprano Annalisa Stroppa – è chiaramente sempre giocato dal diavolo, ed inizia a raccontare le sue storie cantando un'aria comica su un nano di nome Kleinzach,dal divertente refrain. Nella parte principale di Hoffmann abbiamo il tenore americano John Osborn, presenza forte per voce ed attorialità e che conosciamo da tempo, nel Benvenuto Cellini di Berlioz con la regia di Terry Gilliam oppure come Fra Diavolo in Auber: nelle vesti del poeta è stato particolarmente struggente nonché simpaticamente tenace nell'inseguimento di quella Sensucht romantica che finirà per soddisfare solo con la Muse poétique, impersonata da una sempre deliziosa Annalisa Stroppa.
Il primo atto si svolge a Parigi ed è caratterizzato dal personaggio della bambola meccanica Olympia, creata dal fisico Spalanzani (Enrico Cossutta) e dall'ottico Coppelius (Alex Esposito): proveniente dal racconto L'uomo della sabbia dove è oggetto d'amore del protagonista Nathanael, qui lo diventa di Hoffmann che, chiaramente, non si accorge che la ragazza è un automa. Nonostante le insistenze di Niklausse, il suo amico, finirà per crederlo solo una volta che Coppelius la distrugge per vendicarsi di un saldo indebito di Spalanzani. Il momento clou dell'atto è l'aria della bambola Les oiseaux dans la charmille (Gli uccellini nella pergola) che qui è interpretata da una magnifica e riuscita bambola del soprano Maria Grazia Schiavo, bravissima anche quando imita la fine della batteria e riceve la scossa per ricominciare a cantare, nonché le urla improvvide che traumatizzano Hoffmann. Ricordiamo, en passant, la meravigliosa versione in balletto di Coppélia di Léo Delibes.
A Monaco si svolge il terzo atto con Antonia, la giovanissima cantante malata di tubercolosi di cui anche in questo caso il poeta Hoffmann è innamorato e con cui riuscirà a duettare, nonostante i divieti del padre preoccupato per la salute della figlia. Il padre, che nell'operetta è liutaio, nel racconto è il consigliere Krespel (il bravissimo Roberto Abbondanza) ed il racconto è tratto dalla prima parte de I confratelli di Serapione del 1819, in originale Antonia è innamorata di un compositore denominato B. Interverrà il diabolico Dr. Miracle (Alex Esposito) per farla di nuovo cantare: animerà un ritratto della madre per convincerla a cantare di nuovo, provocandone così la morte. Afflitto, Hoffmann si allontana. Il noto soprano georgiano Nino Machaidze è stata struggente nella parte, ricevendo anche degli applausi a scena aperta.
Nell'atto quarto una nuova protagonista si avvicenda nel cuore di Hoffmann che batte a Venezia per la cortigiana Giulietta, sensuale in un vestito verde vivace che intrattiene i suoi ospiti, vari corteggiatori: dal fidanzato Schlémil (Fabio Zagarella)– che proviene direttamente dal Peter Schlemihl, eroe del romanzo di Adelbert von Chamisso, Storia straordinaria di Peter Schlemihl (1813) – come da Pitichinaccio (Orlando Polidoro) allo stregone Dapertutto (Alex Esposito). Sono molti i racconti qui mischiati nella storia, tra cui: Abenteuer in der Silvesternacht (in italiano Le avventure della notte di S. Silvestro), estratto dalle Fantasie alla maniera di Jacques Callot (1814), in particolare dal quarto capitolo: La storia del riflesso perduto (Die Geschichte vom verlorenen Spiegelbild).
La storia del riflesso perduto viene tradotta nel personaggio di Dapertutto, che vuole imprigionare l'immagine di Hoffmann, che viene convinto dalla bella Giulietta a specchiarsi, perdendo così l'immagine riflessa. Tormentato tra l'amore e l'odio per lei, Hoffmann ucciderà d'impeto Schlemil, dopodichè la bella Giulietta sceglierà l'ultimo tra i corteggiatori, Pitichinaccio, lasciando Hoffmann ritornare sconsolato a Norimberga. La protagonista Giulietta è impersonata dal mezzosoprano Josè Maria Lo Monaco, accattivante nella voce e nella parte, molto convincente la sua lettura seduttiva ed affascinante.
L'epilogo finale vede il poeta ubriaco nella taverna di Luther giocato da Lindorf che accompagnerà la diva Stella, seppur venuta per il poeta, che lo abbandona visto il suo stato. Nel sogno Hoffmann finalmente vedrà il suo futuro con La Musa (Annalisa Stroppa) che lo coinvince a seguire il talento in una visione da cui rimarrà estasiato.
L'allestimento di Grinda seguiva piuttosto le storie dentro gli atti e leggeva soprattutto con alcuni oggetti simbolici, come le bambole appese o le suggestive ombre cinesi, il susseguirsi degli espisodi, resi piu' evocativi dall'uso delle luci di Laurent Castaingt, che ha curato anche la scenografia.
L'Orchestra del Teatro di San Carlo è stata guidata con maestria dal direttore israeliano Pinchas Steinberg, ed hanno dato prova, insieme al Maestro del Coro Gea Garatti Ansini, tutti i Coristi formulando una lettura a tutto tondo, godibilissima e intimamente apprezzata dal pubblico tutto.