Supporta Gothic Network
Teatro Valeria Moriconi di Jesi. L'Olimpiade
Al Teatro Valeria Moriconi l'8 e 10 settembre 2011( anteprima giovani il 6), nell'allestimento già proposto nel 2002, è stata rappresentata con grande successo L'Olimpiade di Giovanni Batttista Pergolesi, ultima opera in programma all'XI Festival Pergolesi-Spontini di Jesi. L'esecuzione è stata affidata all'orchestra Academia Montis Regalis magnificamente diretta da Alessandro De Marchi; la recensione è riferita alla recita del 10.
La prima rappresentazione de L'Olimpiade fu l'occasione per farsi conoscere al di fuori di Napoli in quanto avvenne a Roma nel 1735, nel glorioso Teatro Tordinona poi distrutto per far posto ai muraglioni degli attuali Lungotevere. La situazione politica legata all'arrivo dei Borbone a Napoli fu la causa di questo debutto romano, in quanto i nobili protettori di Pergolesi, legati agli Asburgo, non erano ben visti dal nuovo governo. Questa situazione non poté non ripercuotersi anche sul musicista, che non ebbe più commissioni dal Teatro San Ferdinando.
Il libretto dell'opera di Pietro Metastasio è universalmente considerato dal 1700 il suo capolavoro e fu messo in musica da innumerevoli e famosi musicisti. Metastasio stesso si interessò da Vienna alla rappresentazione de L'Olimpiade per la prima volta nella sua città natale. La versione di Pergolesi ha alcune varianti dovute all'assenza del coro che il teatro, in difficoltà economiche, non poteva permettersi e alle esigenze dei cantanti. I cantanti furono tutti uomini: sopranisti, contraltisti e tenori in quanto a Roma le donne non potevano calcare le scene o cantare anche nelle rappresentazioni private; come accadde nel 1708 per l'esecuzione a Palazzo Ruspoli dell'oratorio di Händel La Resurrezione che incorse nella censura papale per la presenza di una donna tra i cantanti
. Nel 1734 Pergolesi fu oberato di lavoro tra le modifiche a Lo frate 'nnammorato, per la sua eccezionale ripresa e la composizione e messa in scena di Adriano in Siria, sempre su libretto di Metastasio, da cui attinse per alcuni brani per L'Olimpiade. Il libretto di Metastasio contiene molti dei "topoi " ( luoghi comuni ) derivati dalla cultura classica, a parte la collocazione dell'azione all'interno dei giochi olimpici, c'è, nell'antefatto, come nel celeberrimo mito di Edipo, il solito oracolo che prevede l'uccisione del padre per mano del figlio con la conseguente decisione di sopprimerlo, che però non viene eseguita.
L'azione poi si sviluppa molto anni dopo la separazione di fratello e sorella gemelli presentando: le tormentate, vicissitudini di due coppie di amanti: Aristea e Megacle e Argene e Licida, la forza dell'amicizia tra Megacle e Licida fino al sacrificio di sé stessi, la conclusiva agnizione attraverso un oggetto e doveroso, nel 1700, lieto fine. L'Olimpiade, l'ultima opera seria composta da Pergolesi prima della sua prematura morte, è un capolavoro ed, averla potuta ascoltare in una eccellente esecuzione a breve distanza da Salustia, è stata un'ottima iniziativa del Festival, in quanto si è potuto toccare con mano il progressivo affinarsi dei mezzi tecnici ed espressivi del grande compositore avvenuti in un arco di tempo, 1731-1735, assai breve.
La musica di Pergolesi si fonde mirabilmente al testo con una profusione di colori e impasti timbrici delle varie sezioni dell'orchestra, non è un caso che, pur non essendo molto rappresentata L'Olimpiade, molte arie furono usate dai cantanti in altri contesti e copiate da altri musicisti. Il Teatro Moriconi è un luogo che penalizza l'orchestra in quanto è confinata nello spazio ristretto di uno dei quattro nicchioni, della chiesa sconsacrata a pianta centrale, in questo caso tra l'altro gli ottimi musicisti che hanno suonato le tiorbe e l'arpa davano le spalle al direttore e anche la seconda orchestra non è stata posta nella posizione migliore.Nonostante questo l'esecuzione dei musicisti dell'orchestra Academia Montis Regalis è stata ottima in tutte le sezioni, eccellenti fra gli altri gli oboi, i corni e le trombe.
La direzione di Alessandro De Marchi ha magnificamente evidenziato, nei tempi e nell'amalgama dell'orchestra, tutti i colori e le sfumature della tavolozza pergolesiana che caratterizzano le situazioni drammatiche e gli stati d'animo dei personaggi. Diversamente dalla consuetudine consolidata dell'opera seria del '700 di esprimere affetti universali e quindi astratti, la peculiarità di Pergolesi è di caratterizzare i personaggi; fu questo a colpire il pubblico a Parigi e da questo iniziò la Querelles des bouffons. Ecco perché la direzione d'orchestra è di fondamentale importanza nell'esecuzione delle opere di questo compositore.
Il cast è stato di buon livello nell'esecuzione delle arie e nell'attenzione all'espressività nei recitativi. Sofia Soloviy ha interpretato Megacle convincendo sia vocalmente come nella ardua Torbido in volto e nero la grande aria per due orchestre scritta per Caffarelli (Farnaspe) che, Pergolesi trasse tale quale da Adriano in Siria. L'interpretazione dell'intensa Se cerca se dice in cui è lacerato tra l'amore per Aristea e la lealtà per l'amico Licida, è stata convincente e così nel patetico duetto con Aristea che chiude il primo atto Ne' giorni tuoi felice. Lyubov Petrova ha ben delineato Aristea, che ama riamata Megacle, di cui non comprende comportamento e per questo soffre. Oltre al duetto la ricordiamo per la convincente interpretazione di Tu di saper procura in cui è rinchiusa tutta l'ansia di avere notizie dell'amato e Tu me da me dividi, una violenta invettiva in cui respinge Licida, due arie che delineano il carattere del personaggio.
Jennifer Rivera ha ben reso i contraddittori aspetti di Licida particolarmente riuscita nell'interpretazione dell'aria Nella fatal mia sorte e così pure Yetzabel Arias Fernandez nella tormentata Argene in Che non mi disse un dì ? Raul Gimenez è stato un Clistene intenso, padre e re autorevole ma anche profondamente umano nell'aria Non so donde viene. La regia di Italo Nunziata ha collocato gli interpreti su due piattaforme che si intersecavano perpendicolarmente, dividendo la platea in quattro settori. Il '700 è evocato in una dimensione astratta, esaltata dalle luci di Patrik Latrica, dai soli splendidi e cangianti costumi di Ruggero Vitrani. Il pubblico entusiasta ha applaudito calorosamente durante e al termine dello spettacolo.