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Torino The Human Body Exhibition. Plastinare il corpo umano
Il Palaolimpico di Torino ospita, dal 29 settembre 2012 al 13 gennaio 2013 The Human Body Exhibition, una delle mostre che, negli ultimi anni ha suscitato più scalpore nella comunità artistica ed in quella scientifica. Arnie Geller, ideatore dell'esposizione, mostra attraverso un processo chiamato plastinazione cosa nascondiamo al nostro interno.
Dopo aver riscontrato un successo straordinario in alcune delle più grandi capitali mondiali, a New York la mostra è stata vista da più di due milioni di persone, i corpi oggetto di tante polemiche approdano nella capitale sabauda, poco incline, in genere, a polemiche così accese. Perchè ad essere sinceri, raramente è accaduto di assistere ad una tale bagarre che coinvolgesse le istituzioni, il mondo accademico e la stampa, contemporaneamente. Ricordo che l'esposizione è presentata in Italia dalla Fondazione Umberto Veronesi e, tra gli scopi principali di questo progetto c'è quello di allontanare gli adolescenti, e non solo, dal vizio del fumo.Se da un lato, però, c'è chi accusa i curatori di The Human Body Exhibition, di voler colpire il pubblico con facili sensazionalismi, dall'altra assistiamo ad un'indignata comunità scientifica che storce il naso e accusa il curatore dell'esposizione in maniera più o meno velata di scarsa scientificità.
O almeno così sembra. La stessa comunità che, appena qualche secolo fa, propugnava il progresso della scienza davanti a tutto, a volte anche della vita umana. Bisogna ricordare, infatti, che uno dei più grandi uomini di scienza italiani del XIX secolo, Girolamo Segato, scoprì un metodo per la conservazione dei cadaveri basato sulla mineralizzazione dei tessuti, capace di rendere questi ultimi simili a pietra. Il Pietrificatore, così fu chiamato il Segato, morì portandosi nella tomba il suo segreto, così come fece Raimondo Di Sangro, suo predecessore, circa un secolo prima. Il procedimento della "plastinazione" adoperato in questo caso è simile: i corpi subiscono una specie d’imbalsamazione con il silicone, che arresta il processo di disfacimento dei tessuti.
A ben vedere sembra che l'utilizzo di cadaveri per fini scientifici sia quindi un'usanza più volte attestata, per questo, forse, tutte le polemiche scatenatesi riguardo a quella che è, e rimane, un'esposizione che si può visitare se e quando si vuole, sono un poco eccessive.
La mostra, per come è strutturata, risulta piacevole ed istruttiva, merito anche delle tavole esplicative e degli studenti di medicina che accompagnano i visitatori. Naturalmente alcune aree risultano più interessanti di altre, prima tra tutte la sezione dedicata alla Procreazione, ma nel complesso ogni sezione può offrire interessanti spunti di riflessione ad adulti e bambini.