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Torino MAO. Quando i Beatles scoprirono l'Oriente
Fino al 2 ottobre il MAO di Torino, in via San Domenico 11, propone una mostra che racconta l'incontro tra Occidente e Oriente negli anni Sessanta, con quattro protagonisti d'eccezione: i Beatles. Nel 1968 i quattro di Liverpool fecero un viaggio in India, dopo aver incontrato il guru Maharishi Mahesh Yogi a Londra.
Da quell'evento, privato ma con copertura mediatica, nacque un grande interesse nella cultura pop e musicale per l'Oriente, che influenzò la musica, la letteratura e il cinema, la fotografia e la pubblicistica in generale, la moda e il costume. Un'influenza che portò a scoprire le culture orientali, a compiere, con altri mezzi e modi, viaggi simili a quelli dei Beatles, in India, ma anche in terre allora ancora non toccate dalla guerra come Iraq e Afghanistan, e nei più vicini Marocco e Tunisia.
Da questo parte il percorso della mostra al MAO, ideato da Luca Beatrice, con il titolo preso da un verso di Strawberry Fields Forever: Nothing is Real occupa undici sale, con centinaia di oggetti provenienti da ambiti diversi. Ci sono i memorabilia dei Beatles, ma anche le foto indiane di Italo Bertolasi e di Pattie Boyd, allora fidanzata con George Harrison, le guide di viaggio per girare l'India senza soldi, un must all'epoca per tanti che vollero scoprire quel mondo, classici come Siddharta di Hesse, scoperto proprio in quegli anni, varie riviste internazionali che pubblicarono reportage sull'Oriente, le copertine psichedeliche di dischi di artisti vari, le fanzine, i fumetti, con uno sfondo di profumi orientali in tema, per immergere in un mondo che fa sentire ancora oggi la sua influenza.