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Torino. Tesori albanesi a Palazzo Madama per riscoprire Bisanzio
Palazzo Madama di Torino, residenza sabauda in pieno centro, ha iniziato un 2013 di mostre interessanti con Tesori del patrimonio culturale albanese, un’occasione unica per scoprire la cultura di un Paese separato dall’Italia da un braccio di Adriatico e spesso vittima di semplificazioni e di ignoranza sulla sua portata.
L’Albania, che ha festeggiato il centesimo anniversario dell’indipendenza dall’Impero ottomano nel 2012, è stata crocevia di culture e suggestioni, dall’epoca preistorica a quella ellenistica, dai giorni dell’Impero romano che le lasciò l’eredità di sentirsi parte dell’Europa, all’importanza di Bisanzio e dell’immaginario ortodosso, che si interruppe nel 1476 dopo la caduta della città, un tempo Costantinopoli e poi Istanbul, e la fine dell’Impero romano d’Oriente.
In mostra ci sono centocinquanta opere, tra manufatti dell’età del bronzo, vasi greci, monili classici, statue romane e ellenistiche di divinità, da Eros a Apollo passando per Artemide, e di cittadini dell’Impero romano, icone e persino una rilettura della Sindone in chiave ortodossa: praticamente tutte le opere sono poco note al di fuori del territorio albanese: la mostra vuole anche essere un modo per promuovere il turismo in Albania, luogo di cime innevate e di passeggiate nelle foreste montane, di coste di un mare azzurrissimo, di borghi medievali e antichi, che per secoli dialogò e ebbe contatti con l’Italia, come testimoniano i reperti esposti.
Il percorso espositivo è stato curato dal professor Apollon Baçe, direttore dell’Istituto dei Monumenti della Repubblica d’Albania e vari pezzi portati alla luce da molte spedizioni archeologiche, a cui parteciparono e partecipano anche archeologi italiani, come Luigi Ugolini (1895–1936).
La mostra è inserita nel percorso di Palazzo Madama, sede di una collezione permanente di pezzi di gran valore, che comprende un arco di tempo che va dall’antichità all’Ottocento, con miniature, libri antichi, quadri, statue, vasi, capi di abbigliamento. In questo periodo, al secondo piano, sono anche esposte alcune statue della Lenci dei primi decenni del Novecento, senza dimenticare il Giardino medievale ricostruito nel fossato, con piante officinali, fiori, angoli archeologici.