Supporta Gothic Network
Triplo Beethoven per Harmonia Mundi con Conlon ed il Trio Wanderer
Un bel CD beethoveniano, distribuito da Ducale, con una composizione molto famosa ed un'altra sicuramente di raro ascolto, per lo meno nei teatri italiani, ma non per questo di minor interesse ed importanza. Rispettando la successione nel CD, l'ascolto inizia con il “triplo”, un concerto che rappresenta, come per molte altre composizioni di Beethoven, un unicum.
L'idea di contrapporre all'orchestra, nel tradizionale schema del concerto solistico, più di un esecutore non era certo nuova. Dall'esempio di Bach, non subito recepito, con il Quinto Brandeburghese, alla Sinfonie Concertanti di Mozart ed ai suoi Concerti per due e tre pianoforti, era stato messo in evidenza che era possibile costruire con efficacia simili brani.
La formazione scelta da Beethoven, il trio con pianoforte, è inoltre un ensemble che di fatto rappresenta un organismo unico, con grandi potenzialità espressive. Nonostante queste premesse e presupposti estetici, tuttavia presso i contemporanei il Triplo non ebbe immediatamente il gradimento che meritava. Il tempo ha reso giustizia, ed oggi l'ascolto, dal vivo o in un bel CD come questo, è sempre motivo di grande godimento.
Per chi ha dimestichezza con i numeri d'opera beethoveniani non sfuggirà che il Triplo, op 56, si colloca in un periodo nel quale Beethoven scrive capisaldi della musica dell'Ottocento, come la sonata “Waldstein”, op.53, la terza Sinfonia (Eroica) op. 55 e la sonata “Appassionata” op.57.
Il Trio Wanderer (Vincent Coq, piano, Jean Marc Phillips-Varjabédian, violino e Raphael Pidoux, violoncello) offre una lettura sicura ed ispirata all'altezza della fama ed allineata con le registrazioni più famose. James Conlon asseconda perfettamente l'impostazione interpretativa del trio dosando con efficacia i colori orchestrali e creando, quando necessario, un sostegno discreto e mai invadente quando il trio è “un trio” e quando, al contrario, l'orchestra risponde alle frasi costruite dai solisti con tutta la maestosità e lo spessore della scrittura beethoveniana.
Come sempre Beethoven ci commuove quando scrive adagi ed anche in questo caso il Trio Wanderer raggiunge livelli di alta poesia nel dipanare e nello scambio delle frasi musicali. Il celebre inizio dell'ultimo movimento, con il trillo che prende vigore e si trasforma nell'inizio del Rondò alla Polacca, scarica la malinconica tensione dell'adagio con un progressivo ed inarrestabile canto di gioia.
Anche in questo caso perfettamente dosato il dialogo solisti ed orchestra nell'evidenziare ogni particolare delle frasi musicali e nel fraseggio.
Le musiche di scena per l'Egmont di Goethe op. 84 appartengono ad una parte del repertorio beethoveniano poco frequentato e meno conosciuto dal pubblico che, non a torto, trova in numerose altre forme utilizzate dal genio di Bonn motivi di ammirazione sconfinata.
I gusti mutano, e se, Beethoven vivente, questo genere di composizioni erano molto apprezzate, oggi l'ascolto nella sua interezza è sicuramente più impegnativo. Registrazioni come questa permettono di avere una visione complessiva senza limitarsi, come accade, all'ascolto della celebre Ouverture, destino spesso comune anche per le varie ouvertures del Fidelio.
Beethoven, come ogni cosa che affrontava, prese molto seriamente l'impegno della composizione di quest'opera, anche per la grande ammirazione, quasi devozione, che aveva per Goethe, ed infatti il risultato musicale è all'altezza delle aspettative. Proseguendo nel parallelo con altre opere dello stesso periodo, troviamo la sonata per pianoforte “Les adieux” o il Quartetto op.95.
Tutto il suo linguaggio è presente: l'uso totale della grande orchestra e dei suoi colori e mille sfumature, il lied accompagnato, il melologo, dipingendo con linguaggio inconfondibile l'ansia, l'amore, la gioia, il trionfo nella sinfonia finale.
Anche con quest'opera Conlon offre un'adeguata ed appassionata lettura e la bella voce di Anja Harteros ben si adatta per il timbro ad evidenziare la bellezza dei due lieder inseriti nell'opera, in particolar modo nel secondo, “Freudvoll und leidvoll”. Ottimo CD. Grande musica.