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Unbroken. L'epica della resistenza e della redenzione
La regista e attrice americana Angelina Jolie, basandosi su una sceneggiatura dei fratelli Coen, a sua volta ispirata a un libro di Laura Hillenbrand (Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio, uscito in traduzione italiana nel 2012 per Mondadori, e in originale nel 2010, con il titolo Unbroken: A World War II Story of Survival, Resilience, and Redemption), ci ha presentato Unbroken, un biopic dai toni drammatici, incentrato sulla vita avventurosa e travagliatissima dell’italo-americano Louis "Louie" Zamperini, campione olimpionico e insieme eroe di guerra, il quale riuscì a sopravvivere con un altro compagno alla deriva su un canotto di salvataggio, dopo un incidente aereo quasi fatale durante la Seconda Guerra Mondiale, e fu poi preso prigioniero da alcuni militari della marina imperiale giapponese, che lo sottoposero a una serie inenarrabile di angherie e di tortura nei campi di prigionia del Sol Levante.
Il film si divide essenzialmente in tre parti: la prima parte riguarda la giovinezza turbolenta, ma anche spensierata e vivace, di Zamperini, il figlio più giovane di una coppia di immigrati italiani in California, a Torrance, trasformatosi da semiteppista di strada ad atleta superlativo, fino ad arrivare alle Olimpiadi di Berlino del 1936 ed essere premiato da Adolf Hitler in persona; la seconda parte è dedicata alle vicende strazianti delle sue missioni sui cacciabombardieri nel Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale, culminate con l’incidente aereo e il naufragio sulla scialuppa di salvataggio (47 giorni infernali, circondati dagli squali); la terza parte ruota intorno alla cattura da parte dei giapponesi e alla lotta epica che Zamperini, prigioniero di guerra, ingaggia, psicologicamente, con un graduato giapponese; la breve conclusione descrive sommariamente gli anni del ritorno, in cui Zamperini deve convivere con i postumi del terrore, tipici del disturbo post-traumatico da stress (DPTS) fino al momento finale di autentica redenzione e riconciliazione con i giapponesi. Zamperini morirà a 97 anni nel 2014, come ci ricordano i titoli di coda.
Nella prima parte, risaltano le scene in cui Louie faceva irruzioni nelle case altrui, rubava nei negozi o ingaggiava risse con i coetanei. Ma viene altresì messo in rilievo come l’incoraggiamento da parte del fratello Pete abbia indotto Louie a incanalare le sue energie ribelli in un talento agonistico stupefacente.
Nella seconda parte, risaltano le scene in cui Zamperini, arruolatosi come tenente dell’aeronautica, compie varie missioni nel Pacifico. Ma soprattutto la drammatica deriva delle due scialuppe di salvataggio, con la lotta contro la fame e la sete, gli squali che circondano le precarie imbarcazioni, ma che vengono anche catturati e lacerati con le mani dagli sventurati naufraghi corrosi dall'inedia e dalla disidratazione, che non trovano di meglio che nutrirsi della carne di questi pesci a loro volta divoratori.
Nella terza parte, si insiste forse un po’ troppo sui momenti di crudeltà dei militari giapponesi, dipinti come dei torturatori senza scrupoli, forse con accenti leggermente xenofobi, soprattutto nella caratterizzazione dell’aguzzino di nome Mutsuhiro Watanabe, dipinto come un sadico psicologico e un brutale picchiatore, il quale si fissa in modo ossessivo su Louie, probabilmente perché ne percepisce la grande energia interiore, la forza etica e il coraggio morale.
Nel film, la regista mette ben in evidenza come Zamperini sia sopravvissuto grazie alla sua indomabile forza che gli ha consentito di resistere alla sofferenza, alla gioia che non lo abbandonava neppure nella sconfitta, al perdono anche nei confronti di chi lo aveva trattato con crudeltà, alla speranza anche quando le speranze di sopravvivere sembravano annullate. È come se le sue peripezie avessero costituito insieme un dono e una lezione per sopportare anche le più dolorose esperienze, nella via che porta alla felicità.
Jack O’Connell si trova perfettamente a suo agio nella parte di Louie, eretto quasi a simbolo e faro di speranza, per una nazione coinvolta nel conflitto più duro e sanguinoso della sua storia, e forse di quella del mondo, mostrando come si può combattere fino all’esaurimento la propria battaglia in prima persona e non nascosti nell’ombra.
Accanto ad O'Connell risaltano soprattutto due degli attori, ossia Domhnall Gleeson e Finn Wittrock, che interpretano il capitano Russell Allen "Phil" Phillips e il Sergente Francis "Mac" McNamara, ossia gli aviatori con cui Zamperini è sopravvissuto rimanendo per settimane in balìa del Pacifico. Notevole anche l’attore giapponese Miyavi, che impersona la spietata guardia del campo, il caporale Mutsuhiro Watanabe, soprannominato “The Bird” (l’uccello), dagli uomini che ha torturato e seviziato. Una menzione particolare anche per la colonna sonora di Alexandre Desplat, che accompagna con contenuta drammaticità i momenti cruciali del film.