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Val d'Aosta. XVI Edizione di Celtica. Intervista ai gruppi DiaDuit e Cantlos
Nelle giornate del 6, 7 e 8 luglio, in Val d'Aosta si è tenuta la 16° Edizione di "Celtica", il Festival celtico "più in alto d'Europa" e il luogo più significativo, che ha accolto la manifestazione, è stato sicuramente il Bosco del Peuterey, nella Val Veny. Il programma di attività allestite nel bosco è stato molto ampio: mercatini artigianali di abbigliamento, strumenti, oggetti e gioielli, armi e armamenti tradizionali; ricostruzioni storiche in cui i relativi gruppi hanno organizzato nei propri accampamenti – coinvolgendo adulti e bambini - attività legate agli usi e ai costumi dei Celti; letture sotto l'albero; conferenze e conversazioni riguardanti la società, la spiritualità, la storia e i miti di questo popolo così affascinante.
Ciò che è stato più importante per partecipanti, organizzatori dello staff e artisti è stato sicuramente il contatto umano che si è stabilito tra le persone, finalizzato allo scambio e alla condivisione dei saperi sul mondo celtico. Tanti, inoltre, sono stati gli spettacoli di musica e di danza, con numerosi concerti nel pomeriggio e durante la sera, che hanno dato spazio e visibilità sia ad artisti già ben conosciuti e dalla lunga carriera, ma soprattutto a gruppi giovani italiani, nuove promesse della musica celtica e folk tradizionale. Nel corso delle due giornate, ho avuto la possibilità di fare un'intervista ad alcuni di loro.
I primi che ho incontrato sono stati i DiaDuit, un gruppo bal folk veneto, fondato nel 2009, composto da Luca Ventimiglia (flauto dolce, whistle, cornamusa, traversiere, tarota), Francesco Chiarini (violino, viola, pianoforte), Luigi Budel (bayan, voce) e Fabio Reolon (chitarra classica, voce).
E.S: Innanzi tutto vi faccio i complimenti per il tipo di musica che suonate, molto bella e dai ritmi popolari, particolari anche rispetto ai generi più diffusi e conosciuti oggi. Ho saputo che avete anche vinto un premio come miglior band folk emergente nel 2010..
L.V: Sì, è stato promosso dal Folkest, un'edizione del nord est d'Italia che cura sia la musica popolare sia la tradizionale in generale. Era l'edizione del 2010 e noi abbiamo gareggiato per la sezione del nord-est d'Italia. Questo sicuramente è stato un buon obiettivo, soprattutto perchè eravamo in una formazione che avevamo raggiunto da pochi mesi e sicuramente è stato un punto da cui continuare.
E.S. Certo. Vorrei sapere, allora, come avete iniziato. Come vi è venuta l'idea di iniziare a suonare questo genere di musica?
L.V: Tutto è nato dalla passione condivisa con Francesco per questi generi. Questo è il primo anno in cui siamo andati in contesti come festival di musica celtica.. All'inzio siamo partiti con le danze popolari, sempre seguite dal ballo, da ballerini. Il gruppo è nato nell'autunno del 2009, ma era una formazione diversa. Questa attuale è insieme dal dicembre scorso.
E.S: Dall'amalgama che avete raggiunto sembra invece sia tanto tempo che suonate insieme.
L.V: Sicuramente il rapporto tra le persone è importante per suonare, suonare vuol dire creare emozioni quindi bisogna trovarsi bene con chi suoniamo. E' sicuramente così per quanto ci riguarda.
L.B: A partire da questa formazione abbiamo iniziato a puntare su dinamiche anche un po' rock, diciamo un po' più ritmiche, dinamiche, con contaminazioni.. Quindi siamo molto contenti perchè noi stessi quando saliamo sul palco facciamo un po' di tutto, stiamo facendo più tipi di musica insieme. Adesso stiamo cercando di lavorare anche sulle sezioni canore, sul cantato. Questo è stato il primo tentativo di cantato a quattro voci, ci siamo divertiti, quindi lo porteremo avanti.
Se alla musica strumentale si associa anche il cantato, secondo me trova completezza e arriva anche più immediatamente al pubblico.
F.R: Ci sono occasioni in cui la musica è più da ballo, quindi anche se non c'è una voce, c'è il ritmo che trascina, mentre per esempio in questa, che è una situazione più d'ascolto se vogliamo, fa anche piacere sentire un repertorio cantato, che comunque è più comune.
E.S: E' vero. Vorrei sapere se avete dei progetti per il futuro. Ho saputo che avete realizzato il vostro primo album, "A perdifiato nel bosco."
L.V: Abbiamo fatto un album sì, è stata una bella soddisfazione anche soprattutto per le recensioni che abbiamo avuto. L'idea è di continuare su questo nostro stile di fare musica, perchè comunque cerca di essere personale sempre. Si parte al livello scrittura, già personale, più l'esecuzione, anche quella cercando di essere sempre varia e migliore. Non si finisce mai di imparare, noi dobbiamo imparare ancora tantissimo. Quindi sicuramente migliorare con questa formazione, perchè il vecchio disco aveva una formazione diversa, arrivando all'incisione di un altro album, che avrà la presenza vocale almeno al cinquanta percento.
E.S. Avevo già visto su Youtube vostri video anche con la presenza di balli, un'atmosfera molto bella. Allora, in bocca al lupo e complimenti.
L'altro gruppo che ho incontrato si chiama "Cantlos", originario di Novara e di formazione totalmente femminile, composto da Rita Pedroni (voce), Sarah Leo (violino, concertina), Sofia Sciabarrà (arpa celtica, arpa elettrica), Ilaria Carlini (flauto, whistle), Lucia Colombo (violoncello), Veronica Arlenghi (chitarra).
E.S: Ho saputo che siete insieme dal 2004..
R.P: Sì, nel 2004 si è formato il gruppo. Il nome del gruppo significa "il tempo delle canzoni", secondo il calendario del Coligny e abbiamo anche fatto un cd chiamato proprio così. Poi dal 2004 ad ora sono cambiati alcuni strumentisti, ma gli elementi del gruppo sono questi.
E.S: Ho capito. Com'è nata l'idea di costituire questo gruppo?
R.P: E' tanto tempo che mi piace la musica celtica e ho pensato di fare un gruppo. Siccome sono di Novara, dove c'è un conservatorio, ho chiesto se ci fossero state delle strumentiste disponibili a creare un gruppo e si è subito costituito nell'arco di tre giorni. C'era prima anche una tastierista che suonava il pianoforte, insieme agli altri strumenti: l'arpa, il violino, il violoncello, la chitarra e il flauto. Poi abbiamo deciso di fare un repertorio un po' più al femminile perchè eravamo tutte donne.
E.S: Complimenti davvero per l'amalgama sonoro. Il vostro gruppo è stata una bella scoperta.
Tra l'altro ho letto che avete composto voi stesse alcune delle canzoni dell'album.
R.P: E' l'arpista che compone i brani, quelli un po' più particolari.
E.S: Capisco. E – rivolgendomi all'arpista – come nasce l'idea di un brano del genere?
S.S: Dunque, abbiamo eseguito due brani nostri, "Respiro" e "Firesword". "Respiro" nasce da questa continua ripresa, in cui prima della ripresa della melodia c'è una sospensione in cui i musicisti prendono un respiro per essere più musicali, più espressivi ed è ispirato tra l'altro ad una persona cara. Mentre "Firesword" è ispirato alla libertà e alle cose di troppo che una spada di fuoco elimina, diciamo.
E.S: Quindi musiche molto personali.
S.S: Sì, infatti. Abbiamo eseguito "Respiro" per la prima volta oggi, mentre "Firesword" è contenuto nel nostro cd.
E.S: Che valore ha suonare strumenti di questo tipo (arpa, violino, flauto), così diversi dalle esperienze più comuni di oggi, per voi?
S.S: Innanzi tutto è la fortuna di aver trovato le risorse, di aver incontrato questo strumento. E' un caso quando si inizia a volte, poi ad un certo punto si arriva a conoscere delle persone con cui si riesce a collaborare in modo anche amichevole.
Le altre componenti del gruppo hanno poi confermato, dicendo che molte di loro, infatti, si conoscevano già, perchè condividevano un percorso di formazione classico, che è stato per tutte loro il punto di partenza per poi arrivare a questo particolare genere di musica.
V.A: E', secondo me (riferito al nuovo interesse per la musica celtica), la ricerca della finezza nel suono e quindi con strumenti particolari. Il nostro ensemble è sicuramente particolare.
E.S: E' vero, è molto originale. Un'altra domanda: è la vostra prima volta a "Celtica"? Cosa ne pensate di questo festival in generale?
S.S: La nostra prima volta a "Celtica" è stata nel 2006. E' un grande onore per noi essere qui, siamo contenti di essere su questo palco, ma siamo emozionate.. Poi abbiamo suonato anche ad altri festival celtici: "NovAria", a tutte le edizioni, "Celtival" e "Bustofolk", tutti del circuito di festival celtici che hanno avuto un riconoscimento di qualità in Italia.
E.S: Bene, complimenti! E avete in progetto un altro album per il futuro?
I.C: I brani ci sarebbero, la voglia anche. Per questo concerto abbiamo lavorato tanto, abbiamo eseguito tanti brani nuovi, quindi adesso, per fare un altro album l'idea ci sarebbe.
S.S: Anche tanti arrangiamenti, perchè sono quasi tutti nostri. Per esempio l'ultimo brano che abbiamo suonato è un mix, una weddingville con l'inno tradizionale celtico, "Greenlands".
V.A: Poi anche escursioni dalla musica folk italiana e francese. Quello che ho trovato è interesse anche per un diverso repertorio folk.
E.S: Complimenti ancora, soprattutto per la fusione sonora che avete creato, continuate così e buona fortuna per i vostri progetti.