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Vittoriano. Da Rilke alla sinestesia di Cezanne
Cezanne e gli Artisti italiani del '900 questo è il titolo della mostra che sarà ospitata al Complesso del Vittoriano a Roma fino al 2 febbraio 2014; è stata curata dalla storica dell’Arte Maria Teresa Benedetti, coadiuvata da un comitato scientifico composto da Denis Coutagne, Rudy Chiappini e Claudio Strinati, e coordinata da Alessandro Nicosia.
Il Complesso del Vittoriano nel 2003 ospitò Cézanne, il padre dei moderni, sempre a cura Maria Teresa Benedetti con la collaborazione di Claudio Strinati, un titolo significativo per comprendere l'influenza dell'artista nella storia dell'arte nel secolo scorso. La recente mostra Cubisti e Cubismo ha approfondito anche l'influsso che Cezanne ha avuto su Picasso, Braque e i cubisti; questa che ora si è aperta illustra con chiarezza il ruolo determinante nello sviluppo dell'arte italiana, nel secolo che si è appena concluso, non solo per la tecnica, ma anche come guida morale, come ha sottolineato efficacemente Claudio Strinati.
Le opere in esposizione sono 106 di cui 22 dell'artista francese, le restanti di autori italiani; al di là dei numeri è l'intrinseco valore artistico e la qualità delle scelte ad essere significativa per la comprensione della complessa influenza di Cezanne su i diversi artisti. Le opere esposte provengono oltre che dai musei italiani da importanti musei esteri quali: The State Hermitage Museum, San Pietroburgo; Musée d’Orsay, Parigi; Fondazione Collezione E.G. Bührle, Zurigo; Museo di Arte di São Paulo Assis Chateaubriand, San Paolo del Brasile; Musée Granet, Aix-en-Provence; National Gallery of Victoria, Melbourne; The Art Gallery of Ontario, Toronto; Szepmuveszeti Muzeum, Budapest; Virginia Museum of Fine Arts, Richmond.
La mostra si apre con libri e articoli che trattano la pittura di Cazanne; primi fra tutti quelli di Ardengo Soffici, acuto intellettuale e pittore, che lo vide a Parigi, ne fu folgorato e ne scrisse la prima volta su Vita d'Arte, una rivista senese nel 1908 per poi recensire la Prima esposizione italiana dell'Impressionismo francese e di Medardo Rosso a Firenze nel 1910. In questa parte iniziale è collocata anche la parte didattica dedicata ai giovani visitatori e alle scuole, molto curata come sempre al Vittoriano.
Ardengo Soffici (1879-1964) è molto importante per l'influenza che i suoi scritti ebbero sugli altri artisti; quello che lo colpisce nel pittore francese è il superamento dell'Impressionismo attraverso il recupero del volume, la geometria, la composizione, caratteristiche che lo avvicinano alla pittura italiana del quattrocento italiano, a pittori come Piero della Francesca. Un visione condivisa da molti artisti durante il cosiddetto ritorno all'ordine dopo l'esperienza delle avanguardie.
Un altro intellettuale e scrittore, folgorato dalla retrospettiva dedicata a Cezanne (1839- 1906), realizzata dopo la sua morte al Salon d'Automne nel 1907, fu Rainer Maria Rilke (1875 – 1926), vi ritornò ogni giorno fino alla chiusura e quello che scrisse, in una delle lettere alla moglie, coglie l'essenza della ricerca artistica di Cezanne, che affascinò e ispirò le avanguardie. Scrisse, infatti, che Cezanne aveva dato la risposta definitiva al problema metafisico del legame tra fenomeno e l'atto della rappresentazione. Questo è il punto fondamentale che, come sottolineano Maria Teresa Benedetti e Claudio Strinati, fanno dell'artista una fonte d'ispirazione per la pittura successiva.
Cezanne, infatti, non si limita a riprodurre il motif, la natura, la realtà quotidiana degli oggetti, ma ne da una visione interiore, che li trasporta in una dimensione simbolica. Una dimensione che si accentua negli anni quando comincerà ad usare l'acquarello, una tecnica che influenzerà anche la pittura ad olio. A questo proposito Cezanne affermò:” Ora vecchio di quasi settant'anni, le sensazioni coloranti, che danno la luce producono un'astrazione che non mi permette di coprire la tela, né di perseguire la delimitazione degli oggetti quando i punti di contatto sono tenui, delicati: da ciò deriva il fatto che la mia immagine o il quadro è incompleto.”
In esposizione i quadri sono stati scelti in modo di poter avere una sintesi dei diversi aspetti dell'opera dell'artista, proprio per capire come poi fosse differentemente interpretato dai diversi artisti. La decisione di Cezanne di lasciare Parigi per tornare nella natia e amata Provenza, la scelta dell'isolamento creativo, incurante della celebrità, ma tutto proteso nella ricerca espressiva sono scelte che influenzeranno pittori come Morandi. La mostra è articolata in quatto sezioni: paesaggi, nudi, nature morte e ritratti, in cui i quadri di Cezanne sono messi vicino a quadri di pittori italiani tra i più significativi, con opere di altissimo livello artistico. Un altro aspetto fondamentale è la cura messa nell'allestimento e nell'illuminazioneper che consente la fruizione delle opere per i visitatori.
I paesaggi di Cezanne introducono nell'esposizione, accostati a quelli italiani, tra loro: Soffici, che dopo l'esperienza futurista, del pittore francese recepirà soprattutto l'aspetto della composizione, delle forme geometriche che lo avvicinano alla grande pittura italiana. La differente declinazione di soggetti simili nei diversi artisti è di grande interesse e sorprendente quando le opere sono vicine tra loro come quelle di Carlo Carrà, che lo aveva eletto a sua guida insieme a Giotto, e anche quelle di Giorgio Morandi, in cui volume, forme geometriche e composizione, nei paesaggi come nelle nature morte, collocano i soggetti e gli oggetti in una dimensione insieme poetica e simbolica.
Umberto Boccioni, che reduce dall'esperienza futurista, rimproverò ai cubisti la staticità, trovò in Cezanne quella pittura in movimento che a loro mancava. L'influenza si riscontra, non solo nei paesaggi con soggetti molto vicini a quelli del pittore francese, ma anche nell'uso del colore e nella scelta dei colori, in cui domina il blu, come testimoniano ritratti quello fatto a Busoni e Silvia, ma anche la Natura morta di terraglie, posate e frutti. Anche Sironi, nella sua tragica monumentalità ispirata a Masaccio rivela una insospettata influenza di Cezanne: colpisce l'autoritratto cupo e tormentato.
Di grande interesse anche opere di artisti molto diversi tra loro come Gino Severini e Filippo De Pisis, i lavori figurativi di Giuseppe Capogrossi e la ricerca di Fausto Pirandello. In questo percorso sono presenti anche Felice Carena e Felice Casorati, Roberto Melli, Franco Gentilini, Corrado Cagli, Francesco Trombadori, Antonio Donghi, Riccardo Francalancia e Lionello Venturi.
La scelta di questa esposizione si colloca in un significativo percorso per la comprensione di un periodo dell'arte complesso e meno popolare di altri ed è un vero evento per la presenza di quadri di provenienti da prestigiosi musei e collezioni di tutto il mondo. Il catalogo della mostra è particolarmente ben fatto con gli scritti illuminanti della curatrice e degli altri esperti che l'hanno coadiuvata, inoltre è ricchissimo di fotografie a colori non solo di tutte le opere in mostra, ma anche di altre che aiutano con chiarezza la comprensione dei testi.